Secondo le prime informazioni filtrate dagli inquirenti ai colleghi di Repubblica.it, la donna nel primo interrogatorio dopo il fermo avrebbero detto di non essersi accorta di nulla una settimana fa quando il clochard Nereo Murari è stato travolto e ucciso dalla sua Smart: «Ho sentito che qualcosa era finita sull’auto, ma non pensavo fosse una persona», ha spiegato la donna di 56 anni davanti al sostituto procuratore G.B. Bertolini. Gli agenti per arrivare alla sua auto hanno impiegato giorni visionando oltre 60 ore di registrazioni delle telecamere in Corso Italia e in mezza Roma, ricostruendo ben cinque chilometri di percorso effettuato dalla macchina in circa 2 ore. Come spiega ancora Repubblica, i vigili della Polizia Locale hanno accertato il punto esatto in cui la Smart scura era stata parcheggiata e ieri dopo un appostamento sono di fatto risaliti alla proprietaria che effettua le pulizie in alcuni uffici in zona. La targa non era visibile la notte dell’investimento per il troppo buio nelle immagini di videosorveglianza; pare, infine, che siano stati sostituiti di recente parabrezza e tergicristallo che dunque farebbero barcollare ancor di più la versione già “traballante” della donna fermata.
LA TRAGEDIA DI NEREO: FERMATA DONNA SU AUTO PIRATA
Svolta sul caso del povero Nereo Gino Murari, il clochard di Porta Pia a Roma travolto e ucciso una settimana fa mentre stava attraversando la strada in Corso Italia: è stata fermata la donna alla guida dell’auto pirata che ha di fatto ucciso il 73enne senzatetto amato da tutto il quartiere e ricordato già in diversi eventi e Messe in questi ultimi giorni. Alla fine sono state le telecamere di sicurezza a portare gli agenti della polizia Locale alla pirata della strada che all’alba dello scorso 7 gennaio in Corso Italia ha travolto e ucciso, Nereo: 56 anni, R.D.L. è stata già fermata e portato per un primo interrogatorio dagli agenti al Comando Generale dei vigili di Roma. Fuga, omissione di soccorso e soprattutto omicidio stradale, la condizione per la donna-pirata non è certo semplice, specie perché dopo una settimana dall’incidente non vi è stato alcun contatto-confessione alle forze dell’ordine il che aggrava e di molto la sua situazione.
CONTINUA L’EMERGENZA CLOCHARD A ROMA
Intanto la morte del clochard Nereo aveva commosso tutta Roma, con il quartiere in particolare in cui viveva da tempo che gli ha reso onore e preghiere durante l’affollattssimo funerale tenuto nei giorni scorsi nella chiesa di Santa Teresa D’Avila proprio nella via dove Nereo è stato ucciso dalla Smart-pirata. «Quella di Nereo – ha detto don Fernando nell’omelia, riportata da RomaSociale.com – è una storia di vita che ci incoraggia a un’umanità migliore. Il suo ricordo sia un atto di giustizia e di amore verso i tanti che vivono per strada in attesa che qualcuno si accorga di loro». Originario di Verona, aveva lavorato come carpentiere in giro per il mondo dall’Arabia Saudita, Germania, Iran, Libia, Russia, Somalia: poi il ritorno a Roma e la scelta di vivere per strada prima nei giardini di Piazza Mazzini e poi proprio in Corso Italia. Il cane Lilla, l’unica inseparabile “amico” che ha vegliato sul corpo del clochard anche una volta che era stato investito e rimasto in mezzo alla strada esanime. «Quest’uomo è stato una luce per tante persone e questa storia ci racconta la ricchezza umana di molte delle persone che vivono per strada. A volte basterebbe solo fermarsi e tendere una mano», ha detto durante il funerale il Presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo. Nel frattempo a Roma continua e in maniera assai grave l’emergenza dei clochard, con già 5 morti (più Nereo, ma per altre cause ovviamente) nel solo mese di gennaio 2019: ieri l’ultimo caso, con il freddo “killer” contro queste persone disperate e per lo più sole che si cerca in ogni modo di poter aiutare, facendo pressioni al Comune affinché faccia di più per l’assistenza e la cura dei clochard. Che l’esempio di Nereo, e il bene che era riuscito a scatenare nel quartiere, possa essere di esempio e simbolo per una possibile rinascita sociale anche nella funestata Capitale d’Italia.