Nonostante la minaccia del lancio di un nuovo missile Nordcoreano rischi di portare alle stelle la tensione a livello internazionale, la tanto temuta guerra potrebbe allontanarsi grazie ad un’intesa tra gli Stati Uniti e la Cina sulle sanzioni da comminare alla Corea del Nord. L’appoggio della Cina sarebbe infatti fondamentale per far passare nuove sanzioni contro il regime di Kim Jong Un da parte del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, come richiesto a gran voce dagli Stati Uniti. Il ministro degli esteri cinesi, Wang Yi, ha manifestato un’apertura abbastanza netta al riguardo: “Visti i recenti sviluppi della situazione nella penisola coreana, la Cina concorda sul fatto che il Consiglio di Sicurezza dell’ONU dovrà adottare delle adeguate contromisure.” Ad agevolare la svolta, un colloquio telefonico tra il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il primo ministro cinese Xi Jingpin, che in cambio dell’apertura nei confronti delle sanzioni si è fatto rassicurare dagli Usa riguardo al fatto che l’opzione militare non sarà immediatamente messa sul tavolo. (agg. di Fabio Belli)
NUOVO ASSE GIAPPONE-RUSSIA
Il “piano” di Putin funziona e nel giro di poche ore Trump, Xi Jinping, Moon Jae-in e ora anche Shinzo Abe stringono un accordo, per ora solo “informale” con la Russia per disinnescare la terza guerra mondiale sulla crisi nordcoreana. Il premier del Giappone, cosi come prima di lui in piani diversi e momenti diversi, anche Usa, Cina e Corea del Sud hanno fatto, stringe un patto con la Russia putiniana garantendo forte collaborazione sulla questione di Pyongyang. «Il Giappone e la Russia – ha sostenuto Abe in una nota diffusa poche ore fa da Tokyo – hanno accettato di collaborare strettamente sulla questione della Corea del Nord, in particolare nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite».
IL FATTORE-CINA
Esiste un “fattore Cina” per la Corea del Nord che porrebbe il rischio di una guerra mondiale ancora più allarmante: secondo quanto riporta oggi Zhang Lianghui, professore di strategie internazionali alla Scuola centrale del Partito a Pechino (riportato da Asia News), il recente nuovo asse Cina-Usa ha rafforzato l’ipotesi di un disegno del dittatore di Pyongyang con mirino non solo gli Stati Uniti ma lo stesso Pechino. «Nelle mosse di Kim Jong-un vi è anche un “fattore Cina” che gioca un ruolo. La Corea del Nord – dice alla stampa occidentale – fa una mossa pesante tutte le volte che la Cina ha un grande evento. Il lancio del 3 settembre è avvenuto alla vigilia dell’incontro di Xi con i Paesi del Brics. Un altro test missilistico è avvenuto lo scorso aprile, proprio prima che Xi Jinping si trovasse a colloquio con Donald Trump in Florida; un altro, lo scorso maggio, prima che la Cina lanciasse il suo programma “Belt and Road initiative». E se dopo decenni si rompesse definitivamente il “patto” non scritto tra Cina e Nord Corea, in nome dell’economia pro-Usa?
NUOVE MINACCE AGLI USA
La Corea del Nord torna a parlare, anzi, a minacciare, come suo solito in questi mesi di tremenda tensione pre-guerra mondiale. Dopo le voci confermate su maggiori sanzioni e inasprimento delle pressioni contro il regime di Pyongyang, Kim Jong-un reagisce e tramite il proprio ministro delle relazioni economiche esterne Kim Yong-jae afferma «Risponderemo ai barbarici tentativi di esercitare pressioni da parte degli Stati Uniti con le nostre forti contromisure». Mentre la vicina Sud Corea si arma al confine con i missili difesa Thhad e mentre la Russia invita al dialogo internazionale per fermare e scongiurare, il regime nordcoreano lancia l’ennesima provocazione contro gli Stati Uniti e contro l’Onu, dopo che la Cina e lo stesso Putin avevano messo in guardia Kim sulla disponibilità anche di Pyongyang di arrivare ad un tavolo di dialogo.
