Il sindaco ed il vicesindaco di Fuscaldo, nel Cosentino, sono tra coloro finiti in manette in seguito ad un’indagine sulla corruzione e tentata concussione in Comune. Al centro delle indagini della Guardia di Finanza, diversi appalti: “Il sistema ha avuto come oggetto la gestione di molti appalti pubblici ed affidamenti diretti sia del Comune di Fuscaldo che di quello di Cosenza riguardanti lavori, servizi e forniture per un valore complessivo di oltre sette milioni e mezzo di euro”, si legge in una nota delle Fiamme Gialle. Come spiega ancora la Gdf, sono stati ricostruiti i rapporti interpersonali fra i pubblici ufficiali, gli imprenditori e gli altri soggetti coinvolti, che avrebbero messo in luce una “funzione pubblica spogliata della sua reale natura”, finalizzata al “perseguimento dell’interesse pubblico e del bene comune” ma che mirava al “mero raggiungimento di interessi privati”. Spesso, si è venuta a creare una vera e propria confusione tra ruoli tra il pubblico ufficiale, l’imprenditore e viceversa, tale da non delineare il limite tra interessi pubblici ed interessi privati. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
APPALTI FINITI NEL MIRINO
A finire nei guai per corruzione e appalti truccati, nell’ambito di un’indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Cosenza, sono stati molti rappresentanti del Comune di Fuscaldo, tra cui lo stesso sindaco ed il vicesindaco ed assessore. A carico del primo cittadino Gianfranco Ramundo, l’accusa è di corruzione e tentata concussione ma sono in tutto 14 i soggetti coinvolti e nei confronti dei quali sono scattate oggi le ordinanze di custodia. I reati contestati agli indagati – in tutto sono venti -, oltre a quelli sopracitati sono “indebita induzione a dare o a promettere, peculato, turbative di gare pubbliche e di procedimenti di scelta dei contraenti della Pubblica Amministrazione e falso ideologico”. Secondo quanto riferito dal Fatto Quotidiano nell’edizione online, sarebbero stati diversi gli appalti e gli affidamenti diretti finiti al centro dell’indagine, tra cui quello del depuratore comunale di Fuscaldo, per un valore di oltre un milione di euro, ma anche l’aggiudicazione dei lavori di ripristino del lungomare (altri 236mila euro) e la gestione della raccolta, trasporto e conferimento in discarica dei rifiuti (4milioni di euro). (Aggiornamento di Emanuela Longo)
14 ARRESTI PER CORRUZIONE A FUSCALDO
Corruzione, tentata concussione e indebita induzione a dare o promettere: questi i reati ipotizzati e che hanno portato la Guardia di Finanza di Cosenza ad eseguire oggi 14 arresti. Si tratta di 12 ordinanze di custodia in carcere e due ai domiciliari, come riportato da QuiCosenza.it che ha fatto il punto sulla massiccia operazione che ha coinvolto oltre 100 militari del Comando Provinciale della Gdf. A fare però molto clamore è l’arresto di personalità importanti del Comune di Fuscaldo, tra cui il sindaco Gianfranco Ramundo, il vice sindaco e assessore Paolo Cavaliere ed un altro assessore della medesima amministrazione comunale. Tra gli arrestati spiccano poi i nomi di un funzionario pubblico, imprenditori e professionisti. Al centro delle lunghe indagini condotte dalla Guardia di Finanza di Paola, la gestione di numerosi appalti pubblici e affidamenti diretti sia dal Comune di Fuscaldo che da quello di Cosenza relativi a “lavori, servizi e forniture” per un valore di oltre 7,5 milioni di euro.
CORRUZIONE, COMUNI DI COSENZA E FUSCALDO NEL MIRINO
Nel corso delle indagini per corruzione, è emerso il ruolo importante giocato da un funzionario, Michele Fernandez, il quale era sia dipendente a tempo indeterminato presso il Comune di Cosenza, ma anche responsabile di settore part-time presso il Comune di Fuscaldo. Dal lavoro condotto dalla Guardia di Finanza, sarebbe emerso un “collaudato sistema corruttivo e di collusioni nella gestione della cosa pubblica” radicato presso i due Enti locali e caratterizzato da condotte illecite da parte di pubblici ufficiali ed imprenditori ai danni dei due Comuni. Sono attraverso attività tecniche specifiche e l’analisi di una grande quantità di documentazione cartacea ed informatica ottenuta attraverso perquisizioni e sequestri, è stata fatta luce su molteplici turbative delle gare e dei procedimenti dio scelta dei contraenti della Pubblica Amministrazione. In merito a ciascuna gara, le Fiamme Gialle hanno riconosciuto accordi clandestini e collusioni tra soggetti pubblici e privati ma anche mezzi fraudolenti per assegnare in modo illecito i lavori e i servizi da parte del Comune nell’ambito dunque di appalti truccati. Oltre ai 14 arresti, è stato disposto anche il sequestro di beni e interdette due società dalla contrattazione con la pubblica amministrazione.