Oggi l’ultimo saluto al giornalista Oliviero Beha, morto nei giorni scorsi, ma restano le sue preziose parole. Come quelle scritte nel suo ultimo libro, “Mio nipote nella giungla. Tutto ciò che lo attende (nel caso fosse onesto)”, pubblicato nel novembre scorso. Il libro, dedicato all’amatissimo nipote, è un po’ racconto, un po’ confessione: anche lì si può ritrovare lo sguardo crudo e critico di Oliviero Beha sul mondo di oggi. Lo descriveva come un “manuale di sopravvivenza pratica”. Sul blog era intervenuto a marzo per lanciare un appello ai suoi lettori a causa di un problema di distribuzione: «Il libro è stato pubblicato, ma non si trova in vendita. Aiutatemi, segnalatemi le librerie che ce l’hanno», aveva dichiarato in quell’occassione. La sua voce indipendente mancherà a tanti, oltre che a sua figlia Germana. «Era molto amato e lo sapeva, era felicissimo dell’attenzione dei suoi lettori e di chi lo seguiva in tv. Amato e odiato, lui era così». (agg. di Silvana Palazzo)
Sono stati in tanti, dallo scorso sabato sera ad oggi, a ricordare Oliviero Beha, il giornalista controcorrente scomparso prematuramente nei giorni scorsi. Nel giorno dei funerali iniziati alle ore 11:00, anche l’associazione Anpi Corridonia ha voluto ricordare Beha, conosciuto in occasione della presentazione del libro “Un cuore in fuga”, su Gino Bartali e le sue azioni che portarono al salvataggio di 800 ebrei, nascondendo nella sua bicicletta documenti utili alla loro fuga. L’Anpi, dopo la notizia della morte di Oliviero, ha sottolineato il confronto tra i due personaggi emerso sin dallo scorso gennaio, quanto il giornalista raccontò a Corridonia il suo libro: “Schivi e scomodi entrambi per la loro schiettezza e per il coraggio nel manifestare le proprie idee”. L’associazione ha ribadito il carattere pieno di umanità e passione per il suo lavoro ma anche disponibile con i giovani studenti del posto. “Ha regalato alla città due bei giorni di cultura e ha testimoniato un lato del giornalismo ormai desueto, quello che pone l’indipendenza e la capacità di approfondimento al primo posto in questo mestiere”, ha aggiunto l’Anpi. “Con noi dell’Anpi di Corridonia lo ricorda anche l’associazione ciclistica della città, che lo ha conosciuto e apprezzato avendo allora collaborato all’evento”, ha chiosato l’associazione in una nota ufficiale pubblicata da Cronachemaceratesi.it. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
Sono cominciati ora in funerali di Oliviero Beha con l’ultimo saluto al giornalista per molto tempo contestato e discusso per le sue inchieste mai banali e soprattutto mai timorose del giudizio dei “potenti”; per questo motivo tanto suoi colleghi lo ricordano ancora in queste ore con messaggi di affetto e soprattutto di stima per una carriera costruita su molti scandali scoperti e tanti attacchi subiti proprio per le sue inchiesta giornalistiche. Uno dei più celebri radiocronisti sportivi, da poco in pensione, Riccardo Cucchi ha voluto ricordare così il buon Beha: «Perché un giornalista i c….ni deve romperli. Ai Direttori, ai potenti e anche ai colleghi.E se ha un caratteraccio, meglio. Ciao Oliviero», scrive su Twitter il giornalista sportivo che ha condiviso una lunga carriera parallela nel mondo dello sport proprio con Oliviero Beha (che ricordiamo aver cominciato la lunga carriera scrivendo su Tuttosport). Fa eco a Cucchi anche un altro giornalista sportivo, questa volta di Repubblica, che ricalca il senso del messaggio, sottolineando la mancanza di “padroni” per il giornalista appena scomparso. «Senza padroni, quando necessario rompendo i c…ni. Il vecchio sport di Repubblica non dimentica. Ciao Oliviero». (agg. di Niccolò Magnani)
