La festa del Natale è in un certo senso anche la festa degli Angeli. Ecco che da creature misteriose e invisibili appaiono agli umili, ai contadini, ai pastori nella loro fungente bellezza e mostrano loro la strada verso la capanna dove è nato il figlio di Dio. Nessun presepe o buon albero di Natale non può non avere sopra a tutto la figura di un angelo. Speso citati nell’antico testamento come messaggeri di Dio, è un angelo quello che porta a Maria l’annuncio e la proposta divina se accettare o no di essere la madre di Gesù. Interpreti soprannaturali, scrive Philip Yancey, teologo ed educatore protestante americano, sul sito Christianity Today, gli angeli operano nel mondo invisibile, raramente si rivelano a quelli di noi che occupano il mondo materiale. Con l’eccezione del capolavoro di Wim Wenders, Il cielo sopra Berlino, dove un angelo ha così nostalgia della vita umana da rinunciare alle sue ali per diventare uno di noi, ma è appunto un film. Dice ancora Yancey “Penso agli angeli come qualcosa di simile alla materia oscura che i fisici stanno ancora cercando di capire. Il nostro mondo familiare della materia – la Terra, le stelle e i pianeti, tutto ciò che possiamo vedere – rappresenta solo il 5% dell’universo. La materia oscura, che non interagisce con la materia “normale”, comprende circa il 27%, secondo le ultime stime. Sappiamo che la materia oscura esiste a causa del suo effetto sulla gravitazione, ma non può facilmente rilevarla poiché non assorbe, riflette o emette luce”.
GLI ANGELI DEL VECCHIO E NUOVO TESTAMENTO
Ma con l’avvicinarsi del Natale, non si possono evitare gli angeli. Si presentano in luoghi come i canti di Natale nel centro commerciale, nei biglietti di auguri, nella carta da regalo, nei presepi e o nelle cime degli alberi decorati. Queste adorabili e affettuose raffigurazioni hanno poco in comune con gli angeli dell’Antico Testamento, che spesso venivano come guerrieri per dispensare il giudizio anche con la spada infuocata. Ma con il Nuovo testamento lo stile cambia del tutto. Yancey dice di “aver dato un’occhiata più da vicino alla dozzina di racconti di angeli nei quattro Vangeli”. Improvvisamente, scrive, “ si verifica una raffica di visite angeliche. Dall’arcangelo Gabriele che annuncia la concezione di Giovanni Battista a una vecchia coppia sterile e una concezione ancor più miracolosa a una giovane donna vergine di nome Maria. Giuseppe, pieno di dubbi e paure, ha bisogno di ben tre apparizioni di angeli per essere rassicurato”. Per non dire delle schiere di angeli già citati che appaiono nel cielo di Betlemme la notte di Natale. E’ in quel momento che i mondi del visibile e dell’invisibile si uniscono. “Tre decenni dopo gli angeli si rifanno vedere: uno sulla tomba di Gesù scaccia i soldati romani; un altro, o addirittura due, dicono alle donne che Gesù è risorto”. E poi ci sono le schiere di angeli che servono a Gesù il cibo e l’acqua dopo i 40 giorni di tentazione nel deserto. E infine quando Gesù sta crollando per la paura della sua sorte nell’orto dei Getsemani, ecco arrivare un angelo a dargli la forza. Nel già citato film di Wenders gli angeli, invisibili, operano con sobrietà, suggeriscono ma non cancellano il libero arbitrio degli uomini. Uno di loro fallisce addirittura, quando la persona a lui affidata si lancia da un edificio suicidandosi. E’ un po’ quello che accade nei vangeli: se la Madonna avesse risposto di no all’arcangelo, lui se ne sarebbe andato senza usare violenza alcuna. Il loro potere è limitato, sottolinea Yancey. Sono sempre attorno a noi ma la loro attività ha dei limiti.
GLI ANGELI NON INTERVENGONO
Ma non è anche quello che ha fatto il figlio di Dio, entrando nella nostra umanità e accettandone i limiti, fino alla morte? Il teologo luterano Dietrich Bonhoeffer morì in un campo di concentramento nazista pochi giorni prima della liberazione, racconta Yancey. A differenza di Pietro, nessun angelo salvò Bonhoeffer. E’ morto aspettando e sperando, conclude. Le SS lo uccisero poche settimane della fine della prigionia. Bonhoeffer aveva compreso i vincoli del potere esercitato dal basso verso l’alto, non dall’alto verso il basso. In uno dei suoi sermoni natalizi, dice, “Dio non si vergogna dell’umiltà degli esseri umani. Dio cammina dritto dentro la loro umanità. Sceglie le persone come suoi strumenti e compie le sue meraviglie dove meno se lo aspettano. Dio è vicino all’umiltà; ama i perduti, gli abbandonati, gli sconvenienti, gli esclusi, i deboli e gli infranti”. A Natale, Dio ha messo da parte le prerogative della divinità e si è unito a noi nel nostro stato di miseria, aprendo la porta dall’esterno, per liberarci per il giorno in cui ci uniremo agli angeli in un coro celeste senza fine.