La paura di un prossimo scoppio della terza guerra mondiale sta spingendo numerosi cittadini a rispolverare le più grandi profezie dei nostri tempi. Non si tratta questa volta di Nostradamus, ma del veggente Horacio Villegas, che nel 2015 aveva già parlato come la terza guerra mondiale sarebbe avvenuta il 13 maggio di quest’anno. Il medium, già noto per aver previsto con successo l’elezione di Donald Trump a Presidente degli Stati Uniti, non sarebbe inoltre l’unico ad aver previsto l’infausto evento. Ancora una volta spunta il nome di Baba Vanga, la veggente dei Balcani di fama internazionale. Sembra infatti che alcune delle sue profezie si siano avverate in seguito alla sua morte, sottolinea Il Corriere dell’Umbria, e fra queste ci sarabbe l’annuncio dello scoppio della Terza Guerra Mondiale. Fra le più famose profezie della veggente si annoverano l’11 settembre e l’attacco alle Torri Gemelle, ma anche gli attacchi avvenuti in Europa nel 2016 per mano degli estremisti islamici.
La Corea del Nord non rappresenta per gli Stati Uniti l’unico interlocutore controverso: difficili e complessi sono anche i rapporti con l’Iran, al punto tale che non è ancora chiaro né dove né chi possa far scoppiare la Terza guerra mondiale. Le diplomazie sono al lavoro per scongiurare questo rischio, ma intanto non arrivano buone notizie dall’Iran. Ali Shamkhani, il segretario del supremo Consiglio di sicurezza nazionale della Repubblica islamica, ha lanciato un chiaro messaggio a Donald Trump: «L’Iran non è disposto a negoziare con gli Stati Uniti gli sviluppi in Medio Oriente e non sente alcuna necessità di farlo». Nell’intervista pubblica da Le Monde e riportata dai media locali, Shamkhani ha dichiarato che Teheran non crede che dietro l’attacco chimico avvenuto in Siria ci sia Damasco e, oltre a chiedere la creazione di un comitato di inchiesta indipendente, ha condannato l’attacco degli Stati Uniti, cioè il bombardamento americano in Siria del 7 aprile scorso. «Gli Stati Uniti non possono contemporaneamente svolgere tre ruoli diversi: attore, giudice e esecutore del verdetto», ha concluso Shamkhani. Per l’Iran la questione siriana va risolta con negoziati politici, non attraverso mezzi militari. (agg. di Silvana Palazzo)
La portaerei Carl Vinson entrerà nel mare del Giappone tra pochi giorni: lo ha rivelato Michael Pence, il vicepresidente degli Stati Uniti. «Ci aspettiamo che arrivi prima della fine del mese», ha dichiarato il vice di Donald Trump, le cui parole sono state riportate dall’agenzia France Press. La squadra d’assalto della portaerei Carl Vinson rimarrà a largo delle coste della Corea del Nord per un mese circa: lo hanno riferito i militari americani questa settimana. Crescono così le tensioni geopolitiche nella penisola coreana, ma Pence, che ha visitato la zona smilitarizzata coreana, ha dichiarato che la pazienza di Washington ha una fine. I rapporti con la Corea del Nord sono peggiorati proprio con l’invio di un gruppo di navi da guerra guidate dalla portaerei Carli Vinson dopo il lancio di missili da crociera americani sulla Siria. All’orizzonte, dunque, ci sono giorni ancor più tesi sul traballante asse Usa-Corea del Nord. (agg. di Silvana Palazzo)
Resta alta la tensione tra Stati Uniti e Corea del Nord, al punto tale che si teme lo scoppio della terza guerra mondiale. Le autorità nordcoreane ora starebbero pensando di avviare operazioni militari per la riunificazione del Nord al Sud. La notizia è stata lanciata dal Rodong Sinmun, il giornale del partito centrale, secondo cui «gli Stati Uniti sono impazziti». Il posizionamento dei bombardieri strategici e portaerei è considerata dalla Corea del Nord solo una mossa provocatoria, ma «l’esercito e il popolo nordcoreano non avranno mai paura di un simile bluff». Il giornale ha evidenziato la possibilità che la Corea del Nord risponda ad ulteriori azioni ostili con la «grande guerra di riunificazione». Intanto da Tokyo giunge notizia di un’imminente riunione ad alto livello tra un alto diplomatico Usa e i rappresentanti di Giappone e Corea del Sud per affrontare la minaccia nucleare avanzata dal regime di Pyongyang. (agg. di Silvana Palazzo)
