Un uomo bussa in piena notte a casa di un amico, chiede qualcosa da mangiare. Quello gli dice di andarsene perché sta dormendo. Ma l’uomo continua a bussare fino a quando l’amico, pur di farlo smettere, si alza e gli dà del cibo. Papa Francesco ha usato il noto brano del Vangelo in cui Gesù dice che qualunque cosa chiederete al Padre Mio vi sarà data se chiederete con insistenza. Cioè se non vi scoraggerete e smetterete di chiedere. Così è nella vita e così è la preghiera: “Si prega con coraggio, perché quando preghiamo abbiamo un bisogno, normalmente, un bisogno. Un amico è Dio: è un amico ricco che ha del pane, ha quello del quale noi abbiamo bisogno. Come se Gesù dicesse: “Nella preghiera siate invadenti. Non stancatevi”. Ma non stancatevi di che? Di chiedere. ‘Chiedete e vi sarà dato’. Ma non è che funziona come con una bacchetta magica, spiega Francesco: la preghiera è un lavoro che richiede volontà, costanza, determinazione: “Perché io sto bussando alla porta del mio amico. Dio è amico, e con un amico io posso fare questo. Una preghiera costante, invadente. Pensiamo a Santa Monica per esempio, quanti anni ha pregato così, anche con le lacrime, per la conversione del suo figlio. Il Signore alla fine ha aperto la porta”.
L’OMELIA A SANTA MARTA
Una lotta aggiunge, raccontando la storia di un operaio la cui figlia era malata e i medici avevano detto essere senza sperare. Camminò tutta la notte fino a un santuario della Madonna che trovò chiuso. Restò lì tutta la notte davanti alla porta a pregare e quando tornò all’ospedale la figlia era guarita. Si deve pregare anche arrabbiandosi: È un amico: dà sempre il bene. Dà di più: io ti chiedo di risolvere questo problema e lui lo risolve e anche ti dà lo Spirito Santo. Di più. Pensiamo un po’: come prego? Come un pappagallo? Prego proprio con il bisogno nel cuore? Lotto con Dio nella preghiera perché mi dia quello di cui ho bisogno se è giusto? Impariamo da questo passo del Vangelo come pregare.