Come ha confermato lo stesso Dirigente della Squadra Mobile di Verona, dr. Roberto Di Benedetto, è ufficiale: ci sono altri casi indagati in passato legati al turno in servizio dell’infermiera arrestata, sempre per il medesimo motivo. «Come ha confermato la donna ad alcune colleghe, era abitudine per lei somministrare morfina e altre benzodeazepine via orale o nasale ai neonati se troppo lamentosi», ha spiegato il poliziotto al termine della Conferenza Stampa in Questura a Verona. Intanto, nella notte tra il 19 e il 20 marzo, quando cioè il neonato in questione è andato in overdose ed è stato salvato con pratica tempestiva (tra l’altro pare dalle indagini, sempre dalla stessa infermiera che aveva causato l’overdose), i poliziotti hanno accertato che un solo neonato nel Reparto di Terapia Intensiva Neonatale aveva in prescrizione la morfina, che effettivamente era stata prelevata dalla stessa infermiera, destinata al suddetto paziente, e pertanto nessun altro sanitario aveva movimentato nelle ore serali detto stupefacente. Sul passato le indagini sono in corso e non saranno brevi, ma intanto ora l’infermiera accusata dovrà difendersi e provare e spiegare il motivo di un’azione così rischiosa e completamente fuori dalle regole.
INFERMIERA ARRESTATA, HA PROVOCATO OVERDOSE MORFINA AD UN NEONATO
USAVA MORFINA PER SALVARLI
Dalle indagini della Polizia di Stato è emerso che l’infermiera arrestata all’Asl di Verona potrebbe non aver eseguito dosi di “oppiacei” solo nel caso del bimbo che ha rischiato di mandare all’altro mondo; come mero dalle indagini, la stessa infermiera avrebbe più volte detto alle colleghe che i bambini erano troppo esagitati e andavano “calmati”. Certo nessuno poteva immaginare come aveva in mente la donna di agire. Di norma infatti la morfina viene data ai neonati, per casi strettamente utili ad eventuali cure, per via endovenosa e non per via orale o nasale come invece pare sia avvenuto sul corpo del piccolo ora fuori pericolo. «Dalle attività investigative è emerso che nelle ore precedenti la crisi respiratoria, nonostante il piccolo fosse stato accudito unicamente dall’odierna arrestata e da una collega, era stata proprio l’infermiera 43enne l’unica a dare con certezza la soluzione alla crisi respiratoria del neonato, ordinando la somministrazione del farmaco antagonista agli oppiacei», spiega la Polizia nella Conferenza Stampa tenutasi a Verona. Nelle prime indagini interne scattate all’Asl, la donna aveva raccontato di non ricordare chi avesse ordinato la somministrazione del farmaco; ma fu poi la stessa infermiera ad aver avuto più volte in braccio il piccolo “rognoso”, come l’ha definito lei stessa, confidando ad alcune colleghe come abitualmente somministrava morfina per fare stare tranquilli quei piccoli neonati.
“ERA UN BIMBO ROGNOSO….”
Giungono intanto dettagli in più dalla Polizia di Stato riguardo l’infermiera arrestata a Verona: per prima cosa, non era la prima volta che somministrava morfina o in generale altre benzodeazepine ai bambini del reparto di neonatologia dell’Ospedale Civile di Verona: in particolare, nel caso del neonato ricoverato lo scorso 19 marzo per cui ora la donna 43enne è stata arrestata, aveva nei giorni precedenti commentato con le colleghe che quel bambino era “particolarmente rognoso”. Non solo, « La stessa aveva confidato ad un’altra infermiera di fare abituale utilizzo di morfina e benzodeazepina, pur in assenza di prescrizione, somministrandola ai neonati per via orale o nasale per metterli tranquilli, nella convinzione dell’insussistenza di concreti pericoli», spiega ancora la Polizia mentre è in corso la Conferenza Stampa presso la Questura di Verona. I poliziotti della Squadra Mobile di Verona, dalla segnalazione dell’Asl nella notte tra il 19 e 20 Marzo, hanno verificato che il neonato, poco prima dell’episodio, era «in pieno benessere, non assumeva alcun farmaco ed era programmata la sua dimissione per il giorno successivo».
ECCO COSA È SUCCESSO
Shock a Verona per una notizia che ha sconvolto la cronaca locale questa mattina: la Polizia di Stato ha arrestato una infermiera in servizio dell’Asl di Verona perché avrebbe dato una dose eccessiva di morfina – in totale assenza di prescrizione medica e senza necessità terapeutiche – provocando una grave overdose al bimbo da poco nato. In seguito all’overdose di morfina sarebbe arrivato anche un importante arresto respiratorio, che però dalle prime informazioni che filtrano da Rai News 24 non avrebbero provocato la morte. Anzi, il piccolo è salvo e ora fuori pericolo, ma resta ovviamente gravissimo il gesto che ha portato all’overdose: come riporta la stessa Polizia di Stato in un comunicato ufficiale, «La Polizia di Stato di Verona ha arrestato un’infermiera in servizio presso la locale ASL, per aver somministrato morfina ad un neonato, in assenza di prescrizione medica e senza necessità terapeutiche, provocandogli un’overdose con importante arresto respiratorio».
CONFERENZA STAMPA POLIZIA ALLE 11.30
A quanto emerge, l’infermiera è stata arrestata in esecuzione di una ordinanza cautelare, e dunque ora rimane in carcere, emessa dal gip di Verona Livia Magri, su richiesta specifica del pm Elivra Vitulli. Il caso incredibile avrà certamente conseguenze importanti e le prossime ore saranno decisive per capire i motivi all’origine di un gesto folle che ha messo a rischio la vita di un neonato innocente. In particolare, alle ore 11.30, i particolari dell’indagine saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle ore 11.30 presso la Questura di Verona. Al momento non è stata fornita l’identità dell’infermiera arrestata e non sono emersi altri particolari nell’inchiesta appena scattata.