Assessore alla Sanità dell’Emilia-Romagna radiato dell’Ordine dei medici: Sergio Venturi, "sono senza parole". La difesa del governatore Bonaccini.
Proseguono le reazioni in merito alla radiazione dall’ordine dei medici di Sergio Venturi, assessore dell’Emilia Romagna. L’ultimo in ordine di tempo ad esprimere il proprio parere sulla vicenda, e nel contempo, ad esternare il proprio sostegno al medico bolognese, è il segretario regionale del Partito Democratico, Paolo Calvano: «La radiazione dell’assessore regionale Sergio Venturi – si legge su Lapressa.it – decisa dall’Ordine dei medici di Bologna è inquietante e apre un precedente pericolosissimo per il funzionamento democratico delle istituzioni. Sono indignato – ha proseguito Calvano – e al contempo sono vicino e solidale, sia in qualità di segretario regionale del Pd che di cittadino, all’assessore, al medico e all’uomo Sergio Venturi». Calvano è pronto a portare avanti una battaglia al fianco di Venturi «in difesa della libertà e della democrazia e dei diritti civili dei singoli cittadini». Secondo il segretario regionale del Pd, con tale radiazione «si é sancito che l’ordine professionale sovrasta le istituzioni». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
SERGIO VENTURI RADIATO DALL’ORDINE
Il governatore della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, non ha dubbi e prende le difese di Sergio Venture, l’assessore alla Sanità radiato dall’Ordine dei Medici di Bologna. Il presidente della Regione ha parlato di “una decisione molto grave e inaudita”, con la quale “un Ordine professionale giudica le scelte di un organo politico come la Giunta regionale”. Bonaccini definisce Venturi “oltre che una brava persona, un ottimo assessore”, sottolineando come l’Ordine abbia radiato l’assessore non “per una violazione al proprio codice deontologico o per comportamenti o scelte come medico”, ma “processando il suo operato da assessore”. Il governatore conclude garantendo che come “presidente e come Giunta dell’Emilia-Romagna tuteleremo nel contempo, in tutte le sedi e in tutte le forme necessarie, la nostra autonomia e la nostra immagine, insieme a quella del Servizio sanitario regionale. La sanità dell’Emilia-Romagna non si lascia processare da chi, peraltro, nonostante guidi l’Ordine dei medici di Bologna, ha più volte espresso dubbi sull’obbligo vaccinale e sulla nostra legge regionale che ha aperto la strada a livello nazionale”. (agg. di Dario D’Angelo)
BOLOGNA, ASSESSORE RADIATO DALL’ORDINE
Sergio Venturi, assessore alla Sanità dell’Emilia-Romagna, è stato radiato dell’Ordine dei medici. L’uomo paga una decisione che aveva preso due anni fa, con la delibera del maggio 2016 con cui ha di fatto consentito che a bordo delle ambulanze vi fossero solo infermieri. A metà ottobre lo stesso Venturi aveva fatto sapere di essere soggetto a procedimento disciplinare da parte dell’Ordine per via di questo atto amministrativo. “È chiaro che stiamo parlando di una vicenda priva di qualsiasi base giuridica, fatta con intenti che non hanno a che fare con il merito della questione”, erano state le sue parole riportate dall’edizione bolognese di Repubblica. “Se io in giunta faccio una proposta, mi pare ovvio che la faccio come assessore, non come medico. Se quindi l’Ordine dei medici – o dovrei dire il suo presidente, mi chiede conto di ciò – prende una decisione chiaramente illegittima”, aveva aggiunto.
LA RICHIESTA DI DIMISSIONI
Dunque ora Venturi è stato radiato dall’Ordine. “Non ho parole, pensavo prevalesse il buonsenso”, è il suo commento alla decisione, che dal suo punto di vista “manca di rispetto alla Giunta dell’Emilia-Romagna, istituzione che rappresento e di cui, di fatto, viene bocciata in maniera politica una delibera”. L’assessore ha la possibilità ovviamente di presentare ricorso contro questa decisione, ma già si infiamma la polemica politica, con la Lega che chiede le dimissioni di Venturi. “Più di una volta abbiamo messo in guardia la Giunta regionale circa l’inopportunità di uno scontro tra Istituzioni e medici”, “l’incapacità di dialogare della Giunta invece non ha fatto altro che esasperare il dibattito ed oggi ne raccogliamo i frutti con questo epilogo paradossale”. Per queste ragioni si chiede il passo indietro del medico che nella sua carriera è stato anche a capo dell’Ospedale di Parma e del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi.
