C’è grande attesa per la prossima manovra finanziaria che avrà un certo peso anche sul tanto chiacchierato rinnovo dei contratti statali. I sindacati sono già pronti a dare battaglia in vista dei mancati aumenti più volte promessi ai dipendenti pubblici ma ad oggi non ancora giunti. Per la ripresa delle trattative c’è ancora tempo, ma l’attenzione resta alta sul tema. Occorrerà attendere la fine della pausa estiva e quindi dopo Ferragosto prima di poter ricominciare la discussione che tornerà centrale a partire dal prossimo 28 agosto, quando cioè l’Aran incontrerà alcune sigle sindacali. La discussione si farà ancora più interessante nei giorni seguenti quando, il 31 agosto, si comincerà ufficialmente a parlare delle questioni relative a permessi e assenze per malattia. Proprio dal primo settembre infatti, cambiano le regole in termini di assenze, malattie ed orari di visita fiscale in vista del rinnovo dei contratta statali e che vedrà l’Inps pronta a vigilare sulla regolarità delle assenze per malattia e ad eseguire le visite fiscali presso i domicili dei dipendenti pubblici e non più l’Asl. Settembre si prospetta un mese altrettanto importante poiché già dagli inizi si tornerà a discutere anche di scuola e sanità con le relative rappresentanze.
CONTRATTI STATALI: ULTIME NOTIZIE E AUMENTO STIPENDI PA
AUMENTA IL MALCONTENTO GENERALE
Le principali preoccupazioni dei sindacati in riferimento alle trattative per il rinnovo dei contratti statali sembrano essere giustificate in particolare dalle recenti parole che il Ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha rilasciato nel corso di una intervista al Sole 24 ore. Parlando della manovra ha sottolineato la presenza di “risorse molto limitate”. Nessun riferimento esplicito al tema dei contratti pubblici e del rischio mancato aumento, ma la mancanza di 5 miliardi utili a finanziare l’operazione. Un chiarimento ufficiale della situazione che continua a generare perplessità e timori potrebbe arrivare solo il prossimo mese con la Legge di Stabilità sebbene il rischio di un ulteriore rinvio, ad oggi, appare sempre più concreto. La mancanza di risorse necessarie a portare a termine i propositi iniziali, dunque, potrebbero vedere sfumare proprio gli intenti auspicati dai dipendenti di un settore ormai bloccato da anni. Il malcontento generale potrebbe continuare anche dopo la pausa estiva poiché il sentore è che potrebbero non bastare i soli introiti della rottamazione delle cartelle esattoriali, il taglio ai bonus fiscali e la lotta al fenomeno dei furbetti delle assenze a rendere fattibile l’ingresso di nuove risorse da impiegare nei contratti statali.