Durante il vertice Nato in corso ora a Bruxelles, il presidente Usa ha voluto tornare sull’attentato a Manchester di due giorni fa celebrando un minuto di silenzio durante la foto di gruppo prima dell’incontro con gli alleati atlantici. Non solo, sul fronte del guaio diplomatico per la perdita e fuga di notizie sulle indagini inglesi, Trump si è detto del tutto in appoggio al Regno Unito per la lotta al terrorismo, promettendo di punire i responsabili dell’incresciosa fuga di notizie arrivata fino al Nyt questa mattina. «I ‘leaks’ rappresentano una minaccia, se necessario i colpevoli dovranno essere perseguiti col massimo della pena». In questo modo il presidente Usa ha annunciato una inchiesta interna per arrivare a scovare chi ha passato le notizie ai giornali Usa; intanto il premier italiano Paolo Gentiloni, prima della Nato, ha fatto sapere che l’attacco ai fratelli inglesi è in realtà un’attacco ennesimo “all’intera Europa”, con il G7 di domani e dopo a Taormina che servirà a provare una stretta comune sul problema dell’Isis e del terrorismo ad ampio raggio. (agg. di Niccolò Magnani)
Emergono novità importanti in merito all’attentato di Manchester e soprattutto al suo attentatore, il giovane Salman Abedi il quale si è fatto esplodere al termine del concerto di Ariana Grande. Mentre il padre lo scagionava, prendendo le sue difese e dichiarandolo del tutto estraneo rispetto alle accuse, l’ultima notizia sul suo conto, resa nota dal TgCom24, andrebbe a confermare i dubbi finora emersi. Stando a quanto reso noto da fonti della comunità libica di Manchester, il kamikaze si è “probabilmente radicalizzato in Libia”, mettendo così in dubbio che possa essersi convertito all’Isis mentre si trovava in Gran Bretagna. La stessa comunità non esclude che proprio a Tripoli possa esserci colui o coloro che lo avrebbero aiutato a preparare la bomba con la quale ha dato vita alla terribile strage dello scorso lunedì sera. Dopo quanto avvenuto, chiaramente la comunità si sente “sotto pressione” nel Regno Unito ma al tempo stesso ha confermato di aver sempre collaborato con le forze di polizia e di stare continuando a farlo anche in questa circostanza drammatica. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
Prosegue la sfida a distanza tra Usa e Gran Bretagna riguardo la fuga di notizie sulle indagini per l’attentato di Manchester, con il Regno Unito letteralmente infuriato con gli alleati per la continua fuga di informazione in queste ore di tanti elementi per le indagini che potrebbero aver aiutato i complici dell’attentatore al concerto di Ariana Grande. Il Governo Uk ha fatto sapere che la scelta della polizia di non volere più condividere informazioni su questo caso con gli Usa è assolutamente autonoma, ma i problemi restano lo stesso. «Gli dirò chiaramente che le notizie di intelligence che vengono condivise dalle agenzie per la sicurezza devono rimanere riservate», fa sapere il premier May rispetto al prossimo vertice Nato con Trump in serata (e poi ancora al G7 Taormina da domani, ndr). “Noi condividiamo informazioni sensibili” con i “servizi di sicurezza nostri partner”, ha detto un portavoce dell’antiterrorismo Uk, precisando che “se la fiducia si rompe, le relazioni vengono compromesse e le inchieste danneggiate”. (agg. di Niccolò Magnani)
Nuovo allarme bomba nella città di Manchester, due giorni dopo l’attentato che ha sconvolto la città e l’Inghilterra intera: come riporta la Bbc, in questo momento è in corso un blitz degli artificieri e delle forze di sicurezza militari inglesi per verificare un pacco sospetto rilasciato all’interno dell’Università-college di Trafford, una delle aree più residenziali della città di Manchester. Allarme per ora sotto controllo, con gli artificieri che probabilmente faranno brillare il pacco sospetto per evitare problemi di ogni genere, ma è molto probabile si tratti dell’ennesimo falso allarme scattato in questi giorni successi all’attentato al concerto di Ariana Grande. Strade chiuse e uffici evacuati immediatamente: nei prossimi aggiornamenti tutte le eventuali novità a riguardo. (agg. di Niccolò Magnani)
Bomb disposal unit and army sent to a college in Trafford, Manchester police say https://t.co/3kdgNoDdO1
— BBC Breaking News (@BBCBreaking) 25 maggio 2017
Il rapporto di un deputato Usa esposto questa mattina sull’attentato di Manchester rivela che l’esplosivo usato al concerto di Ariana Grande è il medesimo utilizzato a Parigi per le stragi del 13 novembre 2015. «Nel massacro di Manchester è stato usato l’esplosivo Tatp, lo stesso delle stragi di Parigi e Bruxelles», sono le parole del deputato Mike McCaul, il quale presiede l’House Homeland Security Committee americano. La rivelazione si inserisce nella “lotta” diplomatica tra Gran Bretagna e Usa dopo la diffusione delle informazioni sul New York Times di questa mattina: il governo May ha fatto sapere poco fa che la decisione di sospendere le comunicazioni e lo scambio di informazioni è una scelta autonoma della polizia e non presa a livello governativo, nel tentativo così di mettere una pezza allo scontro Scotland Yard vs autorità Usa che ha infiammato le ultime ore di indagini.
