San Valentino, la storia
Il 14 febbraio si celebra San Valentino, il vescovo e martire considerato patrono degli innamorati. Valentino nacque a Terni nel 197 da una famiglia patrizia che non professava la religione cristiana, ma che per il figlio voleva un tipo di educazione di questo genere.La decisione dei genitori portò Valentino a studiare le scritture Sacre della Bibbia e a soli ventuno anni il santo venne nominato sacerdote dal vescovo di Terni. Grazie al suo grande impegno per la diffusione della parola di Cristo in terra natale, nel 270 Valentino viaggiò a Roma dove, sotto richiesta di Cratone, uno degli oratori grechi maggiormente conosciuto al periodo, fu invitato a convertire i pagani durante le persecuzioni messe in atto da parte dell’imperatore romano. Valentino non voleva di certo essere visto come un sacerdote che non rispettava il suo compito e proprio per questo motivo il santo decise di effettuare la conversione dei pagani. Ma come per altri cristiani, che in periodi differenti fecero la medesima azione, anche per Valentino le fredde maglie della legge dell’imperatore non tardarono a farsi sentire.Claudio II, imperatore romano di quel periodo, decise di far arrestare il sacerdote col quale ebbe un incontro. Durante il dialogo l’imperatore cercò di capire quali fossero le motivazioni che spingessero Valentino a continuare a professare la parola del Signore pur sapendo che egli rischiava la morte. La grande voglia di Valentino di convertire la popolazione pagana spinse l’imperatore Claudio ad avvicinarsi alla religione professata dal suo prigioniero, al punto tale che anche Claudio II iniziò a conoscere il Vangelo e le prediche che venivano narrate da Valentino.
Il martirio di San Valentino
Spinto da un grande senso di gioia nel sentire quelle parole, Claudio decise di graziare Valentino e gli concesse la possibilità di proseguire nella sua opera di conversione dei pagani. Ma l’imperatore clemente venne poi a mancare diversi anni dopo aver liberato Valentino e gli succedette Aureliano. Questo, al contrario del suo predecessore, aveva un pugno di ferro e modo di gestire le problematiche dell’impero completamente differente rispetto a Claudio. Per questo, venendo a conoscenza che un ormai novantenne Valentino proseguiva nella conversione dei pagani, decise di porre fine a questo problema. Aureliano, per evitare che la popolazione potesse insorgere contro di lui, decise di far arrestare Valentino nel momento in cui il santo stava sposando un legionario romano e una donna malata gravemente, il cui sui ultimo desiderio era proprio quello di sposare l’uomo che aveva amato. Probabilmente per questo Valentino viene ricordato come santo che professava l’amore, visto che questa fu la sua ultima azione da uomo cristiano e libero. Le guardie lo catturarono e condussero verso una delle vie secondarie ed esterne ai confini dell’impero, assieme ai due novelli sposi. Tutti e tre vennero torturati a morte ed infine decapitati: Valentino in quanto non aveva rinnegato la religiose cristiana ed i due sposi poiché avevano scelto il rito cristiano per diventare marito e moglie.