Omicidio Marco Vannini: Antonio Ciontoli rompe il silenzio/ “Vittima del mio errore ma non sono un assassino”

- Emanuela Longo

Marco Vannini: per la prima volta parla Antonio Ciontoli dopo la sentenza di primo grado che lo ha condannato a 14 anni per omicidio volontario con dolo eventuale.

marco_vannini_chi-lha_visto_01 Marco Vannini, foto da "Chi l'ha visto?"

Il 18 aprile scorso, la Corte d’Assise di Roma ha emesso la sentenza al termine del processo di primo grado sulla morte di Marco Vannini, giovane 20enne di Cerveteri ucciso il 18 maggio 2015. Il ragazzo era ospite nella casa di Ladispoli della fidanzata Martina Ciontoli quando, per circostanze ancora poco chiare, fu raggiunto da un colpo di pistola che lo portò, dopo 3 lunghe ore di agonia, alla morte. Ad esplodere il colpo fu il padre di Martina, Antonio Ciontoli. In casa erano presenti anche la moglie dell’uomo, Maria Pezzillo, il figlio Federico e la fidanzata di quest’ultimo, Viola Giorgini, tutti accusati dal pm di aver ritardato i soccorsi fornendo al 118 false informazioni e cagionando così – accettandone il rischio – il decesso di Marco. Con la sentenza di cinque mesi fa, Antonio Ciontoli è stato condannato a 14 anni di reclusione per omicidio volontario con dolo eventuale, mentre i restanti familiari sono stati condannati a 3 anni per omicidio colposo, mentre Viola è stata assolta da ogni accusa. Alla vigilia del processo d’Appello, Antonio Ciontoli ha deciso di rompere per la prima volta il silenzio e dare la sua versione a Il Dubbio, spiegando quanto davvero accaduto, cosa ha significato per lui la morte di Marco Vannini e quali sono stati i danni subiti in seguito al processo mediatico che ha visto coinvolta la sua intera famiglia, presa di mira non solo sul web. Finora, i Ciontoli avevano preferito restare in silenzio “per rispettare la famiglia di Marco e anche il giusto processo”, dice oggi Antonio. Dopo l’arrivo di una sentenza però, ha deciso di svelare ciò che lui e i suoi familiari stanno provando. “Il mio primo pensiero e le mie prime parole vanno all’amatissimo Marco, e ai suoi genitori Marina e Valerio. Chiedo loro la possibilità di perdonarmi”, ha aggiunto il capofamiglia dei Ciontoli. Pur comprendendo il loro fortissimo dolore, resta in lui, nella sua famiglia e in Viola il desiderio di potersi avvicinare ai familiari di Marco, nonostante i precedenti tentativi falliti e che li ha portati a capire “che forse il silenzio era il modo migliore per rispettarli”.

ANTONIO CIONTOLI, LE SUE PAROLE DOPO LA SENTENZA DI PRIMO GRADO

Marina, mamma di Marco Vannini, in più occasioni ha espresso il suo desiderio di poter avere giustizia – quella vera – per la morte dell’amato ed unico figlio, usando spesso parole anche molto dure. Qual è il sentimento di Antonio Ciontoli rispetto a ciò? “E’ quello di poter stare loro vicino”, dice oggi, intervistato da Il Dubbio. Commentando le condanne per i suoi familiari, più lievi rispetto alla sua, l’uomo ha commentato: “Io sono vittima di me stesso perché io stesso mi sono fidato di me, sbagliando. Ed ecco il nocciolo”. Ciontoli ha quindi spiegato il motivo delle sue iniziali menzogne, giustificandole con lo choc avuto in un primo momento e con la convinzione che la situazione non fosse poi così grave. “Sono vittima del mio errore, e ho distrutto la vita di tante persone”, dice senza mezzi termini. Certamente la tragedia ha avuto delle conseguenze anche sulla sua intera famiglia per via del forte clamore mediatico che il caso ha avuto. Pur comprendendo il diritto di cronaca e di critica, Ciontoli ha ribadito come in molte occasioni sia stato oltrepassato il diritto di ogni persona alla privacy, a partire da molte trasmissioni Tv ma anche molti giornali che, a suo dire, avrebbero riportato falsità sfruttando contro di lui il silenzio scelto. Nonostante questo ha ammesso di avere sempre avuto grande rispetto e fiducia nei confronti della Magistratura.

Sulla sua condanna a 14 anni, Ciontoli ha commentato: “Io l’ergastolo l’ho già sulle spalle, nessuna sentenza potrà punirmi se non solo materialmente”. Il suo scopo resta quello di stare vicino alla sua famiglia, a Viola ed ai suoi familiari ma anche ai genitori di Marco Vannini. Riconoscendo tutte le sue responsabilità, l’uomo ha espresso il suo attuale stato d’animo: “Io devo e voglio pagare per ciò che ho commesso ma rifiuto con tutte le mie forze l’etichetta di mostri che ci hanno appiccicato ‘persone’ che, celandosi dietro il diritto/dovere di cronaca, stanno sfruttando la tragedia solo per ritagliarsi uno squarcio di visibilità e lo share televisivo”. Ciontoli infine ha chiarito di non essere un assassino, né un criminale o un delinquente. “Io sono una persona normalissima che ha fatto un errore e per questo sta pagando e pagherà per tutta la sua vita, fino a quando Dio mi darà la forza di continuare ad amare, fino al mio ultimo respiro”.





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