Hanno dovuto combattere per sposarsi, ma alla fine sono riusciti a coronare il loro sogno. Non è la solita storia di un amore contrastato, ma quella di un amore speciale ed è stata raccontata al Corriere della Sera da Paolo Cendon, docente di diritto privato all’Università di Trieste e presidente dell’associazione Persona e Danno. Due ragazzi, entrambi con la sindrome di Down, si innamorano e decidono di unirsi in matrimonio, ma devono fare i conti con il “no” dei loro genitori e il parere di un giudice. Tutto è cominciato ad una festa di Carnevale: lui la invita a ballare e lei accetta. Si ritrovano qualche giorno più tardi in cartoleria, il mese dopo la prima uscita al cinema. Lui le racconta che non ha più sua madre da anni, che lavora quando capita, poi c’è il primo bacio. Continuano a vedersi, dopo otto mesi la festa di fidanzamento. Fiori, anello e i genitori di lei favorevoli: il sogno è ad un passo dal realizzarsi, ma invece cominciano i primi problemi.
LA BATTAGLIA DI UNA COPPIA CON LA SINDROME DI DOWN PER SPOSARSI
GLI OSTACOLI POSTI DAI PARENTI
Dal sogno di sposarsi alla battaglia legale: in pochi mesi cambia la vita del ragazzo, affetto come la sua fidanzata dalla sindrome di Down. Muore suo padre, poi scatta una richiesta di interdizione al Tribunale da parte di alcuni parenti siciliani, fratelli del padre defunto. Qualcosa di strano stava accadendo: i parenti sostenevano che poteva fare delle sciocchezze da orfano, poteva sperperare i soldi, facendosi abbindolare da qualcuno. Quindi allegano il certificato di uno pseudo-psichiatra locale, che molto tempo prima aveva conosciuto il ragazzo, accennando nell’istanza al problema dei figli: «Attenzione, le probabilità che nasca un down in questi casi sono altissime». Questa vicenda terrorizza la fidanzata, perché sa che il loro sogno d’amore andrebbe in frantumi con l’approvazione dell’interdizione. L’interdetto infatti non può sposarsi, disporre dei sui beni, presentare domande di lavoro… «Finirà bene, conosco la legge; per noi non è più come un tempo», dichiara fiducioso il giovane per rassicurare la fidanzata.
IL LIETO FINE
Il Tribunale respinge la richiesta di interdizione: i giudici dopo un lungo colloquio con il ragazzo e una consulenza tecnica consigliano al ragazzo di non farla passare liscia agli zii. I parenti avrebbero agito per metterlo in difficoltà, non nei suoi interessi. Il lieto fine però non è affatto vicino, perché viene nominata un’amministratrice di sostegno che non asseconda i progetti di vita del ragazzo. Viene rimossa. Nel frattempo sorge la questione dei figli: è raro che i down ne abbiano. Non ostacola però i piani della coppia: il testamento viene cambiato d’accordo con il notaio, i parenti vengono esclusi. La ragazza sceglie un vecchio appartamento da ristrutturare per andare a vivere con il futuro marito. Ora sì, possono tirare un sospiro di sollievo e preoccuparsi solo di organizzare il matrimonio e costruire la loro vita insieme. Le nozze infatti sono fra due mesi. E quando lui vede la sua dolce metà preoccupata, la rassicura scherzando: «Non ti è bastata quella paura, non vuoi fidarti?».