A quasi quattro anni dall’uccisione di Eligia Ardita, l’infermiera 35enne di Siracusa incinta all’ottavo mese, nella giornata di mercoledì 5 dicembre è giunta l’attesa sentenza a carico di Christian Leonardi, marito della vittima. Per la Corte siracusana, fu proprio il 43enne ad uccidere la moglie Eligia e la bimba che portava in grembo la notte del 19 gennaio 2015. Per tale ragione è stata emessa la sentenza di condanna all’ergastolo con l’accusa di omicidio volontario e procurato aborto. Ad occuparsi del caso con un approfondimento proprio sulla sentenza di primo grado sarà la trasmissione Quarto Grado, nella nuova puntata in onda questa sera su Rete 4. Ad assistere all’ultima udienza a carico dell’unico imputato del delitto di Eligia Ardita sono stati i familiari della giovane donna, a partire dalla sorella Luisa che per anni si è battuta senza sosta per rendere giustizia all’infermiera ed alla vita che portava in grembo. La sentenza di condanna è stata accolta da un lungo applauso liberatorio. Dopo aver metabolizzato l’importante giornata di mercoledì, come riferisce SiracusaOggi.it, proprio la sorella Luisa ha voluto commentare ciò che ha rappresentato per lei il verdetto a carico di Christian Leonardi: “La sentenza ha definito un percorso fatto di coraggio e paure, insicurezze e agguerrimento ed anche di disperazione. Non dimenticherò nulla di questo percorso, non dimenticherò mai mia sorella e mia nipote”. Queste le parole rese dalla donna telefonicamente a Fm Italia, lasciando da parte il seppur giustificato odio provato nei confronti dell’uomo che ha messo la parola fine su due vite. “Ci sbattevamo la testa sui muri per non accettare la realtà della loro morte, quel dolore che ti fa impazzire. E vedevamo lui, l’assassino di Eligia e Giulia, girare sotto casa con la sua freddezza insensibile e spudorata”, ha aggiunto.
ELIGIA ARDITA, L’OMICIDIO E LA CONDANNA DEL MARITO
Quasi quattro anni fa, Eligia Ardita e la piccola Giulia che portava in grembo morivano per mano di un uomo, rispettivamente marito e futuro padre della piccola. Lo hanno stabilito i giudici della Corte d’Assise di Siracusa che nei giorni scorsi si sono espressi con la sentenza all’ergastolo su uno dei casi di cronaca che più ha scosso il Paese per la sua crudeltà. Madre e figlia sono decedute in seguito ad un arresto cardiorespiratorio causato da un forte trauma. Secondo la ricostruzione, Eligia ebbe un violento litigio con il marito Christian Leonardi che le provocò il vomito dopo averle stretto con forza la mano sulla bocca. Quindi allertò l’ambulanza parlando di malore ma la donna morì poco dopo. Non si trattò di un caso di malasanità come inizialmente ipotizzato poichè, man mano che gli inquirenti raccoglievano prove, venne a galla una realtà di gran lunga più drammatica e che aveva a che fare con il suo rapporto di coppia. Arrestato, Leonardi inizialmente confessò di aver ucciso la moglie al culmine di una lite, ma in sede processuale ritrattò tutto. Solo grazie ad accurate indagini della procura fu possibile stabilire come andarono veramente i fatti, fino alla pronuncia della condanna all’ergastolo, oltre a tre mesi di isolamento diurno.