Alice Gruppioni, risarcimento da 12 milioni di dollari, uccisa a Venice Beach nel 2013, investita da un folle. La giovane imprenditrice era negli Stati Uniti per il viaggio di nozze
L’uomo al volante dell’auto che ha ucciso Alice Gruppioni scagliandosi indisciminatamente sulla folla sulla spiaggia di Venice Beach, lo spacciatore Nathan Campbell, per il suo gesto folle è stato condannato negli Stati Uniti a 42 anni di reclusione per omicidio di secondo grado. Inizialmente era stata chiesta per l’omicida la pena di morte, è stato però accertato da processo come l’omicidio non fosse intenzionazle o premeditato: l’uomo ha perso il controllo della sua automobile, scagliandosi sulla zona della spiaggia tra i bar e la folla, uccidendo la povera Alice. La transazione economica, che ha riguardato anche Alice Gruppioni nella misura dei già citati 12 milioni di euro, ha chiuso un contenzioso che durava da 5 anni tra vittime ed autorità. (agg. di Fabio Belli)
IL MARITO: “LA NON DIMENTICHI”
Come vi abbiamo sottolineato, la zona in cui Alice Gruppioni perse la vita dopo essere stata investita è stata messa in sicurezza. Il marito Christian ha sottolineato ai microfoni de Il Resto del Carlino: “Tra le nostre condizioni, la prima imprescindibile era la messa in sicurezza di quell’area. Di questo sono felice, perché se questo è l’esito vuol dire che la municipalità ha finalmente accettato di proteggere nel modo migliore quella parte di città che è frequentata ogni giorno da così tante persone”. Il compagno della giovane imprenditrice ha sottolineato che preferisce restare lontano da Venice Beach: “Sono stato una sola altra volta a Los Angeles, per il processo. Il ricordo di quel giorno me ne tiene lontano. Ciò che non vorrei però è che sia la comunità di Los Angeles a dimenticare quello che è successo, che tra due anni la memoria di questa nostra vicenda si sia totalmente sbiadita, come se non fosse mai accaduta. La messa in sicurezza di quell’area mi auguro servirà anche a questo. È un segnale forte, ed è un segno tangibile di quella nostra tragedia”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
COSA DICE LA STAMPA LOCALE
La famiglia di Alice Gruppioni sarà risarcita dalla città di Los Angeles per la morte prematura della 32enne bolognese, la quale nel 2013 si trovava a Venice Beach con il neo consorte, in luna di miele. Un risarcimento milionario che ammonterebbe a 12 milioni di dollari, quello che è stato avanzato nei confronti dei parenti della vittima. In America, a rappresentare la famiglia di Alice in questi anni c’è sempre stato l’avvocato Greg Bentley che dopo il terribile incidente mortale motivò l’avvio di una causa civile spiegando che la città fosse a conoscenza della poca sicurezza presente in quel tratto teatro della disgrazia. Il risarcimento giunto 5 anni dopo, dà ragione alla famiglia Gruppioni. La stampa locale, come riporta Corriere.it, ha già spiegato che a Venice Beach saranno aggiunti “paletti dissuasori, mentre la città ha già migliorato l’illuminazione lungo la passerella e il molo, installato nuove telecamere di sicurezza e altoparlanti per dirigere la folla durante un’emergenza”. Secondo i quotidiani statunitensi, inoltre, gli avvocati della City cercarono di respingere le accuse sostenendo che la passerella rientrava in un codice per il quale cadevano le responsabilità legali per lesioni su percorsi di svago a carico delle agenzie governative. “La passerella, sostenevano, è utilizzata per accedere alla spiaggia, una pista ciclabile nelle vicinanze e attività ricreative come pallamano e pallavolo”, scrive la stampa locale. Ma a non pensarla così è stata la Suprema Corte che ha stabilito il maxi risarcimento. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
ALTRE VITTIME RISARCITE