A rendere l’ultimo saluto a Oliviero Beha, giornalista scomparso lo scorso sabato sera, sarà l’intera città di Montecatini, dallo stesso definita “un lusso per pochi”. Il suo legame con Montecatini, come rivela La Nazione, è sempre stato molto forte e risale agli anni della sua infanzia, quando trascorreva lunghi periodi insieme ai genitori – che qui si dedicavano alla cura idropinica – ed ai fratelli. Molti anni dopo, esattamente nel 1985, Oliviero Beha ritornò nuovamente ma questa volta insieme a Pippo Baudo in qualità di autore di una delle prime edizioni di Serata d’onore. Sempre insieme a Baudo, nel 2012, Beha partecipò in una puntata de Il Viaggio su Rai 3, girata a Tettuccio. In quell’occasione il giornalista aizzò la polemica avanzando la discussione sulla presenza di affascinanti donne russe in città e di numerosi divorzi come diretta conseguenza di tale situazione. Più volte però, Beha ribadì l’importanza che Montecatini poteva avere, spronandola a non essere solo “un bel contenitore”. L’ultima volta di Oliviero in città risale al 2013 in occasione della presentazione di un suo libro nell’ambito della manifestazione Time Out. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
Si celebreranno questa mattina i funerali di Oliviero Beha, giornalista controcorrente venuto a mancare nella serata di sabato, stroncato a 68 anni da una breve malattia. A piangerlo sono in tanti, ex colleghi e non solo. Amato ed odiato al tempo stesso, Beha si è distinto per il suo modo polemico ma sempre veritiero di raccontare il nostro Paese, e per questo scomodo. Ad ucciderlo, come ha raccontato la figlia Germana, è stato un “male molto veloce”, eppure Oliviero se n’è andato circondato dall’affetto dei suoi cari: “Papà era uno che amava tantissimo la famiglia, la sua grande famiglia allargata di parenti e amici”, scrive ancora la figlia. A mancare oggi è la sua voce “ostinatamente indipendente” e questo suo lato è stato sottolineato anche dal presidente del consiglio Paolo Gentiloni, che ha voluto ricordare il giornalista scomparso con un messaggio su Twitter, breve ma significativo: “Ricordo Oliviero Beha giornalista impegnato, indipendente e mai banale” (Clicca qui per leggere il tweet). Oggi saranno in tanti a partecipare ai funerali di Beha che si alle 11 nella chiesa Sant’Angeli Custodi nel quartiere di Montesacro. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
Si celebreranno oggi i funerali di Oliviero Beha, giornalista de La Repubblica e Il Fatto Quotidiano. La cerimonia si svolgerà nella chiesa Sant”Angeli Custodi di Roma, alle 11, come annunciato dalla figlia Germana sul blog del genitore. La comunità del giornalismo si stringe attorno alla famiglia, mentre rimarrà nella memoria l’ultimo post che Oliviero Beha aveva scritto sul suo blog, costantemente aggiornato. “Le parole sono importanti”, aveva scritto Beha, un pensiero che ha portato avanti in tanti anni di carriera. “La libertà è un lusso di pochi”, ricorda con dolore Germana Beha in un messaggio lasciato in ricordo del padre Oliviero Beha. Sono tanti i giornalisti che in queste ore, a fronte dell’improvvisa scomparsa, che hanno voluto richiamare alla memoria tanti ricordi.
Brontolo, come veniva affettuosamente chiamato per via di una sua trasmissione passata, rappresenta quel giornalismo controcorrente che lo portò a svelare lo scandalo avvenuto ai Mondiali dell’82, in occasione della partita Italia-Camerun. “Amato e odiato, tante volte premiato”, sottolinea Rai News. Oliviero Beha infatti è spesso stato al centro di censure e ostilità, come quelle che lo colpirono durante la messa in onda della sua trasmissione di Rai 3, Brontolo, appunto. E’ il 2013 quando il programma viene chiuso dai piani alti della Rai, a seguito di numerose polemiche e contestazioni.
Eppure tutti ricordano il suo debutto a TuttoSport e l’impegno televisivo, che vedeva diviso Oliviero Beha fra giornalismo e conduzione.
Ad uccidere il professionista “è stato un male molto minore”, come afferma la figlia Germana. Oliviero Beha andava fiero del suo lavoro ed anche di potersi definire un giornalista, una professione che lo portava a dover raccontare la verità, perché le persone hanno il diritto di conoscere i fatti. “Papà non ha mai negato anche la sua opinione che è risultato spesso scomoda”, continua Germana Beha, ricordando quante volte il genitore si sia assunto la responsabilità di quanto diceva. Ed è proprio il diritto ad essere veri a discapito degli eventi del mondo che rappresenta una forma di coraggio ed è l’eredità che Oliviero Beha non ha lasciato solo alla famiglia, ma a tutti gli italiani.