Bimba morta di malaria, ultime news: il nonno di Sofia rompe il silenzio e chiede che non vengano date colpe alle due bambine africane in attesa della verità.
Dopo lo sfogo del papà di Sofia Zago, la bambina di quattro anni morta di malaria a Trento, il quale contestava il fatto di sentirsi impotente di fronte all’intera vicenda, giunge il nullaosta che consentirà a breve, alla famiglia della piccola, di poter celebrare i funerali. E’ stato il direttore generale degli Spedali Civili di Brescia Ezio Belleri, come riporta Giornale di Brescia, a confermare: “Abbiamo ricevuto il nullaosta di entrambe le Procure, di Trento e Brescia, ora la piccola Sofia è nuovamente a disposizione della famiglia”. Come sappiamo, infatti, le due procure stanno conducendo due indagini separate e per questo il corpo di Sofia era stato posto sotto sequestro e sottoposto nella giornata di ieri agli accertamenti medico legali. Ora, la salma della bambina è custodita presso l’obitorio degli Spedali Civili di Brescia in attesa della decisione dei genitori circa i funerali che potrebbero quindi svolgersi nei prossimi giorni. Intanto il post su Facebook di Marco Zago, padre della piccola, è stato condiviso oltre mille volte ed ha ricevuto centinaia di commenti di sostegno ed affetto sincero, non solo da parte di amici e parenti ma anche di sconosciuti che hanno seguito con attenzione l’intera vicenda. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
“ESCLUSA IPOTESI SIRINGA INFETTA”
Barbara d’Urso è tornata ad occuparsi di Sofia Zago, la bimba morta di malaria a Trento. Il pediatra che aveva individuato il diabete e che quindi la teneva sotto controllo è intervenuto a Pomeriggio 5 per smentire l’ipotesi della trasmissione della malaria attraverso una siringa infetta: «La bambina è arrivata per noi a causa del diabete, non per la febbre. Ho instaurato un ottimo rapporto con la famiglia, è fondamentale farlo in questi casi. Siringa infetta esclusa? Posso dire che qui usiamo materiali monouso», ha dichiarato il dottor Roberto Franceschi. L’ipotesi del contagio con una siringa infetta è stata esclusa e il medico lo ha ribadito: «Negli anni passati i casi di malaria autoctona ci sono stati e sono stati descritti». I genitori della piccola Sofia hanno completa fiducia nel dottor Franceschi: lo ha precisato l’inviata di Pomeriggio 5, rivelando che anche dopo la morte della piccola le parti sono rimaste in contatto. (agg. di Silvana Palazzo)
LO SFOGO DEL PADRE SU FACEBOOK
Dopo il commento del nonno della piccola Sofia, morta di malaria a soli 4 anni a Trento, arriva anche quello del papà. Marco Zago, con un post su Facebook divenuto virale, ha voluto condividere il suo pensiero carico di dolore per la tragedia immane capitata alla sua famiglia. “Impotenti, così ci si sente nell’affrontare una malattia infida e aggressiva come la malaria, nonostante la cordialità e l’impegno costante di medici e infermieri”, ha esordito. La stessa impotenza, scrive Marco, è quella provata di fronte ai media, che senza pudore né rispetto hanno assediato la loro abitazione. Ed ancora si può parlare di impotenza anche di fronte alla notizia dei giornali che annuncia il corpo della figlioletta sotto sequestro prima dell’autopsia. Notizia appresa proprio attraverso la stampa, “neanche si trattasse dei beni di un malavitoso”. E’ un intenso sfogo quello affidato dal papà della bimba morta di malaria al social: “Purtroppo ammalarsi in Italia non è una sfortuna ma una colpa”. L’autopsia sul corpicino di Sofia è stata eseguita ieri e solo in seguito all’esame del medico legale, riporta TgCom24, la Procura di Trento ha disposto il via libera a Brescia per la sepoltura della bambina, quindi per la riconsegna del corpo ai genitori distrutti dal dolore. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
IPOTESI SIRINGA INFETTA, “LA PIÙ PLAUSIBILE”
