Un maxi scandalo fiscale sta travolgendo la Germania ma in Italia e nel resto dell’Europa il silenzio dei media è quantomai complice, o quantomeno sospetto. Dopo una lunga inchiesta che ha coinvolto molti giornalisti dal Die Ziet fin alla britannica Bbc, le prime conclusioni che ovviamente dovranno essere confermate e verificate in un processo sono clamorose: sembra il più grande scandalo fiscale della storia della Germania dal dopoguerra ad oggi, con 32 miliardi e rotti evasi allo Stato da un gruppo di banchieri, avvocati, consulenti che avrebbero sfruttato alcune disfunzioni del complesso sistema fiscale federale tedesco. Il Die Zeit spiega come la somma sottratta sarebbe «sufficiente a coprire il costo della gestione dei rifugiati accolti in Germania per un anno intero». Una storia lunga, complicata e piena di passaggi tecnici che porta però sul banco d’accusa un numero ancora imprecisato di banchieri e addirittura 40 banche tedesche: una giovane dipendente dell’Agenzia Federale delle Entrate ha svelato l’inghippo, e ha voluto rimanere comprensibilmente anonima. Si era di fatto insospettita per una richiesta continua di rimborsi insolitamente alta arrivata da un fondo pensione Usa: in pratica, approfondendo le indagini con l’aiuto di alcuni giornalisti hanno scoperto che quel fondo aveva tantissime richieste di rimborsi ma un solo beneficiario.
«Le domande della funzionaria avevano ottenuto una risposta molto evasiva da parte di una serie di studi legali, e lei stessa era stata minacciata personalmente di essere citata in giudizio se non avesse al più presto corrisposto alle richieste di rimborsi» spiega Il Post traducendo il lavoro dei media tedeschi. La giovane funzionaria ha così proseguito nella ricerca pescando nel 2011 altri dieci casi sospetti pescandoli tra le circa 20 mila richieste di rimborsi fiscali arrivate quell’anno. Da quell’anno arriva una inchiesta giornalistica conclusa nel giugno 2017, con più domande che risposte, ma che solleva una possibile maxi frode al sistema federale tedesco senza precedenti. In sostanza le “operazioni” avevano un’unica semplice modalità: «ricevere rimborsi fiscali a cui in realtà non si aveva diritto, cioè su tasse di fatto mai pagate». I dubbi rimangono e alcune “mosse” devono ancora essere dimostrate essere illegali, ma intanto il danno è bello che fatto…
Di tutta questa grave storia i media italiani ne hanno accennato in questi giorni (come il Post anche il Giornale e altri siti online), ma è di oggi la denuncia del Movimento 5 Stelle tramite un post di Marcelo Foa sul Blog Grillo: «E allora l’analisi sull’onestà dei tedeschi e degli italiani andrebbe esplorata da una prospettiva un po’ diversa. Il tedesco medio è senz’altro più ligio alle regole dell’italiano medio e lo Stato germanico senz’altro più efficiente. Ma solo un tedesco può concepire truffe da 32 miliardi di euro ai danni del proprio governo o da decine di miliardi di euro ai danni dei “fratelli” dell’ex Ddr. Anche quando truffa, il tedesco pensa in grande. Questa è la differenza, non so quanto onorevole».