Ivan Ciullo è stato trovato il 22 giugno 2015 impiccato ad un ulivo nelle campagne di Acquarica del Capo. Si è pensato subito al suicidio, invece il 34enne dj salentino, in arte Navi, potrebbe essere stato ucciso. È quanto emerso – riporta Il Messaggero – dalla consulenza compiuta dall’esperto in criminalità forense Roberto Lazzari, su incarico dei genitori della vittima. In queste ore l’esito è stato consegnato alla Procura di Lecce dal legale della famiglia, Francesca Conte. Secondo il criminologo salentino, Ivan non si sarebbe impiccato, ma prima è stato strangolato e poi l’assassino avrebbe simulato il suicidio. Dopo sopralluoghi, prove tensiometriche, analisi di dati fotografici e di fascicoli d’indagine, analisi di laboratorio e diagnostica autoptica, l’indagine scientifica evidenzia – sostiene il criminologo – una serie di incongruenza, oltre che «lacune investigative e negligenze operative».
DJ NAVI TROVATO IMPICCATO: È STATO SIMULATO SUICIDIO?
Ci sono diversi dati, secondo il criminologo Roberto Lazzarri, che smentirebbero il suicidio di Ivan Ciullo come causa della sua morte. Tra questi le tracce di suole di diversa tipologia individuate vicino al cadavere, l’assenza di segni o tracce di calzature sulla base in pelle dello sgabello su cui dj Navi sarebbe salito prima di impiccarsi, e soprattutto l’ecchimosi sulla base del collo. Come riportato da Il Messaggero, ritenuta incompatibile col cavo microfonico usato per l’impiccagione e riconducibile invece ad un laccio avvolgente in senso orizzontale, di dimensioni più piccole. Ciò e le ipostasi sul corpo «in posizioni incompatibili con la dinamica suicidaria» per il consulente sono «segni indicativi di un’altra modalità di morte». Il gip di Lecce Vincenzo Brancato sta decidendo sulla seconda richiesta di archiviazione del caso presentata dalla Procura di Lecce a cui i genitori del dj salentino si sono opposti denunciando presso la Procura di Potenza la pm titolare dell’indagine Carmen Ruggiero, che risulta indagata per omissione di atti d’ufficio.