Terza Guerra Mondiale/ Il THAAD è un rischio per la Corea del Sud?
Terza guerra mondiale: ultime notizie di oggi 7 agosto 2017, Usa vs Russia dalla Corea del Nord fino al nodo sanzioni. Dialogo riaperto e rischi per le dure reazioni del Cremlino

In Corea del Sud è vivace il dibattito sul THAAD, il sistema missilistico che ha l’obiettivo di creare uno scudo contro eventuali attacchi di Pyongyang. Il timore dei sudcoreani è che il sistema difensivo innervosisca il regime nordcoreano, oltre che Pechino, visto che i cinesi la considerano una provocazione militaristica americana. La Cina – come riportato da formiche.net – sospetta infatti che i radar siano usati più per ascoltare cosa accade lì che per seguire la Corea del Nord. La minaccia comunque è concreata per Seul, soprattuto se ad attaccare fosse l’artiglieria, perché il THAAD in tal caso non servirebbe a nulla. I funzionari americani hanno spiegato al New York Times che il THAAD non avrà un effetto, del resto la Corea del Nord può colpire fino al suolo americano. La soglia è stata superata: Pyongyang può colpire l’America, quindi il timore non è di ritorsioni contro la Corea del Sud, ma dello scoppio della Terza guerra mondiale. (agg. di Silvana Palazzo)
TERZA GUERRA MONDIALE: USA TRA RUSSIA E COREA DEL NORD
USA, NUOVE BASI IN MOLDAVIA: “UNA PROVOCAZIONE”
Dopo la Russia e la Corea del Nord, tocca alla Moldavia: nel mirino gli Stati Uniti, contro cui stanno scagliando molteplici attacchi. Il clima a livello internazionale resta teso e ora è Igor Dodon ad inasprirlo. Il presidente moldavo ha commentato la decisione degli Stati Uniti di costruire otto nuove strutture nella base militare del villaggio di Bulboaca. «La ritengo un ulteriore provocazione nei nostri confronti», ha dichiarato ai microfoni di Ria Novosti. Dodon ha spiegato che la costruzione delle strutture militari va accordata con il presidente, che rappresenta la carica suprema del paese. «Noi non abbiamo dato il via libera per tale questione. Verrà discussa», ha aggiunto il presidente della Moldavia, spiegando che dopo aver esaminato la questione proverà a fermare gli Stati Uniti. Intanto emergono indiscrezioni in merito alla ricerca di appaltatori da parte degli Usa per la costruzione di otto nuove strutture militari nella base di Bulboaca in Moldavia. (agg. di Silvana Palazzo)
MOON JAE-IN: “NESSUN CONFLITTO SULLA PENISOLA COREANA”
Sono emerse diverse indiscrezioni in merito al colloquio telefonico intercorso tra Moon Jae-in e Donald Trump. Il presidente sudcoreano e quello degli Stati Uniti avrebbero discusso della questione del nucleare riguardante la penisola coreana, problema che per alcuni esperti potrebbe portare ad una Terza guerra mondiale, oltre che dell’accordo di libero scambio tra i loro Paesi e altri temi. Stando a quanto riportato da China Radio International, Moon Jae-in ha spiegato a Donald Trump che la soluzione al problema del nucleare può essere trovata nella stretta cooperazione tra Corea del Sud e Stati Uniti, precisando che non consentirà una nuova guerra sulla penisola coreana e quindi evidenziando l’importanza dei metodi pacifici e diplomatici. Entrambi si sono trovati d’accordo sulla necessità di spingere la Corea del Nord ad abbandonare il suo progetto nucleare attraverso pressioni e sanzioni e quindi concordano sull’importanza della cooperazione internazionale. Queste indiscrezioni però smentiscono le voci emerse nelle ultime ore, secondo cui gli Stati Uniti sarebbero pronti ad una guerra preventiva. Quali sono allora le reali intenzioni di Donald Trump? (agg. di Silvana Palazzo)
“COREA DEL NORD SERIA MINACCIA INTERNAZIONALE”
