Christian Repetto non si dà pace per la morte del piccolo Giuseppe, lanciato dal padre per salvarlo dall’incendio scoppiato nella loro abitazione. Il 31enne è uno dei soccorritori della tragedia di Casella: ha provato a salvare il bambino, ma non ce l’ha fatta. E ai microfoni del Secolo XIX ha fornito la ricostruzione dei fatti: «Ci siamo guardati un attimo negli occhi. Poi mi ha gridato “prendilo” e lo ha lasciato andare verso di me, nel vuoto». Attimi concitati, nei quali Christian non ha avuto il tempo di tendere bene insieme agli altri soccorritori la coperta tra le mani per frenare la caduta. «Siamo riusciti a prenderlo per un attimo, ma poi il piccolo Giuseppe è scivolato ed è caduto a terra». La tragedia si è consumata in pochi secondi. Il soccorritore ha preso in mano il bambino ed è corso via, mentre i genitori cercavano di calarsi di sotto. Quando si è allontanato ha provato a capire come stesse il piccolo, ma non rispondeva. «Mi stringeva ancora la mano. Gliel’ho tenuta fino all’arrivo dell’ambulanza. È stato terribile», ha raccontato Christian Repetto. (agg. di Silvana Palazzo)
È morto cerebralmente il bambino di 7 anni lanciato ieri dalla finestra di un appartamento di Genova durante un gravissimo incendio, col tentativo benevolo di salvarlo: non ha retto il peso delle troppe ferite e delle ustioni e questa mattina è morto cerebralmente. La madre, come riportano le fonti di Repubblica, ha dato piena autorizzazione all’espianto di organi del piccolo Giuseppe Fraietta: l’equipe di medici del centro trapianti è in questo momento all’Ospedale Gaslini per effettuare l’espianto, mentre il padre Alessio che ha lanciato il figlio nel vuoto per provare a salvarlo, si trova ancora in coma farmacologico indotto per provare a curare tutte le gravi ferite e ustioni sul 20% del corpo. La madre Vincenza Sansone sta meglio ma è sotto choc ed è riuscita “solo” a firmare il consenso sugli organi, travolta anche lei da una notte di tragedia davvero ostile. Riesce solo a riferire ai medici dell’ospedale, «Alla casa mancava un’adeguata manutenzione e al proprietario era stato chiesto più volte di intervenire ma inutilmente» (riporta l’Ansa), è l’accusa della donna ancora ricoverata all’ospedale Villa Scassi. (agg. di Niccolò Magnani)
Non ce l’ha fatta il piccolo Giuseppe, il bambino di 7 anni lanciato dai genitori nel tentativo di salvarlo dalla casa in fiamme. Inutili i tentativi dei soccorritori di salvargli la vita, a causa delle ferite eccessivamente gravi. Il bambino era stato trasportato già in condizioni tragiche nella notte fra lo scorso venerdì ed oggi, come riporta una notizia Ansa. Il opadre, Alessio Fraietta, aveva cercato di avvolgerlo in una coperta per proteggerlo dai fumi dell’incendio, ma le contusioni riportate nella caduta non gli hanno permesso di sopravvivere. Una vicina di casa, molto giovane, ha testimoniato agli inquirenti quanto accaduto attorno alle 3:20 di notte. “Abbiamo cercato di prestare i primi soccorsi”, rivela, in attesa dell’arrivo dei vigili del fuoco, “il padre e la madre si sono lanciati subito dopo”. La coppia ha cercato infatti di resistere fino all’ultimo, ma è stata costretta a cercare una via di fuga immediata a causa del crollo del solaio.
Sarebbe stato provocato dalla stufetta a legna il rogo che ha incendiato la casa in provincia do Genova. E’ quanto ipotizzano, riferisce l’agenzia di stampa Ansa, i vigili del fuoco che sono intervenuti per spegnere l’incendio dopo la richiesta di aiuto della famiglia Fraietta. Padre e madre, prima di lanciarsi nel vuoto con il figlio, hanno cercato di scappare dalla propria abitazione in fiamme cercando di calarsi dalle finestre. Alessio Fraietta, 49 anni, ha avvolto il figlio Giuseppe in una coperta e ha cercato di scappare così dalle fiamme. Ma è stato poi costretto a lanciare il bambino nel vuoto. Nella caduta il bimbo di 8 anni ha riportato alcune contusioni: le sue condizioni di salute sono molto gravi e quello che preoccupa è in particolare il fumo che il bimbo ha respirato durante il rogo della casa. Il bambino è stato portato in codice rosso all’ospedale pediatrico Gaslini di Genova e si trova attualmente in prognosi riservata. Nel volo il padre ha riportato una frattura ma le sue condizioni sono meno gravi. La madre, Vincenza Sansone, 50 anni, è invece ricoverata in codice giallo.
Tragedia stanotte a Casella in provincia di Genova. Un incendio è scoppiato in una casa al secondo piano dove vivevano padre, madre e il loro bambino di 8 anni. I genitori, verso le 3 di notte, si sono accorti delle fiamme e hanno lanciato il figlio dalla finestra, poi si sono gettati anche loro per sfuggire al fuoco. Il bambino, come riferisce La Repubblica, ha riportato ferite gravissime e anche il padre è in gravi condizioni mentre la caduta della madre è stata attutita dalle corde per stendere i panni e la donna non sarebbe quindi grave. Quando è scoppiato l’incendio la donna ha chiamato i vigili del fuoco per chiedere aiuto. Poi la decisione di lanciarsi nel vuoto per sfuggire alle fiamme: al loro arrivo i pompieri hanno infatti trovato madre, padre e bambino per terra. In quel momento la palazzina di due piani con un bar al pianterreno è crollata e i vigili del fuoco sono riusciti a mettersi in salvo appena in tempo. Non si sa ancora per quale motivo sia scoppiato l’incendio che ha provocato poi il crollo della casa: sono in corso le indagini per stabilire che cosa abbia innescato le fiamme.
I vigili del fuoco hanno fatto sapere con un comunicato che “la palazzina era praticamente tutta invasa dalle fiamme che hanno distrutto completamente i solai. Sul posto dalla centrale di Genova sono stati inviati diversi mezzi. Una squadra, 3 autobotti, l’autoscala, il carro autoprotettori per la riserva d’aria, il funzionario di guardia. Stamane sono in corso i rilievi di Polizia Giudiziaria. La palazzina, compreso il Pub sottostante e 2 negozi è stata dichiarata inagibile”. Nell’incendio sono rimaste coinvolte anche altre persone. Padre, madre e bambino sono ricoverati in ospedale con politraumi e fratture. Il piccolo e il padre si trovano al Gaslini di Genova mentre la madre all’ospedale Villa Scassi.