Vittorio Di Battista, papà dell’ex deputato M5s Alessandro, rischia il processo per gli insulti su Facebook al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Le indagini sono state chiuse. Di Battista senior è dunque accusato dalla Procura di Roma del reato di “offesa alla libertà del presidente della Repubblica” che è sancito dall’articolo 277 del codice penale. L’illecito contestato dall’aggiunto Francesco Caporale e dal pm Francesco Dall’Olio prevede condanne dai cinque ai quindici anni di carcere. La chiusura delle indagini sarà notificata nei prossimi giorni al padre di Alessandro Di Battista. Questo è l’atto che di norma precede la richiesta di rinvio a giudizio. La vicenda risale al 23 maggio scorso quando Vittorio Di Battista aveva scritto su Facebook un post, poi rimosso, nel quale scriveva che gli italiani dovevano assaltare il Quirinale e avvertiva Mattarella. Il 9 ottobre scorso il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede aveva firmato l’autorizzazione a procedere per il padre di Alessandro Di Battista così come prevede la legge per i reati di questo tipo.
INSULTI A MATTARELLA, VITTORIO DI BATTISTA VERSO PROCESSO
Il Guardasigilli ha autorizzato nei primi di ottobre le procure a procedere per le offese e le minacce agli organi costituzionali arrivate da esponenti del governo o comunque della coalizione M5s-Lega. Alfonso Bonafede ha firmato nove atti a carico di altrettanti indagati e lo ha scritto su Facebook. Si va dal vicepremier Matteo Salvini a Beppe Grillo, passando appunto per Vittorio Di Battista, padre di Alessandro, che nei giorni in cui si andava formando il governo scriveva sui social minacciando il presidente della Repubblica. «Ovviamente non ho fatto alcuna distinzione e ho firmato tutte le richieste», ha scritto il ministro della Giustizia, perché «tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, nessuno deve godere di privilegi». Quella di Vittorio Di Battista è la questione più recente. Scrisse: «Quando il Popolo di Parigi assaltò e distrusse quel gran palazzone, simbolo della perfidia del potere, rimasero gli enormi cumuli di macerie che, vendute successivamente, arricchirono un mastro di provincia. Ecco, il Quirinale è più di una Bastiglia, ha quadri, arazzi, tappeti e statue».