Nuovi dettagli in merito ai 14 fermi effettuati nelle ultime ore dalle forze dell’ordine, che hanno sgominato un’organizzazione criminale su gommone, dedicata alla tratta di migranti fra la Tunisia e la Sicilia. Come riferisce l’edizione online de Il Messaggero, tutti i componenti del clan sono accusati di sfruttamento dell’immigrazione clandestina, contrabbando di tabacchi lavorati e fittizia intestazione di beni e attività economiche. Inoltre è in corso un sequestro del valore di 3 milioni di euro fra beni mobili e immobili come automezzi, pescherecci, denaro contante, conti correnti e via discorrendo. A capo dell’organizzazione, come vi avevamo già spiegato, vi era il tunisino Fadhel Moncer detto Barbanera vista la sua folta e lunga barba in stile mediorientale. Numerose le conversazioni telefoniche intercettate dalle forze dell’ordine, fra cui una rilevante (risalente però al 2012 per una precedente indagine di traffico di armi) in cui si sente Moncer parlare di possibile attentato nei confronti di una caserma dei carabinieri: «Faccio saltare la caserma, già sto mettendo da parte, ogni volta, uno-due chili… appena cominciano ad essere cinquanta, cento chili, ti faccio sapere com’è… ti faccio spostare tutta la caserma a mare. Arrivo a scoppiare una bomba dietro la caserma dei carabinieri a Marsala, che succede? Sai, gli sbirri scappano da Marsala». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
TRATTA DI MIGRANTI IN GOMMONE: 14 FERMATI
La guardia di finanza di Palermo ha arrestato questa notte 14 persone, ritenute responsabili della gestione di viaggi clandestini su gommone fra Tunisi e Lampedusa. A capo della banda vi era il proprietario di un noto ristorante di Mazara del Vallo (Sicilia, provincia di Trapani), il Bellavista, sul lungomare Giuseppe Mazzini. Fadhel Moncer, così si chiama il numero uno dell’organizzazione criminale, è un tunisino che da anni risiede in Italia, e che organizzava assieme ad altre undici persone (più due ancora ricercate), sbarchi “fantasma” a bordo di potenti gommoni: tremila euro a persona per un viaggio di sola andata. I finanzieri dal nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo, oltre a fermare i 14 responsabili, hanno anche messo i sigilli al noto ristorante di Mazara, nonché ad una casa “bunker” che si trova a Marsala, ad un’azienda agricola, ad un cantiere nautico, e sequestrati anche vari conti correnti su cui finivano i soldi versati dai migranti. La guardia costiera ha invece provveduto al sequestro dei mezzi di trasporto utilizzati per gli sbarchi, fra cui due pescherecci.
SBARCHI IN GOMMONE A LAMPEDUSA: 14 FERMI
Secondo le forze dell’ordine, la maggior parte dei fermati sono persone insospettabili, che hanno deciso di entrare nel business degli sbarchi per allargare il proprio giro economico, e oltre al gruppo di arrestati ve ne sarebbero altri al momento in fuga. Alcuni di loro sono stati bloccati mentre stavano scappando in Tunisia, al porto di Palermo, con 30mila euro in contanti nascosti nella propria automobile. All’interno dell’organizzazione criminale vi erano anche sette cittadini italiani che gestivano anche il trasporto di sigarette di contrabbando. Il gruppo guidato da Fadhel Moncer seguiva la rotta Tunisi-Lampedusa, come sottolinea La Repubblica, anche più volte nel corso di una settimana, arrivando così ad ottenere guadagni stratosferici. Moncer era già stato indagato per traffico d’armi e nelle intercettazioni si vantava di aver corrotto alcuni ufficiali della polizia tunisina.