Risse e pestaggi, tutti nelle vie centrali di Piacenza: si stanno verificando da qualche settimana nel capoluogo emiliano e il programma “Le Iene” ha approfondito il fenomeno con Cizco. Si tratta di combattimenti uno contro uno che si stanno diffondendo rapidamente a causa dei video pubblicati sui social dai ragazzini, e di cui vi abbiamo parlato nei giorni scorsi. Molti dei protagonisti di questo fenomeno sono infatti minorenni. Alcuni giorni fa gli agenti della Questura di Piacenza ha identificato 63 persone, molte di queste non avevano neppure 18 anni. Tutti coinvolti nelle risse o spettatori. La Iena Cizco si è recata sul posto e ha incontrato alcuni di questi giovanissimi. Con l’aiuto del 15enne di origini bosniache che organizzava le risse, ha chiamato a raccolta in centro storico una ventina di partecipanti ai match di strada per provare a dare un lieto fine a questo fenomeno. «Vi pentite?», ha chiesto Cizco ad una schiera di minorenni con le maschere sul volto. Ma l’incontro si è trasformato in un’occasione per collezionare foto e Instagram Stories con il noto personaggio televisivo.
PIACENZA, RISSE TRA RAGAZZI COME “FIGHT CLUB” (LE IENE)
Uno dei giovani che ha partecipato all’incontro con “Le Iene”, come riportato dal quotidiano locale Libertà, si è addirittura arrampicato su un davanzale della galleria in via San Siro, a Piacenza, per scattare un selfie di gruppo dall’alto. Sul posto è poi arrivata una pattuglia dei carabinieri, insospettita dal raduno dei giovani nello stesso orario e nello stesso posto dove nelle scorse settimane si sono svolte le risse. Intanto il prefetto Maurizio Falco sta pensando ad un progetto sul disagio giovanile per aprire un dialogo generazionale innovativo. L’obiettivo è che non siano solo «destinatari dell’azione educativa, ma protagonisti di un racconto personale e collettivo, che smonti subdoli miti nichilisti, che combatta l’emarginazione dei più deboli, che ricomponga pericolose fratture nell’asse giovani, genitori, educatori (della scuola e della società)». La visione per il prefetto Falco deve essere realistica e non ipocrita, immaginare soluzioni anziché cercare colpevoli.