Daniela Poggiali, dipinta per anni come l’infermiera killer dell’ospedale Umberto I di Lugo, è di nuovo libera. La sentenza del processo d’appello andato in scena a Bologna ha di fatto ribaltato quella emessa in primo grado dai giudici di Ravenna che avevano condannato la Poggiali all’ergastolo con l’accusa di aver somministrato una dose letale di cloruro di potassio ad una paziente. Queste le sue parole all’uscita dal carcere della Dozza riportate da Il Corriere della Sera:”Mi hanno dipinto per quello che non sono, e adesso mi riprendo in mano la mia vita. Ci speravo molto che questa sentenza fosse ribaltata. Speravo nella giustizia giusta e qui a Bologna l’ho avuta. Voglio riprendere la mia vita normale e tranquilla. Grazie a tutti e arrivederci. Mamma mia che fatica”, ha detto ancora prima di allontanarsi dai cronisti che l’attendevano al di là dei cancelli. (agg. di Dario D’Angelo)
Colpo di scena nel processo d’Appello a Daniela Poggiali, l’ex infermiera 45enne accusata dell’omicidio di una paziente 78enne, Rosa Calderoni, morta la mattina dell’8 aprile 2014, poche ore dopo il ricovero presso l’ospedale Umberto I di Lugo. La Poggiali, al termine del secondo grado è stata assolta dai giudici della Corte d’Assise d’Appello del tribunale di Bologna perché “il fatto non sussiste”. Una sentenza clamorosa, come rivela Il Resto del Carlino e che va a ribaltare in modo drastico quella di primo grado, nell’ambito del quale l’ex infermiera era stata condannata alla pena dell’ergastolo. Daniela Poggiali, secondo l’accusa aveva ucciso la 78enne iniettandole una dose massiccia di cloruro di potassio tale da provocare il decesso dell’anziana donna. Imputata in primo grado a Ravenna, fu quindi riconosciuta colpevole e condannata al carcere a vita. Oggi, al termine dell’Appello l’ex infermiera ha potuto tirare finalmente un sospiro di sollievo di fronte alla sua assoluzione che le permetterà presto di fare ritorno a casa. Dopo l’udienza, infatti, Daniela Poggiali sarà accompagnata nuovamente nel carcere alla Dozza, dove stava scontando la sua condanna, e qui ritirerà i propri effetti personali prima di tornare nella sua abitazione, a Giovecca. E’ chiaro che la Procura potrà fare ricorso in Cassazione, ma per il momento l’ex infermiera potrà godersi la tanto agognata libertà.
Dopo la condanna all’ergastolo in primo grado all’ex infermiera Daniela Poggiali non restava che confidare nell’Appello. I giudici bolognesi, al fine di spazzare via ogni dubbio sulla sua presunta colpevolezza, la scorsa primavera avevano disposto, al termine di una breve camera di consiglio una perizia medico-legale i cui risultati sono stati depositati ufficialmente solo alla fine di giugno. In circa 70 pagine di relazione, gli esperti avevano rivelato che, sulla base delle carte, non era stato possibile asserire con certezza che la morte della 78enne fosse avvenuta per “causa patologica naturale a insorgenza acuta”. Allo stesso tempo però, il quadro clinico della donna risultava essere “solo in parte compatibile” con la somministrazione di potassio in quantità elevate al punto da rivelarsi letale. Secondo i periti, inoltre, il metodo impiegato per il calcolo del potassio dell’anziana donna al momento della sua morte, non troverebbe applicazioni in letteratura. L’insieme dei dati emersi dalla perizia avrebbe portato a convincere la giuria che ha così deciso per l’assoluzione dell’ex infermiera di Lugo.