Terza Guerra Mondiale/ Corea del Nord, “Trump è l’Hitler del XXI secolo” (ultime notizie)

- Niccolò Magnani

Terza Guerra Mondiale, ultime notizie di oggi 27 giugno 2017: missili Russia-Cina, Usa attacca "minaccia nazionale per i nostri confini". Tentativo di uscire da accordo su disarmo?

donald_trump_7_lapresse_2017 Corea del Nord, Trump-Kim il prossimo 12 giugno (LaPresse)

Con Trump che da un lato spiega di voler fermare a tutti i costi la Corea del Nord e la replica allucinante di Pyongyang che state per leggere, altro che clima da terza guerra mondiale, l’escalation sembra sempre più vicina (al netto delle “sparate” di propaganda che sia in Usa che in Corea). Bene, secondo l’ormai arcinota agenzia del regime KCNA, l’attacco agli Usa è di quelli “leggeri”: «Donald Trump come Adolf Hitler». Et voilà, la “sparata” è servita: anche se il presidente degli Stati Uniti anche in patria sua non gode esattamente della immacolata stima di media, rivali e liberal, arrivare a definire il “nazista del XXI secolo” è assai lontano dall’avvenire, se non ti trovi in Corea del Nord ovviamente (che di nazismo e ideologia dovrebbe saperne qualcosa…). Pyongyang e il suo presidente denuncia lo slogan “America First” utilizzato da Trump durante il suo discorso di investitura: «E’ un principio che punta alla dominazione mondiale attraverso mezzi militari, come avvenne per Hitler». Arrivare a patti con personaggi del genere, purtroppo, è sempre dannatamente più difficile…

La terza guerra mondiale? Magari Trump non la chiama così, ma dicendo che “la Corea del Nord è una minaccia gravissima che va fermata” purtroppo non di discosta di tanto dal possibile effetto nefasto dello scontro. Le parole del presidente Usa, durante l’incontro con il premier indiano Narendra Modi sono durissime contro il regime di Kim Jong-un e rilevano una possibile ulteriore escalation nei prossimi mesi: «Il regime nordcoreano è la fonte di enormi problemi ed è qualcosa di cui sarà necessario occuparsi e servirà probabilmente occuparsene rapidamente». A pochi giorni dai nuovi missili lanciati dal regime contro gli obiettivi sensibili di Corea del Sud e Giappone, la “replica” di Trump suona come un avvertimento, e forse anche qualcosa di più…

Non si placa il clima da terza guerra mondiale, anzi da “maxi” guerra mondiale come sembra sempre di più osservare nelle immediate dinamiche strategiche: è di ieri la dichiarazione del Pentagono contro la minaccia dei missili ipersonici russo-cinesi, «I velivoli ipersonici sono dei sistemi guidati che viaggiano a velocità 5 volte maggiori a quella del suono, ma non più veloci dei missili balistici», riportano i vari report della National Air and Space Intelligence Center e e del Defense Intelligence Ballistic Missile Analysis Committee. Il rapporto attacca direttamente Russia, Cina, ma anche Corea del nord e Iran, in un immenso puzzle di “minacce” internazionale per l’amministrazione Trump: «L’altissima velocità, l’alta manovrabilità e la bassa quota li rende bersagli difficili da colpire per la contraerea». Minacce balistiche e ipotesi di aggressioni subite sul proprio territorio: gli Usa preparano il campo all’uscita dal disarmo missilistico, “mettendo le mani avanti” come si può riassumere con una formula non propriamente militar-formale?

Una appendice della guerra mondiale ma anche una “nuova” guerra fredda: lo scontro diplomatico, politico e anche economico tra Russia e Usa non fa dormire sonni tranquilli in nessun campo di battaglia presente o probabile futura (tra Siria, Corea del Nord, Baltico e Medio Oriente i punti più “caldi”). Ieri il giornale Usa “Politico” ha pubblicato uno scoop secondo cui alcuni membri del Congresso avrebbero scritto alla Casa Bianca chiedendo il ritiro dall’accordo di disarmo missilistico firmato con la Russia nel 1987. Quell’importantissimo documento INF vieta alle parti di dislocare su postazioni fisse su terra missili balistici e da crociera con una gittata tra i 500 e i 5500 chilometri: secondo quanto riportato dalla rivista, queste sono le parole del membro della Camera e presidente della commissione sulle armi nucleari strategiche Mike Rogers.

«Da parte nostra, sarebbe irresponsabile rispettare l’accordo, che da tanto tempo viene trascurato dall’altro partecipante oltre a noi»: la proposta di alcuni rappresentanti della Camera sia repubblicani che democratici. Il quotidiano ovviamente mette l’America in allerta: «All’interno dell’amministrazione Trump si discute in modo acceso dell’opportunità di uscire da un altro accordo internazionale. Questo trattato con la Russia è la base del disarmo, il divieto ad un’intera classe di missili nucleari».





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