Il volto di Gesù, usando tecniche moderne computerizzate, simili a quelle che usano i detective per ricostruire il volto di criminali, è già stato ricostruito diverse volte. C’è anche chi si è sbizzarrito a farlo usando non indizi reali, come il volto della Sindone ad esempio, ma immaginando il volto di un palestinese di duemila anni fa, con risultati quantomeno controversi. Adesso però qualcuno ha cambiato obbiettivo e ha deciso di puntare su uno dei personaggi più affascinanti dei vangeli, Maria Maddalena, la cosiddetta peccatrice pentita, quella che lavò i piedi di Gesù asciugandoli con i suoi capelli facendo infuriare Giuda per l’uso di olio molto costoso. Lo ha fatto il professor Philippe Charlier, un medico legale e dunque abituato a questo tipo di operazioni, insieme a una decina di ricercatori dell’università francese di Versailles.
Per far ciò si sono basati su diversi indizi, primo di tutti la reliquia che si trova nella basilica di Sainte Marie Madeleine de Saint Maximin-la-sainte-Baume, Secondo la tradizione è il teschio della donna, una tradizione che risale al XIII secolo quando venne messa per iscritto dall’italiano Jacopo da Varagine. Maria Maddalena infatti, sempre secondo la tradizione, sarebbe fuggita alle persecuzioni in atto in Palestina arrivando fino in Provenza. Si sarebbe poi trasferita a Marsiglia predicando il vangelo per poi ritirarsi a fare vita da eremita. Del cranio, fotografato 400 volte, si è fatta una ricostruzione tridimensionale aggiungendo poi sulle ossa gli spessori dei muscoli, i tessuti della pelle e quelli adiposi. Quello che ne risulta è il bel volto di una donna di mezza età tipicamente mediterraneo, zigomi pronunciati e capelli scuri. Il professore comunque ha dichiarato che non è detto che questo risultato sia quello certo, sempre detto poi che il teschio conservato nella basilica sia realmente della Maddalena. Per ottenere nuove certezze si procederà adesso con l’esame del dna dei capelli ancora conservati sul teschio, incrociandolo con il Carbonio 14 si potrà sapere all’incirca a che epoca risale la reliquia.