IL PIANO DI PUTIN
Il piano di Vladimir Putin per le due Coree è ora abbastanza chiaro: dopo l’incontro con il presidente della Sud Corea Moon Jae-in, il leader russo ha rilanciato il suo progetto militare, sociale, economico e strategico. «La Russia è pronta ad attuare progetti trilaterali che coinvolgano la Repubblica popolare democratica della Corea. Per esempio, il gas russo potrebbe essere fornito alla Corea tramite dei metanodotti, e le reti elettriche e ferroviarie di Russia, Sud Corea e Nord Corea potrebbero essere integrate», ha affermato Putin dopo aver incontrato a Vladivostok l’omologo di Seul. «In ogni caso la situazione nella penisola coreana sta arrivando sull’orlo di un pericoloso confronto militare e minaccia conseguenze catastrofiche»: e proprio per questo rischio, la guerra mondiale, che Putin studia la strategia diplomatica più vantaggiosa possibile per tutti, ovvero la soluzione economica. Gli Stati Uniti accetteranno che la Russia diventi di fatto il primo partner commerciale delle due Coree?
TRUMP “SEGUE” PUTIN
La terza guerra mondiale è più lontana? Le dichiarazioni rilasciate ieri in serata da Donald Trump sono per la prima volta in maniera convincente “vicine” a quelle che da settimane i leader di Cina e Russia spingono ad accogliere nella comunità internazionale, rispetto all’eventualità di uno scontro nucleare con la Corea del Nord. Putin ancora ieri ha ripetuto in un vertice con il presidente della Sud Corea Moon Jae-in, «Non dobbiamo mettere la Corea del Nord all’angolo, bisogna mantenere la lucidità, ulteriori sanzioni contro Pyongyang non risolveranno a nulla». Gli ha fatto eco anche il premier cinese Xi Jinping che nel colloquio telefonico con lo stesso Trump pare abbia ripetuto che «la Cina è determinata a perseguire la denuclearizzazione della penisola coreana con una soluzione possibile attraverso il dialogo e i mezzi pacifici». Sia con Xi Jinping che in seguito con la premier inglese Theresa May, il presidente degli Stati Uniti d’America ha affermato che le opzioni sono tutte in campo ancora, ma – questa la vera novità – «l’azione militare non è più la prima scelta». Un piccolo passo verso la diplomazia e un deciso passo verso l’allontanamento della terza guerra mondiale? Ancora non lo sappiamo, ma di certo è un passo di avvicinamento tra la Cina, gli Usa e la Russia, un elemento mai banale (almeno a livello pubblico).
PUTIN NON RICONOSCE STATUS NUCLEARE A PYONGYANG
Vladimir Putin, in colloquio bilaterale con l’omologo sudcoreano Moon Jae-in ha ribadito con forza che la Corea del Nord non sarà riconosciuta una vera potenza nucleare: una presa di posizione che sullo scacchiere complesso e allarmante di un possibile guerra mondiale, suona come un assist a Trump e un tentato riavvicinamento delle due super potenze mondiali. «Ho confermato al signor Moon Jae-in la nostra posizione di principio: non riconosceremo lo status nucleare della Corea del Nord». L’avviso di Putin, oltre a ribadire un buon rapporto con la Corea del Sud, segue quanto Trump ha sempre richiesto agli Stati vicini a Pyongyang, ovvero di non concedere sconti o “favori” ad una potenza di fatto impermeata su logiche di regime. «Il programma missilistico-nucleare di Pyongyang viola in modo pesante le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza Onu, mina il regime di non proliferazione e rappresenta una minaccia per l’Asia nord-orientale», conclude Putin a Vladivostok, confermando però che il dialogo resta la via principale per scardinare le tensioni internazionali attorno alla Corea del Nord.