Antonella Filippone, sorella di Fausto, il manager che domenica si è suicidato dal viadotto Alento sull’A14, dopo aver lanciato la figlia di 10 anni nel vuoto e – forse – ucciso anche la moglie Marina Angrilli, non riesce a darsi pace. Difficile, se non impossibile, trovare una spiegazione al gesto del fratello: una persona descritta da tutti come normale ed equilibrata. Resta però un grande rammarico, quello di non aver potuto parlare con il fratello Fausto, come invece Filippone aveva richiesto durante le ore delle drammatiche e tesissime trattative con la polizia. Come riportato da Il Corriere della Sera, Antonella non si spiega perché le sia stato negato di parlargli:”Le forze dell’ordine mi hanno tenuto in un angolo su quel viadotto per cinque ore senza mai farmi parlare con mio fratello, eppure era stato lui a chiedere di vedermi. Poi Fausto si è buttato e io sono ancora qui, senza una spiegazione…”. (agg. di Dario D’Angelo)
L’ULTIMA TELEFONATA DELLA MOGLIE
Una tragedia familiare che per ora non trova spiegazione: è quella che ha visto protagonista Fausto Filippone, il manager che domenica si è suicidato buttandosi da un cavalcavia dell’A14: il tutto dopo aver lanciato dallo stesso la figlia Ludovica di 10 anni in seguito al volo dal terrazzo di casa della moglie Marina Angrilli, una docente di italiano e latino del liceo scientifico Leonardo Da Vinci di Pescara. E proprio l’ultima telefonata della donna ad una collega non fa altro che infittire il mistero sulle cause dell’effetto domino che nel giro di 8 ore ha spazzato via una famiglia all’apparenza modello. Marina era serena, come riporta La Repubblica. La collega della donna, che ha parlato con lei un’ora e mezza prima che trovasse la morte, ha riferito:”Mi ha raccontato per tutto il tempo di Ludovica, di quanto era orgogliosa del fatto che avesse partecipato al concorso canoro in maniera sportiva, senza competizione. Subito dopo l’esibizione era andata a giocare con gli amici”. Cos’è successo per spazzare via tutta questa serenità? (agg. di Dario D’Angelo)
IL CONCORSO CANORO
Nonostante venisse descritto come un uomo particolarmente gentile e pacifico, e non ci siano al momento testimonianze riguardo liti in famiglia, per Fausto Filippone il periodo che ha preceduto il probabile duplice omicidio di moglie e figlia e il suo conseguente suicidio nascondeva dei turbamenti nascosti. Almeno così ha riferito la sorella dell’uomo: “Mio fratello era di un’educazione e una grazia incredibili. È vero che dalla morte di nostra madre Lilia, lo scorso 18 agosto, si era intristito, provava un senso di solitudine. Ma non c’erano problemi economici, nessuna crisi di coppia. Venerdì sera Fausto, Marina e Ludovica erano andati insieme nel paese di Caramanico a seguire un concorso canoro.” Dunque un quadro compatibile con la “normalissima famiglia italiana” descritta dagli inquirenti che stanno seguendo il caso, ma la morte della madre potrebbe aver giocato un ruolo decisivo nella latente depressione di Fausto Filippone. (agg. di Fabio Belli)
IL GIALLO DEI NOMI SUL FOGLIETTO
Nel corso di una conferenza stampa tenuta dal Questore di Chieti, Raffaele Palumbo, si è fatta oggi maggiore chiarezza sulla personalità e la figura privata di Fausto Filippone, il manager che ieri si è suicidato lanciandosi da un cavalcavia dell’A14 al termine di una giornata drammatica che l’ha visto lanciare nel vuoto anche la figlia di 10 anni della sua convivente. Se non sono emerse particolari problematiche dal punto di vista psichico che possano giustificare i suoi folli gesti, è anche vero che la Polizia sta continuando a indagare per capire cosa possa aver fatto scattare il raptus omicida