Torna anche oggi, sabato 19 gennaio 2019, l’appuntamento con il gioco del Lotto e di conseguenza anche quello dei numeri ritardatari su ilsussidiario.net. Il primo numero della lista? Ancora una volta il numero 50 sulla ruota di Torino, assente fra gli estratti da 145 turni consecutivi ed evidentemente intenzionato a ripetere le gesta del mitico 82 sulla ruota di Firenze, fermatosi qualche tempo fa a quota 199 assenze di fila. In seconda posizione troviamo poi il numero 80 sulla ruota di Genova, latitante da 130 estrazioni consecutive, mentre completa il podio il numero 46, primula rossa sulla ruota di Palermo da 126 concorsi. Il club dei centenari? Una volta era molto nutrito, oggi ne fanno parte il numero 41 su Torino, assente da 119 estrazioni, e il numero 11 su quella di Venezia, assente da 102. (agg. di Dario D’Angelo)
TUNISINO MORTO A EMPOLI: LE PAROLE DI ILARIA CUCCHI
Sulla vicenda del tunisino morto ad Empoli a seguito del fermo della polizia, che gli ha ammanettato i polsi e immobilizzato le caviglie con una corda, è intervenuta Ilaria Cucchi, la sorella del geometra arrestato il 15 ottobre del 2009, morto dopo una settimana in circostanza molto sospette. «Dava in escandescenza? – le dichiarazioni della Cucchi ai microfoni dell’agenzia AdnKronos – questi fatti sono tutti uguali e sappiamo già come andrà a finire. La quarta sezione della Cassazione dirà che non c’è nessun colpevole». Il 32enne magrebino è morto a seguito di un arresto cardiocircolatorio (nella giornata di lunedì verrà eseguita l’autopsia) e alla Cucchi tale episodio ha ricordato da vicino la morte di Magherini del 2014, anch’esso deceduto dopo un infarto a seguito di un arresto. In quell’occasione la quarta sezione penale della Cassazione aveva assolto nel 2017 i tre carabinieri accusati di omicidio colposo nei confronti dell’ex calciatore delle giovanili della Fiorentina, arrestato nel quartiere di San Frediano nel capoluogo toscano. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
TUNISINO MORTO A EMPOLI, INDAGINE PER OMICIDIO COLPOSO
Si procede per omicidio colposo a seguito della morte del 32enne tunisino Arafet Arfaoui, deceduto nella serata di giovedì ad Empoli dopo che era stato ammanettato a polsi e caviglie dalla polizia. Il pm fiorentino Christine von Borries ha deciso di aprire un fascicolo al momento contro ignoti, e nelle scorse ore sono stati ascoltati i quattro poliziotti coinvolti, i medici intervenuti al momento del soccorso, e una decina di testimoni che hanno assistito alla scena. Al momento non sembrerebbero esservi dubbi in merito all’operato della polizia, che ha cercato di calmare il magrebino, che forse dopo aver assunto dell’alcol stava dando in escandescenza perchè il titolare di un money transfer non voleva cambiargli una banconota da 20 euro ritenuta falsa. Le forze dell’ordine non hanno attuato alcuna pressione sul corpo del magrebino, ed inoltre, la corda utilizza per legare le caviglie della vittima non era stretta. Intanto è stata disposta l’autopsia sul cadavere di Arafet Arfaoui, che verrà eseguita nella giornata di lunedì 21 gennaio. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
TUNISINO MORTO A EMPOLI, IL COMMENTO DI SALVINI
Un ragazzo tunisino è morto nella serata di ieri dopo essere stato fermato dalla polizia ad Empoli. Rincorso dalle forze dell’ordine, il magrebino è stato immobilizzato dagli agenti con le manette e una fascetta alle caviglia perché dava in escandescenza, e poco dopo è spirato a seguito di un malore. Matteo Salvini ha voluto esprimere la propria solidarietà al corpo di polizia, e attraverso Facebook ha scritto: «Totale e pieno sostegno ai poliziotti che a Empoli sono stati aggrediti, malmenati, morsi. Purtroppo un tunisino con precedenti penali, fermato dopo aver usato banconote false, è stato colto da arresto cardiaco nonostante gli immediati soccorsi medici. Tragica fatalità. Però se un soggetto violento viene ammanettato penso che la polizia faccia solo il suo dovere». L’edizione online del quotidiano Il Giornale riporta le generalità della vittima, un ragazzo 32enne di nome Arafet Arfaoui, originario della Tunisia e residente a Livorno. Era entrato nel money trasnfer di Empoli, Taj Mahal, chiedendo di spedire 20 euro ritenute false dal titolare dello stesso esercizio. Polemico Stefano Paoloni, segretario generale del Sindacato autonomo di polizia, che invoca la dotazione del teaser a tutte le polizie di Italia (quella di Empoli ne è ancora sprovvista): «Torniamo ancora una volta a ribadire quanto sia essenziale la dotazione di taser e telecamere per gli uomini in divisa operativi su strada. Sono strumenti necessari per la tutela e la trasparenza». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
