Lo sciopero dei compagni del bambino di 10 anni reo di avere un atteggiamento violento ed aggressivo in classe, in una scuola elementare nella provincia di Lecco prosegue ad oltranza. Già nelle giornate di martedì e mercoledì i genitori dei compagni avevano deciso di tenere i loro bimbi a casa in segno di protesta, almeno fino a quando non sarebbe stata presa una decisione definitiva con annessa soluzione a quello che, ormai, è diventato un vero e proprio problema ingestibile. Come spiega l’agenzia di stampa Ansa, però, lo sciopero da parte delle famiglie dei compagni del bambino violento è proseguito anche nella giornata odierna e quasi tutti gli allievi non si sarebbero presentati in classe. Ieri, come spiegava Il Corriere della Sera, erano stati solo in tre (su 17) compreso il bambino aggressivo a sedere ciascuno al proprio posto. I genitori che hanno indetto questa agitazione hanno spiegato che proseguiranno fino a quando non saranno prese contromisure risolutive, ovvero fino a quando non sarà individuato un insegnanti di sostegno dedicato, dopo che l’ultimo aveva deciso di rimettere il mandato. Entro domani dovrebbe tenersi un incontro con la preside della scuola, il sindaco e un rappresentante di Retesalute. Pur dispiaciuti, i genitori si sono detti non più disposti a mettere a rischio l’incolumità dei propri figli. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
BIMBO VIOLENTO A SCUOLA: I COMPAGNI SCIOPERANO
Il nuovo anno scolastico è cominciato da pochi giorni, ma in una scuola elementare di un paese del Meratese, in provincia di Lecco, si registrano le medesime difficoltà già ampiamente note da ormai tre anni. In questa scuola, un bambino di 10 anni ha iniziato la quarta classe ma lui non è un alunno come tutti gli altri. I gravi disturbi comportamentali che lo hanno portato ad essere seguito dalla tutela minori e dai servizi sociali, lo rendono estremamente violento nei confronti di docenti, personale scolastico ma soprattutto giovani compagni. Solo tre giorni fa, una maestra sarebbe finita al pronto soccorso. Nonostante le sue problematiche comportamentali, però, il piccolo allievo non sarebbe affetto da alcuna patologia conclamata ed avrebbe un quoziente intellettivo molto alto. Le problematiche però, restano, e come spiega il quotidiano Corriere.it nell’edizione milanese, questa volta i genitori dei compagni del bimbo violento hanno deciso di reagire e martedì e mercoledì non hanno mandato i propri figli a scuola. Su 17 iscritti, solo in tre (compreso il bambino violento) hanno occupato i rispettivi banchi. Gli altri hanno deciso di reagire e di aderire alla protesta vista anche come un campanello di allarme nonché l’ultimo tentativo di trovare finalmente una soluzione dopo anni di difficile convivenza.
BAMBINO VIOLENTO: IL COMUNICATO DELLE FAMIGLIE
Cosa fare per tutelare i 16 alunni di quarta elementare ed allo stesso non discriminare il 17esimo, compagno violento? E’ questa la domanda al centro dell’incontro avvenuto tra i genitori degli allievi che ieri ed oggi hanno disertato la scuola in segno di protesta. Le famiglie hanno diffuso un comunicato nel quale spiegano le loro ragioni: “Abbiamo deciso di non mandare i nostri figli a scuola in quanto sono impossibilitati a seguire il regolare svolgimento delle lezioni a causa di un ambiente insicuro, che non garantisce la loro incolumità. Più volte abbiamo fatto presente la gravità della situazione ai responsabili preposti, tramite lettere, incontri, richieste, ma senza aver avuto un’idonea ed adeguata soluzione”. Martedì pomeriggio le famiglie hanno incontrato il dirigente scolastico per chiedere di mettere in atto i dovuti accorgimenti ma senza dimenticare il dramma del ragazzino di 10 anni, violento oltre ogni limite e che in passato avrebbe aggredito e ferito compagni e insegnanti. Grande lo sconforto del sindaco che spiega: “Non dormo da settimane per quanto sta accadendo. Abbiamo davvero tentato tutte le strade possibili, ma è difficile trovare una soluzione, anche perché le ragioni in questa delicata vicenda non stanno da una sola parte”. Anche la madre del bimbo violento ha infatti le sue ragioni così come i genitori degli altri alunni. “Stiamo lavorando per creare dei percorsi dedicati che consentano di salvaguardare i diritti di tutte le parti chiamate in causa e di tutelare i minori coinvolti in questa difficile vicenda”, ha spiegato il primo cittadino.