Un chef stellato che finisce per “fare la fame” scrive qualcuno parlando della morte di Mario Santilli, e in effetti è purtroppo così che è andata per lui. Una vita complicata, fatta di momenti molto difficili, di droga, di lavori precari dopo quella immensa fortuna che lo aveva visto girare per il mondo e portare lì la sua cucina. Uno chef stellato finito a servire alla mensa dei poveri. È stata l’amica Daniela a trovarlo nel suo camper esanime e a raccontare i momenti più bui di Santilli: «Ogni tanto esagerava. Un bicchiere di troppo. Una pastiglia. Una dose – racconta Daniela –. La vita era stata ingiusta con lui, nessuno se la sceglie, no?» si legge su Il Giorno. Mario Santilli aveva una famiglia sua: tre figli e due diverse mogli e per loro aveva tentato poi ogni tipo di lavoro, fino ad arrivare alla Croce Rossa. (Agg. Anna Montesano)
MARIO SANTILLI, CHEF TROVATO MORTO IN CAMPER
DALLA GLORIA ALLA DISPERAZIONE
Sono in molti ad esser rimasti senza parole di fronte alla notizia della morte di Mario Santilli, noto chef dalle origini svizzere, stroncato da un infarto. Grazie al suo lavoro, ma soprattutto per passione, Mario nella vita è stato un giramondo: dall’Italia all’America, lo chef aveva visto kolti posti e incontrato molti volti noti nel corso della sua carriera. Le cose però sono cambiate e Mario Santilli è tornato in Italia, con la moglie, per trasferirsi vicino a Prato. Qui ha iniziato a lavorare nei mercati ma per poco, dopodichè è partito alla ricerca di una nuova occupazione. Ha così deciso di comprare un camper, targato Genova, ed è finito a Milano. Qui ha iniziato a fare il volontario alla Croce rossa di Novegro. Un uomo che, nonostante i vari problemi personali anche con la droga, non si è mai arreso al suo destino. (Agg. Anna Montesano)
IL PATRIMONIO EREDITATO
Ha lasciato l’amaro in bocca la notizia della morte dello chef Mario Santilli, 49 anni, ex terzo cuoco più bravo d’India grazie a quel ristorante italiano, “La Dolce Vita”, che aveva fatto innamorare vip di tutto il mondo della nostra cucina. Ma chi era l’ex cuoco mangiato vivo dalla cocaina e stroncato da un infarto in un camper a Milano? Ultimamente Mario era irriconoscibile, ma un tempo era stato uomo di mondo. Lo aveva girato tutto, diceva, 5 volte i 5 continenti. Come riportato da Il Corriere della Sera, Santilli, che era nato in Svizzera, aveva un papà che negli anni Sessanta lavorava per una multinazionale e madre Maria pugliese. Dal nonno Mario, ex minatore pensionato per silicosi, aveva ereditato un patrimonio, perché i Santilli di Castelvecchio Subequo avevano trascorso una vita di sacrifici. Lui i sacrifici aveva anche provato a farli, ma alla fine gli è girata male: nel suo camper, alla fine, è morto. Con radio Millennium in sottofondo, lui che aveva girato il mondo, non poteva che trascorrere i suoi ultimi secondi su un mezzo di trasporto…(agg. di Dario D’Angelo)
LE ORIGINI SVIZZERE
Mario Santilli è stato stroncato da un infarto, forse dopo una notte piena di eccessi. Questa la prima ipotesi, riportata dal Corriere della Sera, riguardo la morte dello chef dei vip. Il tunnel della tossicodipendenza potrebbe averlo portato alla morte. Nato a Baden, in Svizera, Mario Santilli aveva cominciato subito a girare il mondo. Prima con il padre e poi da solo. L’approdo in India è stato fondamentale per trovare amore e successo. Il suo nome comincia a girare, così viene chiamato per partecipare ad un programma televisivo indiano. Poi però il baratro: il locale fallisce, la casa viene incendiata e nel 2008 torna in Italia. Si trasferisce in Abruzzo con la moglie e i due figli. Il terremoto dell’Aquila è l’ennesima batosta: gli distrugge la vita. Diventa uno sfollato e comincia a vivere in un camper, quello dove è stato trovato morto sabato scorso dall’amica con cui condivideva il vizio della droga. (agg. di Silvana Palazzo)
UCCISO DALLA COCA E SCONFITTO DALLA VITA
Mario Santilli nella vita era stato qualcuno. Aveva girato il mondo, 5 continenti, parlava 7 lingue, e nel suo ristorante a Pune, India, aveva ospitato personaggi di primo livello: da Kabir Bedi al vice ministro Stefano Stefani. Era stato uno chef premiato, un ristorante italiano a 5 stelle il suo, “La dolce vita”, e per la sua bravura era stato eletto terzo migliore cuoco di tutta l’India. Poi, come già gli era accaduto nella sua vita, si era sentito mancare la terra sotto i piedi. Dalle stelle alle stalle il passo è breve, la popolarità e le comparsate in tv che lasciano spazio al sapore amaro del fallimento. Aveva avuto tempo per dare la colpa alla “mafia indiana” di avergli incendiato la casa, lui che dopo la delusione di aver visto il suo mondo andare in mille pezzi si era lasciato corrodere vivo dall’eroina. Quando Daniela, un’amica del cuore toccata dalla stessa dipendenza, lo ha trovato senza vita nel suo camper, c’era il telefono che squillava. No, non erano amici. E neanche la moglie indiana o i suoi due figli. A cercarlo erano i pusher, gli spacciatori che lo avevano fatto entrare in un tunnel dal quale Mario, che avrebbe dovuto compiere 50 anni a novembre, non è più uscito.
TROVATO DA UN’AMICA
Sulla morte di Mario Santilli, l’ex chef dei vip trovato morto in camper, a Milano indagano i carabinieri della stazione Romana di via Zama, che si sono accertati del fatto che sul suo corpo non vi fossero segni di violenza. Come riportato da Il Corriere della Sera, sabato mattina Mario aveva promesso all’amica Daniela di accompagnarla al Sert di via Conca del Naviglio. Lei, quando aveva visto il camper dell’ex chef, vedendo che l’uomo non rispondeva si era quasi offesa. Gli aveva lasciato un biglietto con la scritta “Sei uno stron…”. Poi, però, quando aveva visto che alle 11 di sera l’amico Mario era nello stessa posizione della mattina, ha capito che qualcosa non andava. Ed entrata nel camper si è spaventata:”Gli occhi non erano umidi. Le mani non si muovevano. Gli ho sentito il polso, niente. Poi ho avvicinato la testa sul petto: ho ascoltato il cuore battere. Ma i soccorritori mi hanno detto che quel che sentivo, in realtà, era l’eco del mio“. Il rammarico per la morte di Mario non l’abbandona:”Venerdì sera avevamo parlato a lungo, gli avevo fatto una ramanzina. Non poteva continuare con questa vita. Lui mi ha dato ragione, ma poi svicolava come al solito. Era un buono Mario, nessuno merita di morire“