Gaffe che non è affatto passata inosservata, quella pronunciata nella giornata odierna dal neo presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel corso del suo discorso alla Camera, in vista del voto di fiducia. Conte ha denunciato quanto il sistema stia diventando “censitario” e solo chi ha più soldi è in grado di difendersi in modo adeguato in Tribunale. A tal proposito, il premier ha commentato, come riferisce l’edizione online de Il Foglio: “Non diciamo che la giustizia va bene. Siamo consapevoli che sulla giustizia abbiamo fatto dei passi indietro nel tempo. Oggi chi può permettersi delle difese articolate riesce a difendere le proprie ragioni. E’ una giustizia censitaria. Qualcosa non va bene”. Un punto di vista per certi aspetti condivisibile se non fosse che a distogliere l’attenzione sia stata la successiva gaffe – da alcuni considerato un vero e proprio lapsus – di Conte sempre sul tema della giustizia. A sua detta, in tema giustizia ci sarebbero margini di intervento, “nel rispetto dei principi costituzionali di presunzione della colpevolezza, diritto a un processo giusto, durata ragionevole con tutte le garanzie, funzione riabilitativa della pena”.
LA REAZIONE DEL WEB
“Presunzione di colpevolezza”: questo lo scivolone in diretta tv e web da Montecitorio pronunciato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il quale ha omesso il “non” previsto dall’articolo 27 della Costituzione italiana e che afferma che “l’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva”. Una svista che in aula è passata (forse) inosservata ma che il web non ha affatto perdonato, scatenando prontamente l’ironia sui social network di chi stava seguendo live il suo intervento. “Aggiungi la ‘presunzione di colpevolezza’ e nemmeno Freud lo salva”, scrive qualcuno su Twitter. “Ieri erano i “paradisi artificiali”, oggi il “principio costituzionale della presunzione di colpevolezza”, non c’è che dire il governo del Cambiamento parte con il “ginocchio” giusto”, ironizza un altro utente. “In realtà la costituzione più bella del mondo mi pare preveda la presunzione di non colpevolezza, non quella di innocenza”, gli ha fatto eco un altro.