Dopo ben 23 anni è terminata la latitanza di Giuseppe Giorgi, il 56enne soprannominato “U Capra”, ricercato dal 1994 nonché uno dei principali esponenti del clan Romeo (“I Staccu”) di San Luca. Il suo arresto, avvenuto nella mattinata odierna, come rivela Repubblica.it, è stato eseguito dal Comando provinciale di Reggio Calabria e rappresenta un duro colpo alla ‘ndrangheta. Giuseppe Giorgi è stato bloccato dopo poco le 8:00 nella sua abitazione di San Luca, mettendo fine definitivamente alla sua lunga latitanza. Ora, il boss dovrà scontare 28 anni e 9 mesi di reclusione per i reati di associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Il suo nome era finito nella lista dei cinque latitanti più pericolosi d’Italia e nel programma speciale di ricerca, per tale ragione l’arresto di oggi ha rappresentato un ottimo risultato per il Reparto operativo di Reggio Calabria e i Cacciatori di Calabria che da anni erano sulle sue tracce.
Mentre proseguiva la sua latitanza, negli anni passati molti pentiti avevano avanzato il nome di Giuseppe Giorgi nell’ambito dell’inchiesta sullo smaltimento di rifiuti tossici e radioattivi trasportati con navi che sarebbe state poi fatte affondare nel Mediterraneo. Come fa sapere il quotidiano Corriere.it, tra i pentiti spuntava anche il nome di Francesco Fonti. Oltre alla parentesi legata allo smaltimento di rifiuti tossici, del superlatitante oggi arrestato dopo 23 anni si era parlato anche in riferimento alla strage di Duisburg, in Germania. E’ qui che gli inquirenti sospettano che il boss possa aver trascorso gran parte della sua latitanza, forse grazie agli appoggi di molti abitanti di San Luca trasferitisi in Germania.