Ha fatto molto discutere il post rilanciato sui social dal Ministro degli Interni in merito all’accordo trovato ai tavoli di Bruxelles e Strasburgo sui migranti dell’Aquarius: attaccato non solo per la “consueta” linea dura sull’immigrazione ma anche per la «mancanza di tatto e rispetto» per le vittime di Genova, con il post rilanciato in pieno soccorso dei tanti incastrati sotto le macerie del ponte Morandi. «In una giornata così triste, una notizia positiva. La nave Ong AQUARIUS andrà a Malta e gli immigrati a bordo verranno distribuiti fra Spagna, Francia, Lussemburgo, Portogallo e Germania. Come promesso, non in Italia, abbiamo già fatto abbastanza. Dalle parole ai fatti!», ha scritto poco fa Salvini su Twitter e Facebook, scatenando le opposizioni e i detrattori in fiumi di altri post al veleno. In un lungo comunicato, la Ong Amnesty International ha attaccato duramente il Governo italiano per la vicenda della nave ora attesa nei porti maltesi: «pura crudeltà il vergognoso rifiuto di Italia e Malta di acconsentire allo sbarco dei migranti. Queste persone hanno sfidato con coraggio viaggi pericolosi e condizioni inumane in Libia solo per finire bloccati in mare per governi che vergognosamente hanno abdicato alla propria responsabilità di proteggerli. I governi europei devono smetterla di giocare con le vite umane». (agg. di Niccolò Magnani)
SALVINI, “L’EUROPA SI SVEGLIA”
Il caso, l’ennesimo riguardante una Ong, della nave Aquarius si è risolto grazie anche alla mediazione della Spagna e alla “eccezione”, come la hanno definita le stesse autorità maltesi, di consentirle di attraccare nei porti dell’isola: come detto, l’Italia non parteciperà, al pari di altri cinque Paesi dell’Unione Europea, alla redistribuzione delle quote dei migranti a bordo (141) ma, a margine della vicenda, il Ministro degli Interni, Matteo Salvini, ha letto dei segnali positivi per l’operato del Governo italiano, dato che il leader del Carroccio nei giorni scorsi era stato fra i primi, assieme al collega Danilo Toninelli, a mettere subito un veto al possibile attracco dell’imbarcazione battente bandiera di Gibilterra in alcuno dei porti nostrani. “Aquarius attraccherà a Malta e gli immigranti verranno suddivisi in altri Paesi europei” ha detto Salvini ai giornalisti questo pomeriggio e ha continuato ricordando che “l’Italia non poteva continuare a essere il campo profughi di tutto il continente” e che per raggiungere questo risultato è stato fondamentale, a suo dire, “la determinazione e il coraggio di questo Governo” che secondo il numero uno della Lega è servito a risvegliare l’Europa sull’annoso tema. (agg. di R. G. Flore)
MALTA, “NON ERAVAMO TENUTI A FARLO”
L’accordo raggiunto con Malta per l’attracco della nave Aquarius con a bordo il suo carico di 141 persone sblocca l’ennesimo caso di questa estate calda sul fronte migranti: come anticipato poche ore fa dal Governo spagnolo, sarà quindi il porto dell’isola nel Mediterraneo ad accogliere l’imbarcazione della Ong che batte bandiera di Gibilterra, dopo che l’intesa raggiunta con altri Paesi UE prevede che alla redistribuzione partecipino vari Stati ma non l’Italia che, fin da subito, attraverso le parole dei Ministri Salvini e Toninelli, aveva dato il proprio “no” all’attracco della Aquarius. Stando a quanto si apprende, mentre la nave si dirige a La Valletta, le autorità maltesi hanno fatto sapere di essere state disponibili a concedere il porto come base logistica “anche se non saremmo tenuti”, spiegando che la loro è solo una concessione nonostante Malta non debba sottostare ad alcun obbligo giuridico; inoltre, a seguito della positiva conclusione della vicenda, Gibilterra ha fatto già sapere che da ora in avanti saranno revocati i permessi di navigare in mare con la propria bandiera. (agg. di R. G. Flore)
ITALIA NON PARTECIPA A REDISTRIBUZIONE QUOTE
L’accordo è stato trovato come aveva auspicato il Governo spagnolo poche ore fa (qui sotto tutti i dettagli): i 141 migranti saranno sbarcato dalla nave Aquarius nei porti di Malta e poi ridistribuiti in 5 diversi Paesi Ue. Spagna, Francia, Portogallo, Lussemburgo e Germania i Paesi coinvolti, con La Valletta che ospiterà in prima battuta lo sbarco dei rifugiati che da giorni si trovano tra le acque libiche e maltesi soccorso dalla nave gestita dalle Ong Sos Mediterranèe e Medici Senza Frontiere. Il passaggio evidente a tutti è la mancanza dell’Italia nella lista di Paesi che apriranno i porti per poter risolvere il caso dell’ennesima nave “bloccata” nel Mediterraneo: la linea di Salvini e Conte “tiene” anche se l’Europa appare alquanto stizzita contro la gestione di Roma. «Lodo questi Paesi per la loro solidarietà e per la condivisione della responsabilità», ha commentato il commissario Ue Dimitris Avramopoulos raggiunto dall’agenzia Ansa. Poi ha concluso, «nei giorni scorsi ci sono stati intensi contatti, facilitati e coordinati dalla Commissione europea, così come ci siamo impegnati a fare, fino a quando non saranno messe in atto iniziative più stabili. Non possiamo contare su accordi ad hoc, abbiamo bisogno di soluzioni sostenibili. Non è responsabilità di uno o solo pochi Paesi, ma dell’Unione europea nel suo insieme». (agg. di Niccolò Magnani)
