Da alcune settimane la Chiesa è stata travolta da un nuovo scandalo, quello dei festini gay nel Napoletano che vedrebbe il coinvolgimento di alcuni preti. Dopo lo scandalo di Padova, si aggiunge quello della Curia di Napoli e di Pozzuoli. E’ qui che, come rivelato dal quotidiano Il Messaggero, sarebbe avvenuto di recente un blitz della Guardia di Finanza, mirato all’acquisizione di una serie di atti che potrebbero essere utili al proseguimento delle indagini sui festini gay con i preti, presunti protagonisti di incontri hard. A finire coinvolto, secondo quanto finora emerso, sarebbe un prete della chiesa di Santa Maria degli Angeli a Pizzofalcone, attualmente sospeso dalle sue funzioni. Ma il sacerdote in questione non sarebbe l’unico: l’associazione “Meter” fondata da Don Fortunato di Noto e mirata alla difesa dei diritti dell’infanzia e contro la pedofilia, avrebbe consegnato in procura un folto dossier con all’interno alcune vicende a luci rosse con protagonisti altri religiosi. Il fascicolo resta al momento riservatissimo ma al suo interno ci sarebbe anche il nome di un sacerdote di Pozzuoli ma attivo in una parrocchia del Napoletano. Al momento, l’inchiesta in corso sarebbe in una fase embrionale e assume un significato puramente conoscitivo. A condurla è il procuratore Clelia Mancuso. L’intento è dunque quello di trovare riscontri alle notizie contenute nei dossier e che coinvolgerebbero la Chiesa di Napoli e Pozzuoli, al fine di accertare le posizioni dei presunti preti coinvolti in un giro di incontri a luci rosse e festini gay. Il caso sarebbe esploso, come quello con protagonista Don Andrea Contin, nel Padovano, grazie a due denunce anonime rivelate nelle passate settimane dal quotidiano Il Mattino. I militari guidati dal tenente colonnello Luigi Del Vecchio e che si sono recati nei giorni scorsi nelle due diocesi oggetto dello scandalo, si sono occupati della raccolta di testimonianze ed elementi utili a capire cosa ci sarebbe realmente dietro gli incontri hard emersi da chat rubate e dossier anonimi al fine di smentire o meno eventuali storie basate su pedofilia o prostituzione, reati gravissimi.