Un lungo reportage del giornalista del Corriere della Sera Fabrizio Peronaci torna su un argomento già più volte affrontato in passato e per nulla ‘risolto’: Amarlis, la setta dell’olio che suda dall’icona della Madonna e dalle stesse mani del “mistico guaritore” a capo della particolare e strana setta religiosa. I seguaci da anni sono dediti alle parole e opere di questo individuo “misterioso” di nome Christian: «un’anima pia, ama definirsi, la sua attività principale, quella di veggente (seriale) della «Beatissima Vergine», che di norma gli si manifesta vestita di bianco, su un enorme giglio circondato da un rovo di spine, ad averlo portato alla ribalta, dopo la prima apparizione del 22 gennaio 2013», spiega oggi sul Corriere della Sera lo stesso Peronaci. Dalle Marche fino a Roma, da Milano fino al sud Italia: il sedicente mistico distribuisce compiti e diffonde l’olio “sacro” vendendolo anche online. I fondatori di Amarlis venerano la Madonna «Giglio tra le spine» con novene su Fb e pellegrinaggi a Lourdes: ma il fondatore fa di più, promette infatti prodigiose guarigioni grazie alle applicazioni di olio essudato sia dall’immagine sacra sia dalle sue stesse mani. I riti sono poi molto particolari e finiti nella bufera dopo le immagini apparsi sul web della consacrazione delle “suore”: «Può un laico «creare» religiosi, mimando oltretutto il gesto solenne dell’imposizione delle mani? Che genere di ostia viene utilizzata? Perché sul capo delle consacrande viene posta una corona di spine? E cosa ci fa l’addetto alle pompe funebri, da tutti conosciuto in paese, con quella croce che posa di spalla in spalla?», si chiede ancora Peronaci.
DALL’ODIO ANTI-SIONISTA ALLE CANZONI NAPOLETANE
Il profilo del misterioso santone viene descritto dal giornalista del Corriere come molto particolare, «ha 30-35 anni. Fisico asciutto, barbetta aguzza. Interessi: vari. Dalla cucina (saporita, piccante) alla politica internazionale (commentata con toni da Hezbollah)». Ma è la sua attività principale, quella di veggente seriale e guaritore con l’olio “sacro”. La chiesa finora non è intervenuta perché di elementi “gravi” all’interno di questa setta non v’erano mai stati segnalati, ma ora i rituali e le accuse sui social iniziano a divenire assai consistenti: «inquietudine alimentata dalla voci di ragazze andate fuori di testa: alcune famiglie sono disperate per aver visto chi la figlia, chi la nipote, «cambiate, inebetite, come rintronate da sostanze stupefacenti», e c’è pure chi racconta di un «assistente spirituale» un po’ troppo operoso che si fa consegnare i gioielli dalle donne che chiedono di essere benedette, precisando di doverli distruggere «in quanto simboli del peccato», sottolinea il giornalista del Corriere, aggiungendo dubbi sui presunti “miracoli curativi” ottenuti con quell’olio venduto online come se fosse una normale impresa di commercio. Sulla sua pagina Facebook l’ignoto fondatore di Amarlis, Christian – sul sito della setta non vi sono contatti ufficiali dello stesso, ndr – si presenta con Kefiah al collo e anello al dito. Praticamente un santone filo-arabo con molti insulti e richiami contro Israele e il popolo sionista, definiti «occupanti perversi omicidi». Peronaci promette altre puntate sempre su Amarlis, una setta che non convince e contro cui per ora ci sono “solo” voci ma nessuna prova certa di illegalità o “truffa” contro i vari seguaci che in massa seguono la setta dell’olio sacro.