Il caso della bambina morta di malaria è nuovamente centrale nel corso della trasmissione di oggi di Canale 5, Pomeriggio 5. A breve dovrebbe svolgersi la conferenza stampa nel corso della quale saranno resi maggiori dettagli chiarificatori circa le cause e le modalità di contagio della bimba di 4 anni. C’è chi crede possano essere state le due bambine africane anche loro affette da malaria ma guarite, chi invece avanza un’altra ipotesi, quella della presunta siringa infetta. Secondo quanto emerso da Corriere.it, Massimo Galli, infettivologo dell’Università di Milano e vicepresidente della Società italiana di Malattie infettive, ha dichiarato: “occorre per lo meno considerare l’improbabile, quasi al limite dell’impossibile”. Secondo lo stesso esperto, le ipotesi plausibili sarebbero due, dal momento che qui da noi la malaria non c’è. La prima è che in ospedale sia giunta una zanzara infetta da zone endemiche, trasportata magari da bagagli e che abbia poi punto Sofia. La seconda, è che “una zanzara autoctona del genere Anopheles avesse punto uno dei due bambini infetti e poi la piccola Sofia, trasmettendo il parassita”. Da escludere il contagio con il sangue infetto tra i bambini ricoverati. C’è però anche il caso delle siringhe infette. Questo sarebbe possibile? A rispondere è sempre Galli: “È improbabile perché si utilizzano materiali monouso. Però è questa l’ipotesi più plausibile. Si tratterebbe allora di un incidente madornale”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
IL NONNO DI SOFIA: “BIMBE AFRICANE INNOCENTI”
A tre giorni dalla morte di Sofia Zago, la bambina di 4 anni colpita da malaria e deceduta a Trento, a rompere il silenzio è il nonno Rodolfo Ferro. In una intervista rilasciata al quotidiano Reppublica.it, l’uomo ha voluto chiarire la sua posizione e quella della famiglia della piccola Sofia, ponendosi al tempo stesso delle domande, le medesime che l’Italia intera in queste ultime ore si è già chiesta. Si è detto tanto attorno al caso ed alle possibili modalità di contagio, fino a dare la colpa persino alle due bambine africane, ammalate anche loro di malaria, ricoverate nel medesimo reparto che ha accolto Sofia e dimesse dopo essere guarite. A loro va il pensiero affettuoso del nonno della piccola morta, invitando a non riservare a loro le accuse di quanto accaduto. “Sarebbe imperdonabile se ora venissero isolate dai loro amici, oppure a scuola”, ha commentato. Pur non accusando nessuno, nonno Rodolfo torna però a puntualizzare il bisogno di verità: “Tocca ai medici dirci come e perché Sofia è stata uccisa dalla malaria”.
“NEGLI OSPEDALI QUALCOSA VA AGGIORNATO”
Gli interrogativi del nonno di Sofia restano ancora numerosi e dopo la sua terribile morte sono stati tanti i ragionamenti fatti a tal proposito. “Forse però negli ospedali qualcosa va aggiornato, quando pazienti con questa malattia, o i loro parenti con i bagagli, entrano in contatto con gli altri”, ha aggiunto al quotidiano Repubblica. Il signor Ferro ha specificato come l’intera famiglia sia certa che tutti abbiano fatto il massimo per salvare la piccola Sofia. Nonostante la riconoscenza, però, ammette: “Sembra sempre più probabile che la presenza di una famiglia reduce dall’Africa e ammalata di malaria, negli stessi giorni in cui mia nipote è stata in ospedale, possa spiegare la tragedia”. Pur non volendo avanzare alcun tipo di accusa verso nessuno, l’uomo ha voluto semplicemente ribadire come il mondo sia cambiato: “assieme alle persone e alle merci possono viaggiare anche insetti e virus”. Di fronte a tale cambiamento, a sua detta, anche gli ospedali dovrebbero prendere atto di tale clima. Della famiglia africana poi dimessa, non ha più notizie, ma il nonno di Sofia non riesce a dimenticare le due bimbe: “Spero che nessuno le faccia sentire in colpa, o che non si ceda alla tentazione di isolarle. Sono innocenti e non sono mai state un pericolo per nessuno”, ha commentato. Ora ciò che auspica insieme alla sua intera famiglia, sono le adeguate risposte da parte dell’ospedale. “Ma prendersela con gli stranieri, o con i medici, non fa onore a chi finge di avere a cuore la verità per gli altri”, ha aggiunto, rispondendo alle tante polemiche che si sono sollevate in questi giorni.