Le ultime notizie di oggi vedono la visita di Papa Francesco, una settimana dopo il viaggio pastorale a Milano, a Carpi e Mirandola, nelle zone del terremoto che cinque anni fa devastò l’Emilia Romagna. «C’è chi si lascia chiudere nella tristezza e chi si apre alla speranza. C’è chi resta intrappolato nelle macerie della vita e chi, come voi, con l’aiuto di Dio solleva le macerie e ricostruisce con paziente speranza», ha cominciato l’omelia nella piazza del Duomo durante la messa celebrata sul mistero del dolore e della sofferenza. Dal vangelo di Lazzaro in questo periodo quaresimale fino al dramma delle zone colpite dal sisma: Francesco ha ricordato come di fronte ai grandi “perché” della vita si hanno due vie: «stare a guardare malinconicamente i sepolcri di ieri e di oggi, o far avvicinare Gesù ai nostri sepolcri. Non lasciamoci imprigionare dalla tentazione di rimanere soli e sfiduciati a piangerci addosso per quello che ci succede; non cediamo alla logica inutile e inconcludente della paura, al ripetere rassegnato che va tutto male e niente è più come una volta». Per il Santo Padre, l’invito ai terremotati emiliani è ancora più chiaro: «non facciamoci intrappolare dalle macerie della vita». (agg. di Niccolò Magnani)
-Un gigantesco smottamento di fango, provocato dalle piogge torrenziali, ha causato una vera e propria strage in Colombia, con le prime stime che parlano di almeno 100 morti e il doppio di feriti. Il territorio interessato dalla tragedia è quello della città di Mocoa, un popoloso centro a circa 500 chilometri dalla capitale della nazione Bogotà. La zona interessata dal cattivo tempo è per il momento irraggiungibile, la difficoltà dei soccorsi portati solamente tramite elicotteri non fa altro che aggravare le proporzioni della tragedia. Immediatamente il presidente della Colombia Manuel Santos ha ordinato l’intervento dell’esercito, con le forze armate che faticosamente si stanno recando in zona. Da una prima stima resa nota dalla croce rossa internazionale, almeno 500 i dispersi, con interi quartieri coperti dal fango.
Oltre 10.000 persone hanno assiepato ieri la piazza di Tecchiena Castello, la piccola frazione di Alatri dove risiedeva Emanuele Morganti, il ragazzo barbaramente ucciso nei giorni scorsi dopo un brutale pestaggio. La bara portata a spalla dagli amici del giovane ha fatto il suo ingresso nella piccola chiesetta tra gli applausi della folla, con la gente che per la maggior parte aveva gli occhi inumiditi dalle lacrime. Toccante l’omelia pronunciata da monsignor Lorenzo Loppa, vescovo di Anagni e Alatri, che ha sottolineato come l’unica e sola frontiera per battere la violenza sia il focolare domestico. L’emozione ha poi raggiunto picchi altissimi quando la madre, Lucia, ha voluto ringraziare la folla, un ringraziamento esteso anche a tutti coloro che in Italia hanno pregato per il suo giovane figlio.
Importante affermazione del premier Gentiloni, intervenuto al Forum della Confcommercio tenutosi in provincia di Como, ha affermato che il lavoro dell’esecutivo da lui presieduto tende quasi in maniera assoluta ad abbassare la pressione fiscale degli imprenditori. Il premier è convinto che abbassare le tasse è l’unica soluzione per rilanciare la competitività del sistema Italia, una competitività ultimamente messa a rischio dalla difficile congiuntura economica globale. Il Presidente del Consiglio ha inoltre affermato, che l’abolizione dei Voucher ha avuto soprattutto lo scopo di evitare al paese mesi di scontro ideologico, ma in tale contesto ha affermato che nel futuro essi potrebbero essere reintrodotti, anche se con una diversa regolamentazione.
Una sentenza che farà discutere, quella emessa ieri dal tribunale di Bari, sentenza che ha riconosciuto un uomo colpevole dell’omicidio della moglie, ma ha applicato all’omicida una pena detentiva di soli 6 anni. L’esiguità della pena decisa dal Gup a Pietro De Mattia è da ricondursi al riconoscimento delle attenuanti generiche, relative alle continue provocazioni della moglie. Il giudice per le udienze preliminari Rosa Anna De Palo ha per questo dimezzato la richiesta del pubblico ministero. In tale contesto da sottolineare le proteste delle attiviste impegnate contro i reati di femminicidio, che evidenziano come questo genere di pene non fanno altro che amplificare i continui atteggiamenti di violenza nei confronti del cosiddetto “sesso debole”.
Una finale dal sapore antico quella che deciderà il vincitore dell’ambito master 1000 di Miami tra Roger Federer e Rafael Nadal. I due si sono rispettivamente liberati in semifinale dell’australiano Nick Kyrgios e del nostro Fabio Fognini, con quest’ultimo che purtroppo non è riuscito a centrare lo storico risultato di una finale sul cemento americano. La sfida sarà sicuramente bellissima e potrebbe portare allo svizzero il terzo trofeo stagionale, in quello che sembra per l’ex numero uno un anno magico. Sicuramente meno stanco lo spagnolo, che ha faticato molto meno contro Fognini. Precedenti favorevoli Nadal che nelle 36 sfide precedenti ha vinto ben 23 volte: a contare anche la voglia di sfatare un tabù visto che a Miami il maiorchino non è mai riuscito ad alzare il trofeo.
Un vero è proprio rifiuto quello che Sousa ha fatto alla dirigenza della Fiorentina, un no che verte sul prolungamento del contratto dell’allenatore. La vicenda ha preso il via dopo una presunta cena che l’allenatore avrebbe avuto con la dirigenza del Borussia Dortmund, occasione che non è stata confermata ma neppure smentita dal tecnico. Rispondendo alle domande dei giornalisti nella conferenza stampa in preparazione della sfida contro il Bologna, il portoghese ha affermato che nonostante due richieste del direttore sportivo dei viola, Corvino, è sua intenzione valutare la forza del progetto per il futuro. Il tecnico ha voluto comunque evitare qualsiasi polemica con la sua dirigenza, e in tale contesto si è rifugiato dietro un “no comment” relativamente ai contatti di Della Valle con il tecnico del Sassuolo Di Francesco.
Un vero e proprio dramma quello che quest’oggi a Modena ha colpito un giovane atleta. Erano infatti circa le 17.00 quando Jacopo Cuculo, specialista del decathlon ha cercato un ultimo salto con l’asta. Il ragazzo ha però sbagliato completamente la fase di caduta, precipitando oltre i sacchi di protezione e battendo violentamene il capo sulla pista. Immediatamente soccorso dallo staff sanitario presente sul campo di allenamento, Cuculo è stato trasportato nell’ospedale cittadino, dove gli è stato riscontrato un importante trauma cranico, e per questo è stato ricoverato in rianimazione. Cuculo 19 anni è una promessa del decathlon, ed è tesserato con la S.A.F. Atletica Piemonte.