“Espressione infelice” l’ha definita il sindaco di Pimonte, paese in provincia di Napoli, Michele Palummo. Una scusa pari quasi alla frase che aveva fatto scandalo, perché altro che “espressione infelice”. Dire così infatti significa che quanto detto era anche quello “una bambinata”. Palummo, a proposito di un caso di stupro di gruppo nei confronti di una ragazzina di 15 anni da parte di una banda di ben dodici coetanei, al programma L’aria che tira aveva definito l’episodio “una bambinata”. Si tratta invece di una tragedia al punto tale che la ragazzina con la sua famiglia si è trasferita in Germania dopo che gli stupratori rilasciati per la minore età e messi “alla prova” per un loro reintegro completo, erano tornati al paese. Impossibile da sopportare per la ragazzina.
Così il sindaco ha scritto una lettera a Repubblica in cui dice di voler fornire “la sua versione dei fatti”: “Intendo prima di ogni altra cosa-porgere le mie più sentite scuse alla nostra giovane concittadina, alla sua famiglia e all’intera cittadinanza per aver utilizzato, durante l’intervista a La 7, un’espressione infelice, assolutamente impropria e che non era affatto riferita a quanto le è purtroppo capitato”. Continua dicendo che da padre e da nonno di tre nipoti condanna nel modo più assoluto ogni genere di violenza soprattutto sui minori, ma, sottolinea,”Pimonte è un paese pulito, sano, fatto di persone perbene, di onesti lavoratori”. Magari con qualche problema educativo, gli vorremmo suggerire vista la gravità enorme di quanto successo. Concludendo così: “La violenza capitata che condanno senza mezzi termini, rappresenta un caso isolato, sicuramente una pagina buia della nostra storia. Ma non abbiamo intenzione di arrenderci, lavoreremo instancabilmente per migliorare il tessuto sociale della nostra comunità e per evitare che episodi del genere si ripetano in futuro”.