Senza tregua il Portogallo, immerso in tre giorni di lutto nazionale per le 64 vittime dell’incendio di Pedrogao Grande. Poco fa la notizia della caduta al suolo di un aereo Canadair impegnato nella lotta contro le fiamme. Stando a quanto riportato dal quotidiano Correio de Manha, si tratterebbe di un aereo spagnolo. Invece il quotidiano madrileno El Pais ritiene che sia portoghese. Per ora non si hanno notizie del pilota. Sul luogo dell’incidente comunque si sta recando un elicottero. Intanto i pompieri continuano a lottare contro l’incendio nella zona della strage, sperando di riuscire a tenerle sotto controllo entro la fine della giornata, ma intanto un altro incendio è divampato a Gois, a 20 chilometri circa da Petroga. La protezione civile lo ritiene altrettanto preoccupante. Oltre 1.200 pompieri e nove mezzi aerei sono impegnati a Pedrogao, nel Portogallo centrale, altri 800 invece combattono l’incendio di Gois. Quest’ultimo è stato definito da Vitor Vaz Ointo, comandante della protezione civile, «molto veloce e esplosivo». (agg. di Silvana Palazzo)
Un nuovo incendio è divampato in Portogallo dopo quello che il 17 giugno ha interessato il comune di Pedrogao Grande interessando anche le regioni di Castelo Branco e Coimbra. Questa volta le fiamme hanno avuto origine ad una 20ina di km di distanza, nella zona di Gois, con 800 vigili del fuoco e impegnati nel tentativo di sedarle. Ma a complicare l’intervento dei pompieri vi è soprattutto il fatto di doversi muovere su due fronti. L’incendio di Petroga, infatti, non è ancora stato spento del tutto: a bruciare è ancora un 30% della zona interessata dalle fiamme, mentre il comandante della protezione civile, Elisio Oliveira, fa sapere come molto dell’esito delle operazioni dipenderà “dalle condizioni meteo”. Nel frattempo il governo lusitano, che ha già ricevuto la solidarietà e l’invio di aerei e uomini da Italia, Francia e Spagna, oggi ha chiesto aiuto anche al Marocco. (agg. di Dario D’Angelo)
Non finisce l’emergenza-caldo in Portogallo: nuovo incendio divampato a soli 20 km da Pedrogao Grande, l’area boschiva dove due giorni fa sono morti 64 civili nella strage che ha fatto il giro del mondo per le immagini crude e per i corpi carbonizzati all’interno delle auto rimaste intrappolate in mezzo alle fiamme. Ora un nuovo incendio, ritenuto preoccupante dalle autorità portoghesi, divampa presso Gois, vicino all’area di Pedrogao Grande comunque ancora in fiamme (ma finalmente sotto controllo) da più di tre giorni. Come riporta l’Ansa nelle ultime notizie che filtrano dal Paese lusitano, «oltre 1.200 pompieri e nove mezzi aerei sono sempre impegnati nella lotta contro le fiamme a Pedrogao, nel Portogallo centrale. Altri 800 e quattro Canadair combattono ora l’incendio di Gois, che il comandante della protezione civile, Vitor Vaz Ointo, ha definito “molto veloce e esplosivo”».
I 40 gradi e rotti di queste ultime settimane non danno tregua ai portoghesi che stanno facendo i conti con una delle più gravi tragedie meteorologiche della sua storia recente. È di oggi poi la notizia dell’inchiesta fatta partire direttamente su richiesta del premier Antonio Costa per le cause e l’intera gestione della vicenda di tre giorni fa a Pedrogao Grande: l’ipotesi del fulmine rimane ancora la più battuta ma le autorità portoghesi vogliono vederci chiaro fino in fondo, anche per l’elevato numero di vittime innocenti rimaste intrappolate in quell’inferno di fiamme e roghi.