Vi stiamo raccontando il dramma della ragazza 17enne di Roma segregata in casa dalla famiglia per aver confermato di essere lesbica. L’episodio è stato denunciato dalle associazioni gay e, intervenuto ai microfoni di Radio Roma Capitale, il dottor Massimo Frana ha commentato: “La minore è stata affidata ad una struttura apposita. Notizia gravissima perchè si tratta di una ragazza adolescente che sta crescendo ed è piena di dubbi e fragilità. Atteggiamento inconcepibile e gravissimo. Intervengo per dare la mia testimonianza. I diritti lgbt rappresentano una battaglia tutta da combattere. Devo registrare una pericolosa involuzione negli ultimi periodi nei confronti delle persone che vivono orientamenti sessuali “diversi”. Una società è tanto più civile e a misura d’uomo nella misura in cui si riesce ad aprire alle differenze e arricchirsi da quest’ultime”. Continua Frana, dottore di ricerca in Filosofia delle religione e attivista diritti LGBT: “Stigmatizzo e condanno questo gesto senza appello. Nel Settecento la Costituzione Americana parlava del “diritto alla felicità” e, in questi casi, si sta negando completamente il diritto ad essere se stessi, a seguire la propria strada e felicità. Il contesto è già ostile fra gli adolescenti, figuriamoci questa ragazza che si è trovata in questa situazione familiare ostile, ottusa e sofferente. Si diffonde sempre di più una mentalità omofoba e razzista, fatta di paure e di rifiuti della diversità”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
L’EPISODIO SI E’ VERIFICATO A ROMA
Una storia scioccante ci giunge da Albano Laziale, dove una ragazza di appena 17 anni veniva segregata in casa dai genitori, perché lesbica. La vicenda è stata denunciata da Gay Center e dalle forze dell’ordine, che sono riusciti a liberare la vittima dopo diversi medi di prigionia. I genitori, due impiegati di 50 anni, non accettavano l’orientamento sessuale della figlia, e di conseguenza hanno deciso di rinchiuderla, magari con la speranza che cambiasse idea. Indignato Fabrizio Marazzo dell’associazione Gay Center, sempre in prima linea nella lotta contro l’omofobia. L’attivista Lgbt, si sta battendo affinché venga approvata una legge contro l’omotransfobia: «Se non verrà approvata questa legge – ha ammesso – inviteremo i sindacati e la comunità lesbica, gay, bisex, e trans a fare uno sciopero generale dei lavoratori il 17 maggio, in occasione della Giornata Mondiale contro l’Omofobia a sostegno della richiesta di legge». Stando a quanto riferisce l’agenzia Ansa, la madre della vittima sarebbe finita sul registro degli indagati. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
SEGREGATA PERCHE’ LESBICA
Una grave situazione familiare, una denuncia di una associazione per i diritti Lgbt e addirittura una richiesta di legge contro l’omofobia: il caso di Roma emerso nelle ultime ore porta alla luce queste tre istanze tutte sorte dall’esperienza drammatica di una giovane 17enne che pare fosse stata segregata in casa per mesi per il semplice fatto di essere lesbica. Così attacca Fabrizio Marrazzo dell’Associazione Gay Center: «Una 17enne è stata segregata in casa dai genitori perché lesbica. E’ successo in provincia di Roma. Viveva in un clima di continua violenza. I familiari non la facevano uscire. Quando rimaneva sola nell’abitazione, i genitori chiudevano la porta a chiave con lei dentro», spiega il membro della sigla pro-Lgbt. Secondo quanto emerso dalle parole di Marrazzo, la ragazza è stata segregata in casa ad Albano Laziale quando la famiglia ha scoperto che la figlia era omosessuale; i due genitori, impiegati 50enni, avrebbero scoperto di una relazione con una coetanea della figlia spiando le conversazioni su WhatsApp. A quel punto scatta l’orrore della segregazione quasi forzata: «non la facevano più uscire. Inoltre i genitori, quando rimaneva sola in casa, chiudevano la porta a chiave con lei dentro. Nonostante questo la ragazza è riuscita a scappare di casa ed ha chiamato le forze dell´ordine, che, una prima volta, invece di metterla in protezione, la hanno riconsegnata alla famiglia».
LA DENUNCIA DI GAY CENTER
Solo a quel punto la ragazza è riuscita a scappare una seconda volta e ha avvisato oltre alle forze dell’ordine anche l’associazione Gay Center che opera nella capitale e su tutto il territorio laziale. «La ragazza, ripresa dalla famiglia, è stata poi ritrovata chiusa in casa dalle forze dell´ordine da noi allertate. Ora la ragazza è in una struttura protetta per minori e la stiamo aiutando a ricostruire la sua vita, facendole riprendere gli studi che aveva abbandonato forzatamente», spiega Marrazzo. Sulla vicenda è stata aperta un’indagine affidata alla polizia di Albano e agli agenti del commissariato di Anzio, coordinata dalla procura di Velletri; secondo la comunità Lgbt, il caso della 17enne romana non fa che confermare la necessità di una «legge contro l´omotransfobia, che preveda anche la formazione per il personale pubblico per evitare episodi di discriminazione e pregiudizio anche da parte di funzionari pubblici come accaduto alla giovane ragazza».