Quasi cinque anni dopo la morte tragica di Alice Gruppioni arriva la notizia del maxi risarcimento alla famiglia della donna 32enne morta sul lungomare di Venice Beach durante il viaggio di nozze, mentre si trovava con il neo marito Christian Casadei. Proprio quest’ultimo aveva raccontato in Tribunale a Los Angeles il suo tentativo di mettere in salvo la moglie per evitare che venisse investita. L’uomo, come riporta Today.it, la tirò contro un portone ma questo non fu sufficiente poichè l’auto guidata da Nathan Campbell la investì trascinandola per un centinaio di metri aggrappata al cofano prima di cadere rovinosamente sull’asfalto. Una caduta che le provocò un violento colpo alla testa tale da provocarle un trauma cranico fatale. Ora, la Municipalità di Los Angeles ha fatto sapere il risarcimento di 12 milioni di dollari che sarà reso alla famiglia della vittima e con il quale andrà a chiudersi la causa civile. Come spiega AgenPress, anche altre due persone saranno risarcite dalla città di Los Angeles per un totale di 2 milioni di dollari poiché ferite nell’incidente insieme ad altri 14 soggetti. Già in passato il legale della famiglia di Alice aveva spiegato che “La città e la contea sapevano che ogni giorno più di 15 auto circolavano sul marciapiede nel periodo della disgrazia, cosa che è completamente inammissibile dal punto di vista della pubblica sicurezza”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
“PASSATO NON CAMBIA”
Ieri vi abbiamo raccontato la vicenda di Alice Gruppioni, l’imprenditrice italiana morta a Venice Beach nel 2013 mentre era in viaggio di nozze, investita da un folle. I colleghi de Il Resto del Carlino hanno contattato Christian Casadei, martio della giovane ragazza. La famiglia ha ricevuto un risarcimento di 12 milioni di dollari, ma l’uomo ha sottolineato che questo non può ovviamente cambiare il corso delle cose: “La mia vita è già cambiata da un pezzo e questo risarcimento non rimetterà le cose al loro posto. Spero però che sia un segnale forte per quella comunità. Spero che si ricordino di Alice e di quello è che successo. Ora so che prenderanno provvedimenti per non farlo accadere mai più”. Sull’esito del processo Casadei ha poi sottolineato: “È la conclusione di un processo che si è protratto a lungo e che doveva concludersi. Ma se devo dirle che aspettavo questo momento le mentirei, perché questo risarcimento non cambia le cose. Io sono ancora fermo lì. L’unica cosa che veramente vorrei è che tutto questo non fosse mai successo a noi”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
12 MILIONI DI RISARCIMENTO
Era il 3 agosto del 2013 quando Alice Gruppioni venne investita e uccisa da un folle a bordo di un’auto a Venice Beach, celebre passeggiata sul lungomare di Miami. La ragazza era negli Stati Uniti in viaggio di nozze insieme al suo neo-sposo, ma quel momento che avrebbe dovuto essere indimenticabile, si trasformò in una tragedia. Ora la famiglia dell’imprenditrice bolognese di 32 anni, riceverà un assegno da 12 milioni di dollari. Come riportato dall’edizione online del quotidiano La Repubblica, è questa la cifra che «compare nella transazione che chiude l’azione civile avviata dopo la morte», appunto della stessa Gruppioni. Autore di quel gesto sconsiderato, Nathan Campbell, spacciatore condannato dal tribunale di Los Angeles a 42 anni di reclusione.
IL COMMENTO DELLA ZIA
La zia, Katia Grupponi, è uscita allo scoperto nelle scorse ore, commentando la notizia circa il posizionamento di una targa in memoria delle vittime (un morto e svariati feriti) di quel terribile giorno, lì dove appunto avvenne lo scontro: «È una cosa importante che venga ricordata anche lì – le parole della sorella del padre di Alice – sull’ultima terra che ha toccato. E’ una piccolissima soddisfazione, ma comunque è importante». Dopo quel fatto, la città di Los Angeles ha deciso di installare delle protezioni come misura di sicurezza nei confronti dei pedoni che percorrono la nota passeggiata: «Ora – ha commentato e concluso la zia – una cosa del genere non succederà più».