Un operaio metalmeccanico di 55 anni è stato licenziato dalla sua azienda, la Oerlikon Graziano di Cascine Vica, dopo aver subito un trapianto di fegato in quanto giudicato “inabile al lavoro”. È la storia di Antonio Forchione di Rivoli, ritrovatosi disoccupato a 5 anni dalla pensione dopo aver sconfitto una malattia che ha rischiato di ucciderlo. L’uomo, che deve mantenere anche una moglie senza lavoro, al suo rientro in fabbrica dopo l’intervento è stato costretto a tre settimane di ferie forzate dopo una visita medica che lo ha dichiarato inabile per poi ricevere la lettera di licenziamento. Una brutta sorpresa per l’operaio, come si legge su Tiscali.it: “E’ una vergogna essere trattati così dopo 27 anni. Io all’azienda ho dato davvero tanto. Sono un operaio universale, ci chiamano così ora. Ho sempre lavorato su tre turni. Dicono che ora non posso più fare il lavoro che facevo e non sanno che mansione affidarmi. Non c’è nessuna posizione per me, ero anche disposto a un demansionamento, avrei accettato di fare qualunque cosa, fotocopie in un ufficio o il fattorino. Provo tanta amarezza, non mi sarei mai aspettato di essere messo da parte così. Come si fa con gli stracci vecchi”.
Antonio Forchione, 55enne di Rivoli licenziato dopo aver subito un trapianto di fegato dalla la Oerlikon Graziano di Cascine Vica, ha intenzione di fare causa a chi lo ha lasciato senza un lavoro a 5 anni dalla pensione dichiarandolo “inabile al lavoro”. La decisione dell’azienda ha portato anche alla mobilitazione di Fim, Fiom e Uilm, che hanno proclamato subito uno sciopero di due ore su tutti i turni, a cui hanno aderito anche i lavoratori dello stabilimento di Luserna San Giovanni. La solidarietà dei colleghi ha rincuorato Forchione: “Vederli battersi per me mi riempie di orgoglio. non mi sarei mai aspettato di essere messo da parte così. Come si fa con gli stracci vecchi”. Quello di Antonio non è il primo caso di questo genere: secondo quanto denunciato dai sindacati, sarebbe già successo due volte a dei delegati Fiom nelle fabbriche di Bari e di Sommariva Bosco. Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera, ha commentato così la faccenda: “È un licenziamento indegno e gesto riprovevole. Auspico che l’azienda ritorni sui suoi passi e si sforzi di trovare una soluzione adeguata alle attuali condizioni fisiche del lavoratore. Bene hanno fatto i sindacati a dichiarare due ore di sciopero. I lavoratori hanno compensato con la loro solidarietà la vergognosa mancanza di umanità di cui si è macchiata la Oerlikon”.