Siamo tutti peccatori, per questo è difficile individuare la linea di confine tra il bene e il male. Dov’è esattamente? Più vicino di quanto possiamo pensare: «Passa nel cuore di ogni persona». Lo sostiene Papa Francesco, che l’ha indicata ai fedeli raccolti in Piazza San Pietro domenica in occasione dell’Angelus. Partendo da una delle parabole di Gesù, quella del “grano buono” e della “zizzania”, Bergoglio affronta il problema del male nel mondo, mettendo in risalto la pazienza di Dio. Ognuno può constatarlo riflettendo sulla sua vita. Dio è il padrone del mondo, la sua antitesi è Satana: mentre il primo sparge il seme buono, l’altro erba cattiva. Sono riflessioni e immagini che esprimono in maniera chiara quanto siano intrecciati bene e male in questo mondo: non possono essere separati, né tutto il male può essere estirpato. Può riuscirci solo Dio, «e lo farà nel giudizio finale». Il mondo è complesso e quindi ricco di ambiguità, ma spetta al buon cristiano saper discernere tra bene e male. Questo è uno degli esercizi più difficili da compiere, soprattutto perché richiede la coniugazione di due atteggiamenti che appaiono contraddittori. La decisione va abbinata con la pazienza: bisogna essere determinati nel prendere le distanze dal male, ma avere anche la pazienza per riuscirci.
PAPA FRANCESCO SULLA LOTTA TRA BENE E MALE
LA CHIESA NON DEVE GIUDICARE, PER QUELLO C’È DIO
Papa Francesco si conferma sui generis: non predica una Chiesa di puri, obiettivo peraltro impossibile da perseguire se bene e male sono intrecciati, ma una Chiesa che voglia aiutare i fedeli in questa ricerca del bene, lasciando a Dio il compito di giudicare chi merita di stare nel suo Regno. Il peccato non è vicino a noi, è in noi: «Il bene e il male non si possono identificare con territori definiti o determinati gruppi umani. Il Signore ci dice che la linea di confine tra il bene e il male passa nel cuore di ogni persona, passa nel cuore di ognuno di noi, cioè siamo tutti peccatori», ha spiegato con estrema chiarezza Papa Francesco. È facile guardare il male che esiste al di fuori di noi, ma così facendo non riusciamo a riconoscere quello che invece è in noi. La realtà va allora vista in modo diverso, nella «prospettiva della speranza». Non siamo soli, non lo siamo mai. In questo compito difficile possiamo contare anche sull’aiuto della Vergine Maria per riconoscere sporcizia e male, ma anche bene e bello.