Qualche settimana fa, prima dell’uscita del libro intervista a Papa Francesco “Politica e società”, ha fatto il giro del mondo la notizia per cui Papa Francesco è andato dalla psicanalista – tra l’altro una donna ebree e freudiana – quando era da poco prete in Argentina. Bergoglio non ha rivelato il motivo per cui ha scelto di recarsi, come un comune uomo o donna, dall’analista ma ha spiegato che quelli incontri gli hanno fatto bene e che addirittura lo ha aiutato per gli anni poi a venire. In una intervista a Italia Oggi, il noto psicanalista cattolico Giacomo Contri ha commentato con grande enfasi la scelta del Papa, sottolineando la natura assolutamente libera e “laica” della curiosa esperienza raccontata da Papa Francesco. «Ad un certo momento — racconta con disarmante semplicità il Papa al suo interlocutore — ho sentito il bisogno di consultare un analista. Una psicoanalista ebrea. Durante sei mesi sono andato nel suo studio una volta la settimana per schiarirmi alcune cose. È stata una professionista valida, molto professionale come medico e come psicanalista, sempre rimasta al suo posto». Da queste parole parte l’analisi di Contri che senza peli sulla lingua, come sempre, spiega: «Il fatto è questo: un uomo, prete, vescovo, poi papa, un po’ più che 40enne, ha avuto l’idea di rivolgersi a uno psicoanalista e lo ha fatto. […] lo ha fatto senza presupposti, teologici, morali, psicologici. Ha semplicemente avuto, nella sua sovranità individuale, queste idea e l’ha messa in pratica. Potrei dire che quest’uomo si è comportato da vero laico, cosa che ai preti non capita molto spesso».
LA FEDE E LA PSICANALISI
La scelta del Papa è considerata “laica” dallo psicanalista Contri, che non intende in questo modo sminuire la componente sacrale e religiosa di Papa Bergoglio, anzi vuole esaltarla. «Questo è un vero comportamento laico, ma se ci si pensa bene è un vero comportamento cristiano: il cristianesimo vuole l’uomo libero nei suoi movimenti». Secondo Contri tra l’altro la scelta di andare da una donna, bere e seguace di Freud non è per nulla una contraddizione, o peggio uno “scandalo” come qualcuno l’ha definito dopo la “confessione” di Bergoglio. «Se il paziente vuole questo, non si vede cosa ci sia da ridire. Semmai, quando un paziente vuole l’analista donna, oppure uomo, questa sua preferenza iniziale un giorno diventerà argomento dell’analisi stessa. Infatti l’analisi è un processo di revisione dei propri precedenti. Potremmo anche dire un processo di appello, successivo a un primo processo finito male», spiega ancora Contri su Italia Oggi. Lo psicanalista ha poi provato ad illustrare cosa davvero può dare la psicanalisi alla fede in un complesso ma interessante percorso: «Porta la questione luminosa su che cosa significhi «fede», il che nessuno sa. Jacques Lacan sfotteva logicamente quando diceva: «Non si sa che cosa creda uno che crede, e che cosa non creda uno che non crede». La questione riguarda tutti, cristiani, musulmani, atei». La chiusura è una lode sperticata alla figura storica di Cristo Gesù, l’unico che davvero non aveva bisogno di psicanalista: «Gesù è stato un esempio di pensiero sano. Ha sempre avuto due partner del suo pensiero, chiamati «Padre» e «Spirito».