Un folle gesto sembra sempre di più delinearsi dietro alla morte del piccolo neonato di poche ore a Settimo Torinese: la madre che partorisce e poi probabilmente butta dal secondo piano il figlioletto, lo choc della donna e le mancate risposte agli inquirenti in un contesto dove la lucidità sembra davvero sempre più una presenza inconsistente. Mentre anche oggi il caso torna a Pomeriggio 5, emergono alcune possibili novità che potrebbero spiegare il movente di un folle e omicida gesto come quello compiuto dalla donna 34enne V.V.. Come riporta La Stampa, tra le ipotesi prese in considerazione ci sarebbe quella della paura per una grave disabilità del piccolo bimbo appena nato. Pare infatti che l’altra figlia di questa donna, di circa 4 anni, sia affetta da una grave malattia ereditaria che colpisce il sistema nervoso e forse, ma non vi sono al momento conferme d’indagine, la paura di un’altra disabilità grave potrebbe aver portato all’orribile gesto di gettare il proprio figlio dalla finestra.
Ora arriva la conferma dell’autopsia ufficiale sul corpicino del piccolo neonato morto a Torino: le lesioni sono del tutto compatibili con la caduta su asfalto e dall’alto. «Le ferite riportate dal bambino sono compatibili con una caduta dall’alto», sono le parole del procuratore di Ivrea, Giuseppe Ferrando, in merito agli esiti dell’autopsia eseguita sul neonato morto martedì. L’ipotesi della caduta dopo essere stato buttato dal balcone dunque regge e si consolida, anche se la madre non confessa nulla di quanto avvenuto e dice di non ricordare più nulla dopo aver partorito quel minuscolo neonato. «La cosa che ha più ci ha colpito, nel corso delle indagini, è stata l’apparente tranquillità della donna, che dopo aver partorito ha accompagnato a scuola la prima figlia: dopo l’interrogatorio pensava di tornare a casa, ha sostenuto di non sapere di essere incinta e anche il marito non ne era al corrente», racconta ai cronisti il Procuratore Ferrando.
Sono emersi questa mattina i primi risultati dell’autopsia su Giovanni, il neonato di un giorno gettato probabilmente dal balcone della madre a Settimo Torinese due notti fa. Il corpo del piccolo, purtroppo morto dopo qualche ora dal ritrovamento di due netturbini in primissima mattinata, avrebbe segni e lesioni che potrebbero far pensare ad una caduta dal secondo piano, dove abitava la donna 34enne che ha partorito il piccolino poche ore prima della morte. Come riporta l’Adkronos stamane, «sarebbe emersa la compatibilità delle lesioni con una caduta dal secondo piano, lo stesso in cui si trova l’abitazione dove la donna vive con il compagno e un’altra figlioletta. Nel corso dell’interrogatorio che dovrebbe svolgersi nel carcere torinese delle Vallette, il gip insieme al pm cercheranno di chiarire la dinamica dei fatti, in particolar modo i momenti successivi al parto».
La madre del piccolo neonato morto a Settimo Torinese non ricorda nulla di quanto successo dopo il parto: i carabinieri hanno ricostruito le varie dinamiche e gli indizi che hanno hanno permesso di arrivare all’ipotesi choc per cui il bimbo è stato lanciato dal balcone per strada, colpendo prima la cappotte di una macchina e poi sbattendo a terra. Era ancora incredibilmente vivo quando è stato trovato, ma purtroppo le lesioni erano troppo gravi ed è morto poche ore dopo in ospedale. Sotto al balcone dove viveva la famiglia del neonato è stata trovata parcheggiata un’auto con visibili macchie di sangue sulla capotte; inoltre, la traiettoria studiata della possibile caduta alza perfettamente sul punto in cui poi è stato trovato il neonato chiamato Giovanni dai medici e infermieri che lo hanno soccorso.
Come pare abbia confermato anche l’autopsia, i suoi tessuti estremante flessibili e il fatto che fosse avvolto dal panno hanno evitato traumi più visibili. Il Corriere della Sera riporta le prime parole davanti agli inquirenti della donna arrestata a Settimo Torinese: «Non mi sono mai resa conto di essere incinta, perché ho sempre avuto il ciclo mestruale», ha dichiarato agli inquirenti, aggiungendo: «Sono andata in bagno all’alba del 30 maggio, e ho partorito lì, poi non ricordo più nulla». Tanti punti non tornano, come ad esempio i panni lavati dalla donna dopo il parto, non certo l’azione di una in confusione e choc totale, ma tant’è nelle prossime ore negli interrogatori intensivi si proverà a ricostruire quanto ancora di non chiaro risulta dall’orrendo caso nel Torinese dove un bimbo, innocente e con poche ore di vita, è stato lanciato da una finestra morendo tra atroci dolori.