E’ passato poco più di un anno dall’omicidio della giovane Nadia Orlando, la ragazza 21enne di Vidulis di Dignano, uccisa il 31 luglio 2017 dal fidanzato reo confesso Francesco Mazzega, ma gli amici della giovane friulano non dimenticano. E a non dimenticare quanto accaduto in quella drammatica sera d’estate nella provincia di Udine è anche il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ieri impegnato durante la Festa della Lega del Friuli Venezia Giulia. E’ stata proprio questa l’occasione che ha permesso ad alcuni amici di Nadia di poter incontrare il vicepremier leghista. L’incontro, come spiega l’agenzia di stampa Ansa, è avvenuto al termine della serata, dopo che Salvini aveva parlato sul palco. Alcuni cittadini di Dignano, amici della giovane vittima di femminicidio si erano riuniti al Parco Rubia già intorno alle 19.00 di ieri, ben riconoscibili da alcuni cartelli raffiguranti Nadia Orlando e con i quali, oltre a ricordare la giovane chiedevano al governo un cambio delle norme sulla giustizia, in particolar modo sulla custodia cautelare. A prender parte all’evento, ad inizio serata, anche il nonno di Nadia. Grande soddisfazione da parte del gruppo di amici che hanno commentato: “Siamo soddisfatti. Ci ha detto che si ricordava del nostro caso, di essere venuto a Vidulis e di non preoccuparci che nel pacchetto sicurezza si farà qualcosa”, riferendosi alle parole di Salvini. “Questo da un po’ di serenità anche per tutte le altre Nadia”, ha chiosato.
NADIA ORLANDO, UCCISA DALL’EX: CONDANNATO A 30 ANNI
Nadia Orlando la sera del 31 luglio 2017 cenò con la famiglia, poi uscì con l’ex fidanzato Francesco Mazzega, 37 anni. A contribuire alla fine della loro storia, l’eccessiva gelosia di lui. I due avrebbero dovuto confrontarsi per l’ennesima volta sui soliti problemi che avevano portato alla loro rottura, ma quella discussione si tramutò ben presto in un terribile omicidio. Mazzega soffocò la giovane con un cuscino nei pressi del fiume Tagliamento, poco distante dall’abitazione di lei, poi vagò per l’intera notte con il cadavere di Nadia nell’auto percorrendo svariati chilometri prima di terminare il suo vagare senza meta a Palmanova, dove si costituì confessando l’omicidio. Per lui si aprirono subito le porte del carcere, ma ben presto, a meno di un mese dal delitto di Nadia Orlando, il Tribunale del riesame di Trieste ne stabilì la scarcerazione in attesa del processo. Nonostante la protesta di amici e familiari, la Cassazione ne ha confermato i domiciliari suscitando non poche polemiche. Da qui la decisione degli amici di incontrare il ministro Salvini, per chiedere l’attivazione di pene più aspre contro crimini gravi come questo. Il processo con rito abbreviato tenutosi a Udine lo scorso luglio si è concluso con una condanna a 30 anni per omicidio aggravato dai futili motivi.