SPAGNA, “NEGOZIATI IN CORSO CON UE”
Il governo spagnolo fa sapere, tramite fonti della Moncloa citate da El Pais, di star trattando e negoziando proprio in queste ore con l’Unione Europea e la Commissione assieme ad altri Paesi per «trovare una risposta comune sul caso della nave carica di migranti». Il premier Pedro Sanchez auspica ancora che «si trovi un’intesa al più presto, entro le prossime ore», spiegano che la linea è condivisa dai governi di Francia, Portogallo e Germania. Nel frattempo, a tentare di sbloccare la situazione, ci pensano i messaggi ufficiali dei Governo della Catalogna e della Corsica: «La Corsica e i suoi porti restano disponibili per un aiuto umanitario d’urgenza per l’Aquarius», spiega il Presidente del Consiglio esecutivo corso, Gilles Simeoni, facendo appello «ad una vera politica europea in materia di aiuto umanitario nel Mediterraneo». Poche ore prima il Presidente catalano Quim Torra ha messo a disposizione della nave Ong tre porti per gli sbarchi: Palamos (Girona), Villanova (Barcellona) e Rapita (Tarragona). Intanto dall’Italia continua la linea dura del Governo, anche se l’emergenza è passata in evidente secondo piano dopo la catastrofe avvenuta in Liguria con il crollo del ponte sull’A10. (agg. di Niccolò Magnani)
SOS MEDITERRANEE: “GUERRA POLITICA CONTRO ONG”
La Ong che gestisce le operazioni della nave Aquarius – la Sos Mediterranèe – ha reagito con forza contro la decisione di Gibilterra di voler togliere la propria bandiera dall’imbarcazione al centro della “bufera migranti” in tutto il Mediterraneo. «È una manovra politica per impedirci di continuare le nostre attività di salvataggio», spiega il portavoce della società fondata da Klaus Vogel. «Da due anni e mezzo abbiamo soddisfatto tutte le esigenze regolamentari inerenti alla competenza sulla bandiera da parte di Gibilterra», risponde ancora SOS Mediterranèe dopo le accuse dei Governi di Gibilterra, Italia e Malta, «e tutti i controlli tecnici inerenti la sicurezza e l’affidabilità della nave. Mai è stata rilevata un’irregolarità». Non solo, dal 2016 l’Aquarius secondo le Ong che la gestiscono, «ha realizzato più di 200 operazioni di salvataggio in totale trasparenza e informando regolarmente tutte le autorità competenti. L’Autorità marittima di Gibilterra dissimula una manovra politica dietro a un’argomentazione incoerente». (agg. di Niccolò Magnani)
SALVINI, “9 TERRORISTI DIRETTI IN ITALIA FERMATI IN TUNISIA”
Da una parte la vicenda Aquarius, con il no all’accoglienza della nave Ong con a bordo 141 persone, dall’altra la volontà di affermare che la politica della linea dura nei confronti dei migranti poggia su motivazioni importanti in primis per la sicurezza pubblica: è questa la strategia comunicativa di Matteo Salvini, il ministro dell’Interno che ha comunicato su Twitter il tentativo di alcuni estremisti islamici di approdare in Italia attraverso il mare. Il leader della Lega poche ore fa ha cinguettato:”Le autorità tunisine hanno fermato 9 ESTREMISTI ISLAMICI che tentavano di imbarcarsi su un gommone per raggiungere l’Italia. Alla faccia di quelli che dicono “i terroristi mica arrivano sui barconi…”. Questo lo dirà Repubblica?”. Insomma, il dibattito tra immigrazione e terrorismo è aperto: chi risponderà a Matteo Salvini? (agg. di Dario D’Angelo)
DE MAGISTRIS SFIDA SALVINI
Continua a regnare l’incertezza sul destino della Aquarius, la nave ONG con a bordo 141 migranti che finora si è vista rifiutare l’ingresso nei porti di Italia, Malta, Gibilterra e Spagna. E proprio nel Paese iberico, che qualche settimana fa accolse i migranti trasportati dalla stessa imbarcazione per decisione del premier Sanchez, si è aperto un dibattito sulla possibilità che l’Aquarius possa attraccare a Barcellona. A chiedere il permesso di accettare i migranti, come riportato da Rai News, è stata la vice-sindaca Laia Ortiz. Dal governo centrale di Madrid è stato opposto un rifiuto, seppur in forma non definitiva, il ché autorizza a credere che possano esserci sviluppi nelle prossime ore.
