L’Europa batte un nuovo colpo contro i colossi media made in Usa dopo che il Parlamento Ue ha licenziato le nuove misure sugli audiovisivi e le piattaforme in stile Netflix, YouTube o Facebook. Maggiore protezione per i minori, limiti alla pubblicità e soprattutto nuove regole che impongono il 30% di contenuti e titoli “made in Ue”: l’aula di Strasburgo ha approvato il pacchetto con 452 voti a favore, 132 contrari, 65 astensioni con il quale viene modificata la legislazione sugli audiovisivi. I prossimi step legislativi prevedono prima l’adozione e ratifica del Consiglio Ue e poi, da quel momento in poi, ogni Stato membro avrà 21 mesi di tempo per recepire l’intero ordinamento “contro” le piattaforme di streaming e contenuti video online. Sul fronte pubblicità, le nuove regole approntate dall’Europarlamento stabiliscono un limite del 20% su tutta la pubblicità durante le trasmissioni tra le ore 6 e le 18, dando all’emittente la flessibilità di adeguare i tempi pubblicitari.
LE MISURE VOLUTE DALL’EUROPARLAMENTO
Dopo la lunga e non ancora conclusa “battaglia” dell’Unione Europea ai colossi social sulla Direttiva Copyright, nuova lotta alle multinazionali americane sul fronte streaming: in particolare, a stravolgere le regole sui contenuti Strasburgo ha pensato di imporre un 30% del contenuto su canali Tv e on-demand che siano prodotti in Ue. «Ciò che stiamo vivendo oggi con internet, video e film online, fino ad ora non è stato regolamentato. Questo è il motivo per cui abbiamo dovuto aggiornare la direttiva», ha spiegato Petra Kammerevert, europarlamentare tedesca del gruppo dei Socialisti e Democratici e co-relatrice della proposta. Sul fronte minori invece, le regole dell’Europarlamento decise oggi prevedono che «Gli adulti potranno utilizzare un software che filtra i contenuti audiovisuali delle piattaforme utilizzate dai figli e un altro software che verifica l’età del telespettatore nel caso di contenuti potenzialmente nocivi», spiega la relatrice Sabine Verheyen, europarlamentare tedesca del Partito Popolare Europeo. Per Silvia Costa, europarlamentare Pd, con la nuova legislazione Ue «definiamo finalmente un quadro di diritti e obblighi più equo tra il settore radiotelevisivo tradizionale e i nuovi servizi audiovisivi online, come i servizi di video on demand come Netflix e Apple Tv, le piattaforme di condivisione video come YouTube e Daily Motion, nonché i contenuti audiovisivi dei social network come Facebook e Vimeo».