Dura reprimenda e “tirata d’orecchi” dall’Onu all’Italia, ma questa volta non c’entrano intromissioni in materia di diritti civili, aborto, adozioni gay o qualcosa di simile. Stando alle fonti riportate oggi in prima pagina dal quotidiano “Il Dubbio” si scopre che il Comitato per i Diritti Umani del’Onu, nel suo ultimo rapporto, ha duramente ripreso il governo italiano per un servizio di intelligence troppo invadente. «In Italia le intercettazioni dei Servizi segreti sono fuori controllo»: con queste parole il rapporto dell’Onu mira a svelare come gli interventi degli 007 italiani non siano in linea con il necessario bisogno: coinvolgendo una delle aziende leader nella produzione di software per le captazioni “Area” (che fornisce servizi e assistenza anche alle Procure), le Nazioni Unite hanno espresso preoccupazione dopo l’ultima scoperta fatta. In pratica, secondo l’Onu, quelle apparecchiature che sono state fornite a sorveglianza online per molti governi stranieri hanno trovato un numero record di gravi violazioni dei diritti di privacy. Si parla soprattutto di quanto successo in Siria con il governo di Assad; «aziende con sede in Italia hanno fornito apparecchiature di sorveglianza online a governi stranieri con un record di gravi violazioni dei diritti umani e l’assenza di garanzie giuridiche o meccanismi di controllo», recita il rapporto dell’Onu.
In sostanza nell’attacco dell’Onu contro l’Italia e i suoi servizi di intelligence si esprime forte preoccupazione per le varie tecniche di intercettazioni “selvagge” da parte delle agenzie di Roma, con impiego di tecnologie particolari di hacking senza «autorizzazione di legge esplicita o garanzie chiaramente definite», riporta il focus del Palazzo di Vetro. A questo punto, il consiglio dell’Onu è netto: «l’Italia dovrebbe rivedere il regime che disciplina le intercettazioni di comunicazioni personali, l’hacking dei dispositivi digitali e la conservazione dei dati di comunicazione». Un nota bene da fare è che l’intera vicenda non riguarda l’attività di intercettazione della magistratura, bensì proprio di quella dei servizi segreti italiani; non solo, secondo l’Onu il governo italiano si è mosso bene sul fronte della sicurezza e intercettazione per fini penali della magistratura, ma non ha fatto nulla invece sul fronte dei servizi segreti e delle sue tecniche. Secondo quanto riportato infine dal quotidiano diretto da Piero Sansonetti, nel rapporto Onu i veri motivi di allarme sarebbero due: rischio assenza vincoli con i captatori digitali, cioè i trojan, «così invasivi che in ambito giudiziario dovranno essere usati senza limiti solo contro mafiosi e terroristi»; in secondo e ultimo luogo, la disinvoltura con cui i maggiori player «gestiscono la conservazione dei dati, sia per le intercettazioni ordinate dai pm che per poterli eventualmente fornire all’intelligence».