L’adozione di nuove sanzioni contro la Corea del Nord ha contribuito a rendere ancora più fragili, per quanto possibile, gli equilibri internazionali. I timori di una terza guerra mondiale, dunque, non accennano a diminuire ma c’è una parte del mondo che sembra volersi unire sempre di più contro la minaccia nucleare e balistica di Pyongyang. E’ quanto ha detto il segretario di Stato americano Rex Tillerson, come riporta oggi TgCom24. Il segretario Usa ha colto l’occasione per rivolgere un invito alla Corea del Nord, affinché possa “prendere tutte le misure per raggiungere gli obiettivi, a cominciare dalla denuclearizzazione della penisola coreana”. Un invito che tuttavia difficilmente coglierà ma al quale hanno già fatto seguito nuove minacce dal territorio nordcoreano. La Corea del Nord, intanto, continua a rappresentare “una minaccia diretta seria e crescente per gli Stati uniti, la Corea del Sud, il Giappone e per la maggior parte dei Paesi del mondo”. E’ quanto emerso da un colloquio telefonico intercorso tra i leader americano e sudcoreano, Trump e Moon Jae-In sempre più uniti contro il regime di Pyongyang. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
PYONGYANG RIGETTA DIALOGO SUL NUCLEARE
L’intento del Consiglio Onu, quando ha adottato all’unanimità le sanzioni contro la Corea del Nord, privandola di circa un miliardo di dollari annui ricavati dall’export, era certamente quello di frenare in parte le ambizioni nucleari del regime di Pyongyang. Eppure, quest’ultimo è intervenuto duramente rendendo chiare le proprie intenzioni: non ci sarà alcun dialogo sul tema del nucleare. E’ quanto spiegato dalle autorità nordcoreane in una nota ufficiale che ha fatto seguito alla risoluzione adottata dall’Onu lo scorso sabato e nella quale si legge: “Non metteremo il nostro deterrente nucleare di autodifesa sul tavolo delle trattative”. Almeno non in questo preciso momento storico caratterizzato dalle minacce che giungono dagli Usa. A tal proposito, ha chiarito la Corea del Nord, non sarà fatto un solo passo indietro con l’intento opposto a quello di rafforzare la potenza nucleare del Paese. Un avvertimento chiaro agli Stati Uniti e non solo che proponevano una negoziazione sul programma nucleare e balistico soprattutto dopo l’ultimo test missilistico intercontinentale eseguito poco più di un mese fa, lo scorso 4 luglio. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
PYONGYANG PREPARA LA SUA VENDETTA?
La Corea del Nord non avrebbe preso affatto bene le dure sanzioni inflitte dall’Onu, tanto da avanzare pesanti minacce agli Usa parlando addirittura di una vendetta “mille volte più grande”. A riferirlo, come rivela TgCom24, sarebbe stato il regime di Pyongyang che ha definito le misure adottate un “odioso complotto degli Usa per isolare e soffocare” il proprio Paese. Ma come viene chiarito in una nota ufficiale non basteranno le sanzioni “a trattare sul suo programma nucleare”. Secondo le autorità nordcoreane, le sanzioni inflitte dall’Onu “rappresentano una violenta violazione della nostra sovranità”. Crolla definitivamente la possibilità che il regime possa prender parte ad un negoziato sul nucleare, almeno fino a quando gli Usa continueranno a minacciare il Paese. Con le sanzioni adottate sabato dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu all’unanimità (anche la Cina ha votato a favore) il clima in Corea del Nord si è reso di fatto davvero incandescente facendo temere giorno dopo giorno l’inizio di una violenta ed ormai inevitabile terza guerra mondiale, paventata ormai da mesi ma che rischia di trasformarsi in una tremenda realtà. E le minacce di Pyongyang lo dimostrerebbero vistosamente. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
IL MONITO DELLA CINA