Tocca ancora una volta a Mike Pence, vicepresidente di Donald Trump, fare il poliziotto cattivo e aprire all’ipotesi di un attacco militare Usa nei confronti della Corea del Nord, dalla quale potrebbe derivare – senza spingersi troppo in là con la fantasia – una Terza Guerra Mondiale. L’ex governatore dell’Indiana, nel corso di una conferenza stampa congiunta con il premier australiano Malcolm Turnbull, ha infatti ribadito che “tutte le opzioni sono sul tavolo” e che gli Usa “lavoreranno a stretto contatto con Australia, e con gli altri nostri alleati della regione e con la Cina per esercitare pressione economica e diplomatica sul regime” di Pyongyang. Come riferito da Rai News, Pence ha fatto nuovamente pressioni su Pechino affinché intervenga nei confronti del dittatore Kim Jong-un, pur rimarcando che “se la Cina non è in grado di gestire la Corea del Nord, gli Stati Uniti ed i nostri alleati lo saranno”. A detta di Pence, quella nordcoreana è “la minaccia più urgente e pericolosa” per la pace e la sicurezza nell’Asia e nel Pacifico: un’impressione condivisa dal premier Turnbull, che ha invitato la Cina a intervenire contro “il regime irresponsabile e pericoloso nordcoreano che mette la pace e la stabilità della nostra regione a rischio”. (aggiornamento di Dario D’Angelo)
La tensione nelle cancellerie internazionali è palpabile: il rischio dello scoppio di una Terza Guerra Mondiale, per di più nucleare, non è da sottovalutare. Dopo le minacce reciproche tra Stati Uniti e Corea del Nord, con la richiesta di aiuto alla Cina di Xi Jinping da parte di Donald Trump per cercare di ridimensionare la minaccia rappresentata dal dittatore Kim Jong-un, ecco che adesso sarebbe pronta ad entrare in scena anche la Russia. Distante dalla Nord Corea soltanto pochi km – la città di Vladivostok è a soli 160 chilometri dal confine – sembra infatti che siano ore frenetiche per l’esercito di Vlamimir Putin. Un video messo online sul sito di notizie di Khabarovsk DVHab.ru ha mostrato le immagini di un treno, fornito anche di sistemi missilistici Tor, diretto con ogni probabilità proprio a Vladivostok. Se il portavoce del Cremlino Dmirty Peskov ha glissato sulla vicenda, ricordando che i movimenti militari all’interno dei confini nazionali non devono rappresentare un tema di discussione pubblica, allo stesso tempo le segnalazioni di Vostok Media riportano dell’avvistamento di elicotteri e vettori corazzati. Per quanto all’Onu la Russia si sia fatta portavoce di una linea più diplomatica nei confronti di Pyongyang, non è escluso che, resasi conto dell’intenzione di agire da parte di Washington e Pechino, Mosca abbia deciso di intervenire e non restare a guardare. (aggiornamento di Dario D’Angelo)
La guerra mondiale può essere un azzardo nell’evocarla ma come abbiamo visto in questo devastante, a livello diplomatico, mese di aprile purtroppo i rischi sono effettivi e valgono la menzione di “rischio” nucleare tra Usa, Corea del Nord, Siria, Cina, Giappone e Russia. Un mix “esplosivo” che il mondo si augura di non vedere decollare e che però rischia anche, allo stesso tempo, di sottovalutare come pericolosità e minaccia. Come ha giustamente ricordato il corrispondente Francesco Scisci in una intervista esclusiva con Radio Vaticana, in passato il ricatto nucleare e missilistico era sempre stato visto come un’azione velleitaria. «Oggi sembra che ci siano armi nucleari e missili balistici capaci di colpire quasi l’America. Questo cambia completamente la situazione, perché mette gli Stati Uniti con le spalle al muro». Secondo il corrispondente del Sole 24 ore, «Washington, che ha subito l’11 settembre, non può permettersi di subire un altro ricatto terroristico con una minaccia che potrebbe essere più grande, più distruttiva di al Qaeda. Quindi questo sta portando a un’accelerazione di tutta la situazione». Un ricatto che ora sembra purtroppo “funzionare” e sia per Trump che per il regime nordcoreano resta una minaccia che va presa maledettamente sul serio e che non può essere derubricata come un semplice “allineamento” di potere nel Pacifico.
La “Terza Guerra Mondiale” spira venti sempre più inquietanti: mentre l’agenzia di stato della Nord Corea accusa Trump e gli Stati Uniti di volere scatenare una guerra biochimica contro Pyongyang, arrivano fresche notizie dalla Cina riportate dalla Cnn che parlano di aerei caccia pronti al decollo se dovessero esserci escalation. Le forze di Pechino sarebbero dunque pronti ad eventuali attacchi o meglio a reazioni con missili cruise dopo eventuali provocazioni di test missilistici provenienti dalla Corea del Nord; «le ricognizioni americane stanno riscontrando un numero straordinario di aerei militari cinesi pronti ad essere operativi attraverso l’intensificazione delle operazioni di manutenzione», scrive questa mattina la Cnn tramite i suoi network. La Cina, come gli Usa e la Corea del Sud, sono pronti alla reazione, come del resto dice anche il regime di Pyongyang nella nota diffusa stamani dall’agenzia di stampa nazionale. «Recentemente gli Usa sono stati impegnati a far circolare indiscrezioni sulla ‘minaccia biochimica’ della Repubblica democratica popolare di Corea. Nascondendo così il loro sinistro disegno di garantirsi un pretesto per scatenare una guerra biochimica contro la Coree».