La Terza Guerra Mondiale si muove ancora come rischio e minaccia verso il Pacifico: il conflitto, finora solo a parole, tra Corea del Nord e Usa si allarga a macchia d’olio verso un’ipotetico scacchiere di alleanze in vista del temibile scontro missilistico e nucleare. «Oggi l’Australia e gli Usa continuano a lavorare coi nostri alleati per affrontare nuove minacce di sicurezza in tutto il mondo», sono le parole riferite dal primo ministro australiano Malcolm Turnbull che in questo modo si lega a Trump nella lotta contro la minaccia nucleare di Pyongyang. «Insieme stiamo mandando un messaggio forte alla Corea del Nord: che non tollereremo pericolose minacce alla pace e alla stabilità della nostra regione». Giovedì prossimo il Premier incontrerà il Presidente degli Stati Uniti a New York in una location assai simbolica per il periodo e il contenuto del colloquio: la portaerei della Seconda Guerra Mondiale Uss Intrepid.
La Terza guerra mondiale prende purtroppo sempre più corpo: a sorpresa, in un vertice prima telefonico e nei prossimi giorni anche di persona tra il presidente Usa e quello molto discusso delle Filippine, scaricato da Obama lo scorso anno dopo le esternazioni provocatorie dello stesso Rodrigo Duterte. Trump lo ha invece invitato alla Casa Bianca e pare che nei primissimi dialoghi tenuti ieri sera al telefono, i due abbiano parlato della minaccia della Corea del Nord. Gli Stati Uniti di fatto proseguono nella strategia di isolare sempre più il regime di Pyongyang, con la minaccia dei missili nucleari che dunque non coinvolge solo la corea del Sud e il Giappone ma rischia seriamente di allargarsi alle altre forze del Pacifico. Ecco il comunicato della Casa Bianca: «il presidente Trump ha condotto una telefonata con il presidente Duterte. È stata una discussione molto amichevole, durante la quale i due leader hanno discusso le preoccupazioni dell’ASEAN circa la sicurezza regionale, compresa la minaccia rappresentata dalla Corea del Nord».
Trump ha poi elogiato l’impegno di Duterte contro la droga nelle Filippine, anche se al momento non ha voluto commentare le tante accuse di semi-dittatura che sono piovute addosso a Duterte in questi anni al potere. Un nuovo fronte possibile per Trump per consolidare da un lato il pianto anti-Kim e dall’altro rendere l’alleanza con la Cina contro Pyongyang meno “univoca” e meno dipendente dalle mosse diplomatiche di Pechino.
Non ci sono novità dal punto di vista degli screzi pesanti tra Usa e Corea del Nord, se non sul piano dell’azione militare che prosegue a lunga distanza Trump-Kim Jong-un: mentre Pyongyang da parte sua prosegue nel tentativo di nuovi test missilistici, il presidente Usa risponde con la promessa mantenuta delle esercitazioni congiunte nel Mar del Giappone assieme alle truppe della SudCorea.
Ieri sono dunque cominciate ufficialmente le seconde operazioni della potente flotta Carl Vinson: «obiettivo dell’esercitazione è di deterrente alle provocazioni di Pyongyang e serve a rafforzare l’alleanza tra la Corea del Sud e gli Stati Uniti», ha fatto sapere la Marina di Seul ieri prima delle ultime esternazioni di Donald Trump che trovate qui sotto. Nel frattempo, mentre le operazioni di “esercitazioni” verso la presunta e temuta terza guerra mondiale, ieri il Giappone ha attuato per la prima volta dopo la crisi missilistica con Pyongyang la sospensione di 10 minuti di tutte le linee metropolitana di Tokyo, con 13mila persone rimaste a piedi per il timore di un attacco nucleare di Kim Jong-un.