Marcello Veneziani, giornalista di destra e scrittore arguto, non è certo la prima volta che si lascia andare a provocazioni per portare all’attenzione determinati temi. Quello di oggi è certamente “politicamente scorretto” e riguarda il divieto di alcune zone di vacanza (B&B, hotel, villaggi) per le coppie omosessuali. No, vi sbagliate, non è come potreste pensare: non si tratta del “solito” attacco da destra sul mondo LGBT bensì di una considerazione tutt’altro che “banale”. «Perché indigna e suscita denunce il b&b che nega l’ospitalità alle coppie gay ed è invece ammesso e permesso vietare negli hotel, nelle spiagge e nei ristoranti l’ingresso ai bambini? Perché l’omofobia è un reato e la bimbofobia, o meglio la puerofobia, no?», introduce il suo editoriale sul Tempo di oggi il giornalista e saggista, sottolineando come il “meccanismo” ideologico che scatta è di fatto il medesimo. A qualcuno dà “fastidio” lo schiamazzo dei bimbi, a qualcun altro le “effusioni” di una coppia gay. «In un caso è infastidita la sua sensibilità acustica e nell’altro la sua sensibilità morale», spiega Veneziani, evidenziando il problema alla radice: la conclusione è semplice e immediata, e anche comprensibile, «a mio modesto parere, entrambi i divieti sono ingiusti» e il motivo addotto è interessante, «fastidio può essere comprensibile in ambo i casi se si riferisce ai comportamenti e non alle semplici presenze; ma il fastidio provato da taluni non può ledere l’elementare diritto delle persone, bambini o gay, al libero accesso». Secondo Veneziani insomma, dopo tutte le polemiche che negli ultimi giorni hanno investito i titolari di alcune località di villeggiatura, si potrebbe risolvere tutto nel “buon senso” per evitare ogni discriminazione e per invitare tutti al reciproco rispetto.
OMOFOBIA E NON “BIMBOFOBIA”: IL “REATO” CHE MANCA E LO SCANDALO CHE NON FA RUMORE
NESSUNO SI INDIGNA PER IL DIVIETO AI BIMBI IN HOTEL E SPIAGGE?
Ma la contraddizione di partenza è il punto su cui si snoda la trattazione di Veneziani: «non ci meravigliamo davanti a un cartello che vieti la presenza di bambini (no-kids) e invece si fanno crociate e denunce per analoghe discriminazioni verso i gay. Questa disparità svela un nervo scoperto, un orientamento ideologico imposto da media e istituzioni alla società. Non ci interessa in questo caso insistere sull’omofilia e l’omolatria della nostra società, ben più pervasiva dell’omofobia», avanza il saggista anche firma di Libero. È il fastidio “sociale” che viene presentato e denunciato per cui figli, famiglia, gravidanza, sono concetti sempre più detestasti dalla società: «Non sopportiamo più bambini, le coppie con figli piccoli vengono spesso mal sopportate o evitate dai loro stessi amici, sono un problema e un impiccio. Meglio i gay, dice qualcuno, che quei rompipalle dei bambini», provoca nel corso del suo editoriale già divenuto “vittima” di critiche e insulti sui social. Secondo Veneziani infatti il vero “dramma” del nostro tempo non è paradossalmente la pedofilia – seppure ovviamente una piaga sociale dalla gravità inaudita – bensì la “pedofobia”, la bimbofobia: «non invoco affatto un nuovo reato di puerofobia, non aggiungiamo idiozia a idiozia. Ma più comprensione per le piccole creature e per la loro naturale, a volte simpatica, vivacità. Anche a me, confesso, danno fastidio i bambini maleducati, invadenti e rumorosi, cerco di evitarli o di starne lontano, ma se proprio devo prendermela con qualcuno me la prendo coi loro genitori che non sanno educarli o non vogliono badarvi e non rispettano gli altri». La provocazione finale è finalizzata e “dedicata” allo Stato, alla cultura di massa e quella mentalità “comune” per cui il divieto ai gay, agli animali, o ad altre coppie discriminate sono (giustamente) rivendicati come scandali, ma «dei bambini, invece, non se ne frega nessuno. Ma non c’è nessuna Boldrini, nessun magistrato, nessuna associazione di psicanalisti, nessun movimento di liberazione che difenda i diritti dei bambini, a nascere innanzitutto e poi a vivere insieme agli altri?». Ve l’avevamo detto, l’indignazione e la critica questa volta fanno riflettere, a prescindere dall’essere d’accordo o meno con Veneziani. L’educazione e i bambini sono la base della società, anche quella futura: ogni tanto ricordarsene potrebbe non fare male.