e poi portarlo a buttarsi nonostante i tentativi di salvarlo. In particolare, gli inquirenti stanno scavando nella sua vita e concentrano anche l’attenzione su un foglietto che l’uomo avrebbe vergato di suo pugno e che, secondo i dirigenti della Squadra Mobile della città abruzzese, sarebbero stati annotati dei nomi sui quali vige uno stretto riserbo. Il suddetto foglietto era stato lanciato nel vuoto da Filippone prima di suicidarsi e potrebbe, se non chiarire i motivi del gesto, dare un indizio per delle indagini che al momento si trovano di fronte a un vero e proprio mistero. (agg. di R. G. Flore)
LA POLIZIA, “NON AVEVA PROBLEMI PSICHICI”
Mentre non si è ancora esaurita l’eco della tragedia andata in scena nella giornata di ieri e ci si interroga sulle cause che hanno portato a un esito per certi versi shockante nella sua dinamica, si continua a “scavare” nella vita di Fausto Filippone, il manager che si è buttato da un cavalcavia nei pressi di Francavilla al Mare dopo aver lanciato nel vuoto la figlia della convivente (la piccola Ludovica di 10 anni) e a seguito della caduta dal quarto piano di casa della stessa donna. A quanto pare, nonostante nel passato dell’uomo vi siano ancora particolari oscuri e una depressione legata non solo alla morte della madre ma pure al suicidio di un amico, pare che fa fonti della polizia Filippone non risultasse essere “affetto fa patologie in genere e in particolare da disturbi psichici”. Infatti, in base ai primi accertamenti, risulta ancora difficile capire quale sia stato il fattore scatenante della giornata di follia: e la stessa comunità di Spoltore, nei pressi di Chieti Scalo, non riesce a capacitarsi dato che, pur essendo un uomo silenzioso sul lavoro, riservato ma “anche molto impegnato”, il manager non sembrava avesse problemi particolari e quello che sta emergendo è un quadro di serenità familiare che mai avrebbe lasciato presagire un epilogo così drammatico. Lo stesso fratello della compagna Marina Angilli, Francesco, oggi ha tenuto a ribadire che quella formata dalla sorella e da Filippone era “una famiglia sana e di buoni principi”. (agg. di R. G. Flore)
SOTTO CHOC PER UN AMICO CHE SI TOLSE LA VITA
Ha chiesto ripetutamente se la moglie Marina Angrilli fosse ancora viva e nonostante i presenti gli avessero tenuto nascosto il suo decesso, non è bastato a convincere l’uomo a tornare sui suoi passi. All’indomani della terribile tragedia familiare che si è consumata a Francavilla al Mare, si cerca di fare luce sul profilo dell’uomo, stimato manager 49enne, che si è suicidato dopo aver – si presume – lanciato giù da un punte sulla A14 la figlia Ludovica, 10 anni. Nonostante una carriera florida come importante dirigente di una grande azienda di abbigliamento maschile lo avesse portato ad essere circondato dalla stima di colleghi ed amici, Filippone quasi certamente viveva un dramma interiore molto profondo. Oltre alla perdita della madre, avvenuta recentemente e che avrebbe potuto influire sulla sua decisione di farla finita, infatti, l’uomo era rimasto fortemente scosso da altri importanti lutti. Alcuni conoscenti non avevano comunque notato in lui alcun cambiamento, come spiega TgCom24, eppure solo un paio di mesi fa una ex compagna di liceo lo aveva contattato per comunicargli il suicidio di un amico comune. Il cognato di Fausto, il dottore Francesco Angrilli, ha spiegato che la sorella Marina era regolarmente sposata con rito civile con Fausto, mentre Ludovica era la figlia legittima della coppia. “Una famiglia normalissima, sana e di buoni principi”, la descrive oggi, senza riuscire a superare lo sconforto per quanto accaduto. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
