Martin Luther King, 50 anni fa l’omicidio: lo scorso 4 aprile 1968 a Memphis, capoluogo della contea di Shelby nello Stato del Tennessee, venne ucciso da un colpo di fucile al secondo piano del Lorraine Motel di Mulberry Street dove alloggiava. Considerato uno dei personaggi storici più influenti di sempre, Martin Luther King è stato un pastore protestante, politico e attivista statunitense, ma soprattutto leader del movimento per i diritti civili degli afroamericani. Definito il difensore degli afromericani, il nativo di Atlanta è stato spetto accostato per la sua attività di pacifista a quello di Gandhi, leader della non violenza, e a quello di Richard Gregg, il primo americano a teorizzare la lotta non violenta. Il lavoro e l’impegno civile di Martin Luther King è condensato nell’ormai celebre “Letter from Birmingham Jail” (“Lettera dalla prigione di Birmingham”) del 1963 e in “Strength to love” (“La forza di amare”), che costituiscono l’enunciazione della sua crociata per la giustizia. Paladino dei reietti e degli emarginati, il “redentore della faccia nera” è stato sempre in prima linea nella lotta all’eliminazione di qualsiasi forma di pregiudizio etnico negli anni cinquanta e sessanta, predicando l’ottimismo creativo dell’amore e della resistenza non violenta in opposizione alla reazioni veementi di altri gruppi di colore, Malcolm X tra i tanti.
MARTIN LUTHER KING, 50 ANNI FA L’OMICIDIO
Oggi, 4 aprile 2018, ricorre il cinquantesimo anno dalla sua morte e in tutti gli Stati Uniti d’America sono previsti cortei e manifestazione per rendere omaggio al paladino degli afroamericano e ad uno dei più grandi difensori dei diritti civili. Alle 18, ora del suo decesso, decine di campane suoneranno all’unisono: numerose le città nel mondo che hanno aderito all’iniziativa, con trentanove rintocchi (uno per ogni anno di vita di Martin Luther King). Senza ombra di dubbio il discorso più celebre del pastore americano è quello del 1963, al Lincoln Memorial in occasione della marcia per la Libertà e per il Lavoro che portò a Washington ben 250 mila persone. Nel corso del suo intervenne recitò la celebre frase “I have a dream”, ripresa a più battute nel corso degli anni fino ai giorni nostri. L’anno successivo, nel 1964, Martin Luther King ricevette il Premio Nobel per la pace, mentre nel 1965 ottenne la sua più grande vittoria nell’ambito della lotta per i diritti civili: il Congresso statunitense infatti approvò il Voting Rights Act, atto che pose fine alla segregazione razziale negli Stati Uniti d’America, dando libertà politica agli afroamericani.