Una proposta di questo tipo è stata fatta anche in Italia dal sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, che ha sfidato apertamente Matteo Salvini:”Mentre in queste ore il ministro dell’Interno mostra i muscoli da bullo istituzionale, coperto da un governo che denota cinismo istituzionale sulla pelle dei più deboli, forse senza precedenti nella storia repubblicana, e mentre la magistratura ancora cerca i circa 50 milioni che la Lega avrebbe sottratto agli italiani 141 migranti, tra cui molte donne e molti bambini, da giorni vagano in mezzo al mare perché i porti italiani per decisione del governo sono ancora chiusi. Noi ribadiamo con forza la nostra disponibilità ad accoglierli, in questa settimana di Ferragosto, proprio quando molti governanti sono in vacanza, noi siamo pronti sempre e sarò in prima fila ad abbracciarli nel porto di Napoli”. De Magistris ha invitato dunque l’Aquarius “ad avvicinarsi verso il nostro porto perché, qualora non li facessero sbarcare, saremmo noi stessi ad andarli a prendere in mezzo al mare, come è giusto che sia dinanzi a persone che stanno rischiando di morire perché c’è chi vuole mostrarsi forte coi deboli, solamente per puro calcolo di opportunismo politico”.
ONG, “PROFUGHI CON LA SCABBIA, VANNO CURATI”
La nave Aquarius si trova ancora nel mar Mediterrano, con a bordo 141 persone, in attesa di conoscere la sua destinazione. L’imbarcazione dell’ong SOS Mediterranée, in collaborazione con Medici senza frontiere, è stato respinta dall’Italia e dalla Spagna, e la situazione inizia a divenire insostenibile a bordo, a causa delle condizioni fisiche precarie degli stesso profughi ospitati. David, il medico di Msf, ha parlato così ai microfoni de Il Fatto Quotidiano: «Le persone a bordo sono stabili ma molti di loro hanno la scabbia, per cui qui non possiamo cominciare il trattamento che è molto lungo. Altri, tanti, soffrono di malnutrizione cronica». C’è anche un uomo, originario del Bangladesh, che ha bisogno di cure immediate: «Ha il braccio appeso al collo e mostra la cicatrice di uno sparo alla spalla: il proiettile è ancora dentro, racconta che sono stati i libici». La nave ha contatto le autorità maltesi e italiane, ma «Per il momento ci hanno negato l’accesso alle loro acque territoriali e non stanno coordinando per la ricerca di un posto sicuro». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ONG IN CERCA DI UN PORTO
Una nuova odissea per la nave Ong Aquarius. Attualmente l’imbarcazione sta ancora vagando in cerca di un porto sicuro in cui attraccare, e dopo il no di Malta e Roma, si era offerto Barcellona, ma il governo di Madrid ha respinto la proposta catalana, non dando la disponibilità all’attracco, non essendo il porto più vicino fra i disponibili. Nel frattempo c’è da registrare una sorta di “giallo”, visto che l’amministrazione marittima di Gibilterra ha notificato ai proprietari della stessa nave un avviso per rimuovere la registrazione della stessa, interrotta nei prossimi giorni. Lo scoop è stato svelato dall’emittente televisiva Gibilterra Gbc, con la nave in questione che si sarebbe registrata non come “salvataggio” bensì come nave da ricerca.
VIA LA BANDIERA DI GIBILTERRA
«Dato che i gestori non hanno informato né richiesto l’approvazione delll’amministrazione marittima di Gibilterra per la ripresa di tali attività di salvataggio – si legge sulla richiesta di rimozione della “bandiera” – hanno ricevuto un avviso con data di risoluzione stabilita per il 20 agosto 2018». A quel punto la barca tornerà a battere la bandiera del suo proprietario, la Germania. Nel frattempo i ministri Toninelli e Salvini hanno ribadito per l’ennesima volta che la nave in questione non attraccherà nei porti italiani, mentre il sindaco di Napoli, De Magistris, ha provocatoriamente offerto la propria disponibilità. Vedremo se oggi la situazione si sbloccherà o meno.