«Non abbiamo a che fare con un lupo solitario, c’è un network di terroristi ispirati dall’Isis», ha sottolineato ancora il deputato Usa rivelando come dietro all’attentato purtroppo vi sono parecchi complici che hanno aiutato Salman Abedi nell’orribile atto terroristico. (agg. di Niccolò Magnani)
Un attentato orribile e terribile contro la popolazione rischia di scatenare una guerra diplomatica intestina tra Gran Bretagna e Stati Uniti: a Manchester l’Isis pare abbia fatto il “secondo” botto mettendo contro due alleati storici come Londra e Washington. Tutto nasce dalla pubblicazione del New York Times di alcune immagini raccolte sul luogo della bomba che mostrano un ordigno sofisticato e rudimentale molto potentei infilato in un “un contenitore di metallo, nascosto o in una maglietta nera oppure in uno zainetto blu di marca Karrimor e probabilmente attivato tramite un piccolo detonatore tenuto nella mano sinistra”, si legge in prima pagina sul Nyt. Furente la reazione di Londra che secondo il Guardian avrebbe già comunicato agli Stati Uniti di interrompere addirittura tutto lo scambio di informazioni sull’attentato del 23 maggio al concerto di Ariana Grande.
Dopo che il ministro Amber Rudd aveva chiesto alle autorità Usa e Nato di non divulgare informazioni strettamente legate alle indagini, la pubblicazione del giornalone Usa mette la diplomazia in crisi alla vigilia dell’incontro Nato e G7. «Completamente inaccettabile. Quelle immagini diffuse dall’interno del sistema Usa saranno angoscianti per le vittime, le loro famiglie e un pubblico più ampio. La questione sarà sollevata a tutti i livelli rilevanti dalle autorità britanniche con la loro controparte Usa», rivela la fonte Uk al Guardian. (agg. di Niccolò Magnani)
Il quadro che emerge dall’inchiesta della polizia britannica sull’attentato di Manchester di lunedì scorso, avvenuto al termine del concerto di Ariana Grande, è sempre più fosco e inquietante. Si parla ora di una rete terroristica ampia e articolata, dunque l’attentatore, Salman Abedi, potrebbe essere solo uno dei tanti membri preparato da mani esperte. Intanto suo fratello, il ventenne Hashem, è stato arrestato dalle milizie di Tripoli. Ha espresso chiaramente il sostegno all’Isis e plaudito alla strage, della quale tra l’altro avrebbe saputo tutto. Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, è stato preso anche il padre, Ramadan Abedi, che poche ore prima dichiarava l’innocenza di Salman e ribadiva l’essenza pacifica dell’Islam. Ora deve rispondere di accuse pesanti: pare faccia parte di Al Qaeda dal 1994. Queste informazioni, però, vanno verificate, perché le milizie di Tripoli potrebbero voler magnificare il loro ruolo nell’inchiesta. Intanto a Manchester è stato arrestato un altro fratello del kamikaze, Ismail. Siamo solo all’inizio di una lunga e complessa indagine.
Anche una donna è finita in manette per l’attentato di Manchester, avvenuto lunedì sera dopo il concerto di Ariana Grande. Secondo l’emittente Itv, l’arresto è il risultato di un’operazione armata della polizia locale e di unità antiterrorismo. Sarebbe avvenuto in un quartiere di torri residenziali a nord di Manchester. Secondo il racconto di alcuni testimoni, ci sarebbe stata una forte esplosione mentre la polizia penetrava in una palazzina di Northland Road a Blackley. Uno degli abitanti del quartiere, Chris Barlow, ha raccontato di aver parlato con uno degli agenti dell’unità antiterrorismo e rivelato che la polizia ha fatto saltare per aria la porta di uno degli appartamenti, portando via un paio di persone. Secondo fonti della polizia di Manchester c’è stata una perquisizione e, come riportato da Il Messaggero, «una donna è stata arrestata in relazione all’inchiesta sull’incidente all’Arena di Manchester», che ha provocato la morte di almeno 22 persone e decine di feriti.