TUNISINO MORTO “LEGATO”: NUOVI DETTAGLI
Emerge qualche dettaglio in più in merito al tunisino che è morto con le mani e i piedi legati, dopo essere stato ammanettato dalla polizia. L’episodio si è verificato nella serata di ieri in quel di Empoli, nei pressi di un money transfer di via Giuseppe del Papa. L’uomo era entrato nel locale per spedire una banconota di 20 euro, ma il titolare dell’esercizio si è rifiutato perché la riteneva falsa. A quel punto ne è nato un parapiglia ed è stata avvisata la polizia. Peccato però che all’arrivo delle forze dell’ordine la situazione sia peggiorata, con il tunisino che ha dato in escandescenza per poi scappare in strada. Qui le forze dell’ordine sono finalmente riuscite a bloccare l’uomo, mettendogli le manette ai polsi e legandogli le caviglie con un cordino. Subito dopo lo stesso magrebino è stato colto da un malore ed è morto. Numerosi i testimoni e non sembra esservi alcun sospetto nei confronti dei poliziotti intervenuti anche se il titolare delle indagini, Christine Bon Borries, sta ascoltando il personale in azione nonché anche quello sanitario che è intervenuto subito dopo il malore. Inoltre, sono state acquisite le telecamere di sorveglianza della zona e dello stesso money transfer. La vittima viveva a Livorno ed aveva dei problemi legati all’alcol. Il medico ha tentato per quasi un’ora di rianimare il tunisino, invano. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
TUNISINO DECEDUTO DURANTE CONTROLLO DI POLIZIA CON MANI E PIEDI LEGATI
Una banconota da 20 euro da trasferire ai parenti, il rifiuto del titolare del money transfer e l’intervento della polizia: questo lo scenario che ha preceduto il dramma di Empoli, con la morte di Arafet Arfaoui. Secondo quanto riporta Il Fatto Quotidiano, all’interno del negozio sono state scattate numerose fotografia, mentre all’esterno del negozio la Scientifica ha effettuato diversi rilievi su una vettura della squadra Volanti. Tra i reperti c’è anche un cappello invernale prelevato dalla strada, mentre verranno visionate le telecamere della strada. In queste ore il pubblico ministero sta ascoltando il personale della polizia e dello staff del 118 giunti sul posto dopo la richiesta di intervento del titolare del money transfer, che sarà ascoltato dal pm. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
MANI E PIEDI LEGATI POI IL MALORE: TUNISINO DECEDUTO DURANTE CONTROLLO DI POLIZIA
Tragedia a Empoli: ieri, giovedì 17 gennaio 2019, il 31enne Arafet Arfaoui è morto a causa di un malore mentre era a terra con le manette ai polsi e i piedi bloccati con un cordino. Come riporta Go News, il tunisino era stato fermato per un controllo dalla polizia in un negozio di money transfer, situato tra via Ferrucci e via Del Papa: gli agenti erano stati allertati dal proprietario del locale perché il giovane si era presentato con una banconota ritenuta falsa. Da qui è scaturito un inseguimento tra le vie del centro città, con il tunisino che è stato bloccato poco dopo: i poliziotti lo avrebbero contenuto perché continuava a scalciare e dimenarsi, legando gli arti inferiori con un cordino. Ad un certo punto Arfaoui ha accusato un malore e per lui non c’è stato nulla da fare: i sanitari del 118 non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso.
EMPOLI, MORTO DURANTE FERMO DI POLIZIA CON MANI E PIEDI LEGATI: ACCERTAMENTI IN CORSO
Sul posto è giunta la squadra mobile della questura di Firenze, che ha effettuato i rilievi del caso insieme alla scientifica: Go News sottolinea che a coordinare le indagini è il pubblico ministero Christine Von Borries, che ha già sentito gli agenti intervenuti e i sanitari inviati sul posto. Secondo la testimonianza di un uomo presente al momento dei fatti, la fuga del 31enne sarebbe terminata tra via del Papa, via Fabiani e via Ferrucci: i poliziotti hanno iniziato a parlare con l’uomo, in evidente stato di agitazione, fino a perdere conoscenza a causa di un attacco cardiaco. Verranno monitorate le riprese delle telecamere presenti all’interno del negozio di money transfer e di quelle che puntano sul triangolo di vie all’esterno. Verrà predisposta l’autopsia sul corpo della vittima.