Nei giorni scorsi il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha approvato la proposta degli Usa di inasprire le sanzioni contro la Corea del Nord le quali avrebbero un impatto molto importante sull’export di Pyongyang. Il regime nordcoreano non avrebbe affatto preso bene questa decisione, lasciando trapelare nuove provocazioni contro l’America. Alla luce di ciò, il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, ha esortato il collega nordcoreano, Ri Yong Ho a rispettare quanto previsto dall’Onu e a mettere fine alle infinite provocazioni compresi i test missilistici e nucleari, i quali non farebbero altro che alimentare questo clima da “terza guerra mondiale”. Yi ha parlato ieri a Manila prima del summit, come rivela Il Mattino nell’edizione online, confermando la “fase molto critica” nella quale sarebbe entrata la Corea del Nord. Il ministro cinese ha commentato l’introduzione delle nuove sanzioni ritenendole certamente un “modo efficiente per bloccare lo sviluppo di missili nucleari della Corea del Nord” ma allo stesso tempo ha anche avanzato una sorta di ammonimento ritenendo che “le sanzioni sono necessarie, ma non l’obiettivo finale”. La soluzione a lungo termine, a sua detta, è cercare di “riportare la questione nucleare al tavolo dei negoziati”. Infine ha invitato tutte le parti alla riflessione e all’azione responsabile al fine di evitare o comunque prevenire le tensioni. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
EMERGENZA COREA DEL NORD AL CENTRO DEL SUMMIT
Come anticipato due giorni fa, Russia e Usa si sono incontrati in questo weekend al vertice Sud-est asiatico in cui le due superpotenze sono accolte come Paesi Ospiti. È un primo segnale di riavvicinamento dopo le nuove sanzioni Usa contro il Cremlino; complice anche se non soprattutto l’escalation drammatica nei rapporti con la Corea del Nord, Usa e Russia hanno riallacciato i rapporti con i due ministri degli Esteri, Rex Tillerson e Sergei Lavrov. «Ho constatato la disponibilità dei colleghi statunitensi a portare avanti il dialogo», ha spiegato oggi da Manila il rappresentante di Putin. Fra i temi affrontati c‘è stata la Corea del Nord, sulla quale i due Paesi si sono trovati sullo stesso fronte visto che la Russia ha sostenuto le sanzioni proposte dagli Stati Uniti. Che sia proprio il tentativo di trovare una soluzione unica e unitaria sull’emergenza Pyongyang a rimettere in “normalità” la situazione tra Mosca e Washington?
LE POSSIBILI REAZIONI DEL CREMLINO
Il riavvicinamento c’è stato, ma Russia e Usa potrebbero anche di nuovo “scontrarsi” nel momento in cui il Cremlino dovesse reagire alle presunte azioni ostili di Washington. Una “terza guerra mondiale” che sembra essere sempre più spesso una “seconda guerra fredda”: «Si è preso in considerazione lo stato delle relazioni russo-americane. Lavrov ha sottolineato che l’adozione della legge sulle sanzioni contro la Russia è un altro anello della catena di passi ostili e minacciosi alla stabilità internazionale ed è un duro colpo alle prospettive di cooperazione bilaterale», si legge nel comunicato pubblicato dal ministero degli Esteri dopo l’incontro avvenuto a Manila tra Rex Tillerson e Sergei Lavrov. II rappresentante del governo Putin ha però espresso un duro “messaggio” contro i rivali d’Oltreoceano, relativo ovviamente alle ultime sanzioni: «queste azioni, compresa la confisca illegale delle nostre proprietà diplomatiche dello scorso dicembre, non potevano essere lasciate senza risposta. In futuro sarà sempre così. Allo stesso tempo siamo pronti a normalizzare il dialogo se Washington rinuncia alla linea del scontro». Il fronte della Corea del Nord è stato ovviamente al centro delle trattative e degli scambi di informazioni tra le sue superpotenze, come spiega ancora Sputnik News nel suo report da Manila: «il ministro russo ha sottolineato l’inammissibilità di un’escalation delle tensioni, che portano a preparativi militari statunitensi nella penisola coreana».
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