DEPRESSO PER LA MORTE DELLA MADRE
La tragedia di Francavilla al mare sta trovando grande spazio nelle ultime ore. Fausto Filippone, 49enne e noto manager di Brioni, si è gettato dal viadotto della A14 dopo aver buttato giù la figlia di dieci anni. Il tutto, dopo la morte della compagna Marina Angrilli, caduta misteriosamente dal secondo piano della loro abitazione in largo Roccaraso a Chieti Scalo. Stimato dirigente dell’azienda di abbigliamento, Fausto Filippone ha vissuto a lungo a Venezia, dove si è laureato a Ca’ Foscari in Economia aziendale. Anni vissuti a Marghera, in via Feltre, con un grande percorso professionale che lo ha fatto conoscere per la sua bravura e il suo spirito di iniziativa. L’ultimo periodo è stato molto difficile per l’uomo: pochi mesi fa Filippone ha perso la madre e stava attraversando un momento complicato. Non tanto però a lasciar presagire la tragedia vissuta ieri, con l’uomo che si è suicidato dopo aver posto fine alla vita della figlia. E bisogna ancora scoprire la vera causa del decesso della moglie… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
CHI E’ FAUSTO FILIPPONE
Fausto Filippone, dopo sette ore di intense trattative, si è gettato nel vuoto, lasciandosi così morire al termine di una domenica caratterizzata da una immane tragedia familiare. Questo è solo l’epilogo di una storia iniziata con la caduta della moglie Marina Angrilli, 52 anni, precipitata dal terzo piano di un palazzo a Chieti Scalo e deceduta all’ospedale SS. Annunziata a causa delle gravissime lesioni riportate. In contemporanea Fausto Filippone si è recato sul viadotto Alento di Francavilla al Mare, al chilometro 390 dell’autostrada A14 e dopo aver lanciato nel vuoto la figlia della convivente, Ludovica di appena 10 anni, si è suicidato. Ora l’uomo è pesantemente sospettato non solo dell’omicidio della bambina ma anche della sua compagna. Secondo quanto riferisce Askanews, Filippone aveva seguito l’ambulanza con a bordo la moglie fino al Pronto soccorso. Era stato lui stesso a spiegare la caduta della donna dal balcone dell’abitazione in piazza Roccaraso, a Chieti, quindi era poi allontanato dal nosocomio fornendo false generalità e portando con sé la bambina, con la quale si sarebbe poi recato sull’A14 dove entrambi avrebbero incontrato la morte. Per ore ha impedito che i soccorritori potessero avvicinarsi alla bambina, sebbene le speranze di trovarla ancora vive si andavano ad affievolire con il passare dei minuti. Prima del suicidio, avrebbe chiesto perdono a tutti.
FAUSTO FILIPPONE, LA NOTA DELLA BRIONI
Fausto Filippone sarà ricordato come l’uomo che gettò dal ponte la figlia della sua convivente dopo essere rimasto appeso alla rete di protezione esterna per oltre sette ore, prima di suicidarsi. Aveva 49 anni ed era un noto dirigente aziendale di Chieti. Lavorava alla Brioni spa di Penne ed era molto stimato nell’ambiente, dove si era affermato sempre di più tanto da aver ricevuto di recente anche una promozione. A confermarlo è ora anche la medesima ditta sotto choc in seguito all’accaduto. La stessa Brioni in una nota ha voluto commentare la tragedia contribuendo anche a delineare il profilo di Fausto Filippone. “Da anni impiegato nell’azienda, Filippone è stato protagonista di un percorso di crescita professionale continuo, conquistando la stima e l’affetto di dirigenti e collaboratori”, si legge. L’uomo avrebbe svolto il suo lavoro “sempre con grande professionalità” e proprio questo aveva contribuito a determinare i “recenti positivi sviluppi di carriera”. Insieme alla moglie, morta dopo la caduta misteriosa dal balcone, ed alla bambina, Filippone viveva a Pescara.